GENTE DI DUBLINO – IL GRANDE PIANO DI URSULA SUI MIGRANTI IN REALTÀ SONO SOLO CHIACCHERE: COME AL SOLITO LA SOLIDARIETÀ È SOLO A PAROLE, E INVECE DEI RICOLLOCAMENTI OBBLIGATORI CI SONO I “RIMPATRI SPONSORIZZATI”, E I PAESI DI PRIMO APPRODO COME L’ITALIA CONTINUANO A RIMANERE FREGATI - IN OGNI CASO POTETE STARE TRANQUILLI: I PAESI DEL BLOCCO VISEGRAD HANNO GIÀ DETTO CHE SONO CONTRARI ANCHE ALLA RIFORMINA ANNACQUATA DEL TRATTA

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Stefano Graziosi per “la Verità”

URSULA VON DER LEYEN URSULA VON DER LEYEN

 

Un nuovo patto sulla migrazione. È questo quanto è stato annunciato ieri dalla Commissione europea. «Oggi proponiamo una soluzione europea per ricostruire la fiducia tra Stati membri e per ripristinare la fiducia dei cittadini nella nostra capacità di gestire come Unione», ha dichiarato la presidente dell' esecutivo europeo, Ursula von der Leyen. «L' Ue ha già dato prova in altri settori della sua capacità di fare passi straordinari per conciliare prospettive divergenti.

 

hotspot lampedusa hotspot lampedusa

Ora è tempo di alzare la sfida per gestire la migrazione in modo congiunto, col giusto equilibrio tra solidarietà e responsabilità», ha aggiunto. «Il meccanismo di solidarietà, con i ricollocamenti ed i rimpatri sponsorizzati, scatterà in modo automatico per i migranti che vengono salvati in mare. Ma anche il Paese di sbarco ne dovrà accogliere una parte», ha invece precisato il commissario per gli Affari interni, Ylva Johansson.

 

In particolare, la proposta europea prevedrebbe alcuni fondamentali elementi. In primo luogo, verrebbe istituito uno screening completo prima dell' entrata nel Paese, soprattutto in riferimento alle condizioni sanitarie e di sicurezza. Il migrante potrà quindi seguire due trafile alternative di ammissione: una procedura standard o una procedura di frontiera. L' obiettivo è quello di sveltire l' iter per capire chi ha diritto ad essere accolto. In tutto ciò, le agenzie europee dovrebbero rafforzare il controllo dei confini. Già questo primo elemento mette in risalto alcune potenziali criticità.

URSULA VON DER LEYEN BY EDOARDOBARALDI URSULA VON DER LEYEN BY EDOARDOBARALDI

 

In primo luogo, l' eventuale incremento di mezzi marittimi per il controllo rischia di favorire un aumento delle partenze. E, in secondo luogo, pericolo aggiuntivo è quello di un ingolfamento burocratico e assistenziale per quegli Stati che dovranno sobbarcarsi il compito di effettuare verifiche e controlli.

 

Un ulteriore pilastro del patto europeo è quello della collaborazione con i Paesi di provenienza. Resta tuttavia il tema di un' Unione europea che da sempre fatica a trovare una politica estera coesa. E la scarsa rilevanza di Bruxelles su teatri caldi in tema di flussi migratori (a partire dalla Libia) è sotto gli occhi di tutti.

 

Altro punto essenziale del patto è quello dei «contributi flessibili» che i vari Stati membri dovrebbero garantire ai Paesi più pressati dagli arrivi. A livello teorico, gli Stati potranno o accettare la redistribuzione dei migranti o occuparsi dei «rimpatri sponsorizzati»: uno Stato che rifiutasse il ricollocamento dovrebbe cioè gestire il rimpatrio dei migranti presenti in un altro Stato sotto pressione. Insomma, il ricollocamento non è affatto obbligatorio.

migranti a lampedusa 1 migranti a lampedusa 1

 

E non è chiaro in quale sanzione incorrerebbe un Paese che si rifiutasse di contribuire. Lo stesso vicepresidente della Commissione, Margaritis Schinas, ha riconosciuto ieri che gli Stati membri non accetteranno mai di essere costretti ad accogliere i migranti all' interno dei propri confini. Era del resto questo il tenore della posizione espressa - sempre ieri - dalla Repubblica Ceca, con il ministro dell' Interno, Jan Hamecek, che, sull' accoglienza, ha dichiarato: «Siamo contrari. Non saremo d' accordo con nessuna proposta contenente l' obbligo di ricollocamento».

 

migranti lampedusa migranti lampedusa

Per quanto annacquata, non è quindi affatto scontato che questa riforma di Dublino riceverà tanto facilmente il via libera dai singoli Stati. Insomma, quella che la von der Leyen ha definito una svolta solidale si rivela in realtà un compromesso al ribasso, che non risolve affatto i problemi in cui versano gli Stati maggiormente esposti ai flussi migratori, