luigi di maio e davide casaleggio

FRONDA SU FRONDA – BRUTTE NOTIZIE PER LUIGI DI MAIO: UN GRUPPO DI PARLAMENTARI DEL M5S SOLLEVA DUBBI SUI RIMBORSI OBBLIGATORI DA 2MILA EURO AL MESE – I “PORTAVOCE” RIBELLI SOLLEVANO UNA QUESTIONE LEGALE E SI APPELLANO AL CODICE CIVILE, IN REALTA' LA PROTESTA E' POLITICA: IL CONTO CORRENTE SU CUI VENGONO VERSATI I SOLDI È INTESTATO A DI MAIO E AI CAPIGRUPPO, CHE IN TEORIA DOVREBBERO FARLI TRANSITARE AL FONDO DEL MICROCREDITO…

Giuseppe Marino per “il Giornale”

 

grillo di maio casaleggio

La gioiosa macchina da guerra grillina continua a perdere colpi. Dopo la multa a Rousseau che tanti dubbi sta sollevando sulla funzionalità della piattaforma anche tra gli attivisti a 5 Stelle, scoppia un nuovo caso sui rimborsi. Un gruppo di parlamentari grillini, una ventina secondo l' agenzia AdnKronos, ha messo in mora il MoVimento riguardo ai versamenti da 2mila euro mensili che i «portavoce» pentastellati sono tenuti a fare come forma di taglio del costo della politica, classica bandiera a 5 Stelle.

luigi di maio davide casaleggio

 

I rimborsi fatti attraverso un semplice versamento in un conto corrente intestato a Luigi Di Maio e ai capigruppo di Camera e Senato, Francesco D' Uva e Stefano Patuanelli, sarebbero irregolari in assenza di un atto pubblico, dunque stilato da un notaio, che li qualifichi come donazione o liberalità.

 

luigi di maio davide casaleggio

Il nuovo gruppo di ribelli si appiglia all' articolo 782 del Codice civile secondo cui l' atto pubblico è richiesto, a meno che non si tratti di donazioni di modico valore. Il caso è scoppiato sulle chat grilline dove circola un parere formulato da studiocataldi.it che ha due caratteristiche: è specializzato in diritto, ma è anche curato dal deputato pentastellato Roberto Cataldi.

 

ROBERTO CATALDI M5S

Duemila euro al mese si possono qualificare come «modico valore» della donazione? Appare piuttosto difficile, vista la consistenza complessiva delle cifre in ballo. Per Cataldi, «siamo sul filo del rasoio, perché «la modicità deve essere valutata anche in rapporto alle condizioni economiche del donante». Il finale di un eventuale contenzioso sarebbe aperto, anche perché, aggiunge il deputato «sarebbe rimesso alla discrezionalità del magistrato». In altre parole «non escludo che ci possa essere una pronuncia che dichiari nulla la donazione», conclude Cataldi.

 

Di Maio e Casaleggio in bici

Fin qui le motivazioni giuridiche. Ma la rivolta avrebbe natura più politica. Il conto corrente aperto dopo la rimborsopoli è intestato a Di Maio e ai due capigruppo. Per evitare il trucco dei bonifici al Fondo per il microcredito eseguiti, fotografati e poi annullati, il 6 agosto 2018 è stato aperto un conto corrente di transito.

 

LORENZO BORRE'

Alla fine però, invece che aprirlo a nome del M5s, venne intestato ai tre leader inquadrati in un Comitato per la rendicontazione non previsto dal «Regolamento restituzioni» grillino. La contestazione dunque è implicitamente rivolta verso Di Maio perché il capo politico si è attribuito, fuori dalle regole, il controllo di una leva fondamentale: quella del denaro.

 

«Il versamento così effettuato -spiega l' avvocato Lorenzo Borrè, che difende tanti dei dissidenti grillini- pare contrario alla ratio delle restituzioni, perché i bonifici non arrivano a un ente pubblico come il Fondo per il microcredito ma a un soggetto terzo, non previsto dalle norme del M5s e in potenziale conflitto di interessi».

grillo di maiodavide casaleggio e luigi di maio a sum #03

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…