salvini ong militari

GENERALI DIETRO LA COLLINA! LA DIRETTIVA DI SALVINI CHE RIBADISCE LA CHIUSURA DEI PORTI E RESTRINGE IL CAMPO D’AZIONE DELLE ONG FA INFURIARE I VERTICI MILITARI: “INGERENZA INACCETTABILE, NON SIAMO IN UN REGIME, NON PRENDIAMO ORDINI DAL MINISTRO DELL' INTERNO” – SALVINI TIRA DRITTO: : "NON CAMBIO IDEA, C’E’ IL RISCHIO TERRORISTI SUI BARCONI, NON SI SBARCA. POSSO STARE SIMPATICO O ANTIPATICO, MA…”

Fiorenza Sarzanini per "il Corriere della Sera"

 

salvini

Accade tutto intorno alle 11 di ieri mattina, quando la nuova direttiva di Matteo Salvini per impedire alle navi con i migranti di entrare nelle acque italiane, viene «notificata» allo Stato Maggiore della Difesa. Ma arriva anche alla Marina e alla Guardia Costiera. L' ordine è perentorio: oltre alla polizia e alla Guardia di Finanza «le Autorità militari e di polizia destinatarie del presente atto ne cureranno l' esecuzione, a partire da ogni possibile forma di notificazione ed intimazione agli interessati, e la stretta osservanza». Quanto basta per scatenare l' ira dei generali che si definiscono «scioccati e indignati per un' ingerenza che non ha precedenti». Poco dopo la ministra Elisabetta Trenta parla con il capo di Stato Maggiore Enzo Vecciarelli e lo scontro istituzionale deflagra.

 

Enzo Vecciarelli

Il giro di telefonate coinvolge i Comandi, ma anche i consiglieri militari dei vari ministri, compreso quello del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Ci sono contatti anche tra la Difesa e il Quirinale, perché sono stati gli stessi vertici delle forze armate a invocare un intervento del Colle, evidenziando come il capo dello Stato guidi il consiglio supremo di Difesa e dunque sia il capo a tutti gli effetti.

 

L' ordine di Salvini contenuto nella circolare - che nell' intestazione è definita «intimazione» - viene infatti ritenuto «un' ingerenza gravissima perché noi non dipendiamo da lui e soprattutto non abbiamo mai preso ordini dal ministro dell' Interno. Siamo in democrazia, non in un regime totalitario e dunque i soldati prendono disposizioni dai ministri da cui dipendono».

 

MATTARELLA E CONTE

Una presa di posizione che trova sponda anche a Palazzo Chigi. Lo stesso Conte sarebbe infatti infastidito dalle continue mosse di Salvini.

 

 

«Veri e propri strappi - si fa notare - anche se poi quando si tratta di risolvere i problemi e chiedere all' Europa di prendersi in carico i profughi siamo noi a doverlo fare». E l' irritazione è ancor più forte perché appena qualche giorno fa, quando la crisi libica era diventata emergenza, Conte aveva convocato una riunione d' urgenza con la stessa Trenta e con il titolare della Farnesina Enzo Moavero Milanesi, e poi aveva sottolineato che sarebbe stato lui «a dover gestire ogni situazione in una cabina di regia che dipende esclusivamente da me».

 

salvini ong

Al di là della forma - che viene definita «inaccettabile» - c' è poi un problema di sostanza. I compiti indicati nella direttiva non sono assegnati infatti allo Stato maggiore se non in casi eccezionali e definiti, e anche di questo si è discusso nel corso della giornata nei diversi contatti tra la Difesa e Palazzo Chigi. Nella direttiva Salvini scrive che il blocco delle navi deve essere fatto perché «la loro attività può determinare rischi di ingresso sul territorio nazionale di soggetti coinvolti in attività terroristiche o comunque pericolosi per l' ordine e la sicurezza pubblica, in quanto trattasi nella totalità di cittadini stranieri privi di documenti di identità e la cui nazionalità è presunta sulla base delle rispettive dichiarazioni».

 

La linea dei militari è segnata. Nei contatti che vanno avanti fino a tarda sera dal Viminale si fa notare che «la Marina ha ottenuto finanziamenti per oltre 80 milioni di euro proprio per il controllo del Mediterraneo» ma questo non basta a sedare lo scontro.

 

enzo vecciarelli

Anche perché si ricorda che nel giugno scorso, quando Salvini aveva intimato ai militari di non rispondere agli Sos in mare, l' ammiraglio Giovanni Pettorino, comandante della Guardia Costiera, aveva replicato: «Abbiamo risposto sempre, sempre rispondiamo e sempre risponderemo a ciascuna chiamata di soccorso. È un obbligo giuridico, ma anche un obbligo che sentiamo moralmente perché tutti gli uomini di mare, da sempre e anche in assenza di convenzioni, hanno portato soccorso e aiuto a chi si trova in difficoltà in mare.

Noi non abbiamo mai lasciato solo nessuno in mare» .

 

 

2. SALVINI IGNORA LE CRITICHE DEI MILITARI

Da www.huffingtonpost.it

 

Porti chiusi, "non cambio idea". Il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, intervenendo ai microfoni di Radio anch'io, su Radio1, respinge con forza le critiche di colleghi ministri, Elisabetta Trenta in testa, e l'ira dei vertici militari contro la circolare del Viminale su porti, navi delle ong e migranti.

salvini migranti

 

"Il Ministero dell'Interno è l'autorità massima nazionale di pubblica sicurezza e deve autorizzare lo sbarco nei porti. Se non lo assegna, il porto non c'è - afferma Salvini - Posso stare simpatico o antipatico, gli italiani mi pagano per difendere l'interesse nazionale e se per l'interesse nazionale e per difendere la sicurezza, ritengo che non ci sia nessun porto per far sbarcare barchini e barconi, non do il via libera".

 

Al ministro della Difesa Trenta che lo accusa di "vaneggiare", Salvini preferisce non rispondere - "non ho tempo per rispondere alle polemiche, ho tempo per lavorare" - mentre sui generali in 'rivolta' il vice premier leghista lascia intendere che siano solo indiscrezioni di stampa. "Mi fa i nomi e cognomi di questi generali?" dice Salvini all'intervistatore. "Si dice, si narra, pare. Per questo ho smesso di leggere i giornali, tranne la Gazzetta dello Sport. Se poi mi chiede se qualche processo, qualche minaccia, qualche attacco mi possa far cambiare idea, le rispondo: No, zero, non cambio idea".

 

Salvini sottolinea che in Libia "stiamo lavorando per la pace, per il dialogo, per il cessate il fuoco, le armi non risolvono i problemi. Sono fiducioso che la ragione torni a prevalere...", perché "la guerra non è mai una soluzione, al di là della questione dei barconi, che siamo pronti a gestire in ogni momento". L'Italia, spiega ancora, "è pronta ad accogliere i feriti, già lo stiamo facendo".

 

la ministra elisabetta trenta (1)

Non c'è invece spazio per nuovi sbarchi. Salvini snocciola i numeri - "abbiamo ridotto del 92% degli arrivi via mare, dimezzato il numero di morti e dispersi - e ricorda che "ci sono centinaia di terroristi islamici nelle carceri libiche, rientrati in Tunisia, in Nord Africa e quindi il rischio di infiltrazioni terroristiche a bordo di barchini e barconi è una certezza. Per questo devo ribadire che in Italia non si sbarca, mi dispiace se qualcuno presuppone il contrario". Al giornalista che gli chiede cosa farà l'Italia se in Libia scoppierà una guerra, Salvini replica che "stiamo lavorando perché guerra non ci sia". E alla nuova richiesta di rispondere sull'eventualità di un conflitto, dice: "Se avessi le rotelle sarei un carrello del supermercato. Ragiono con quello che c'è oggi, a oggi non si arriva".

Ultimi Dagoreport

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…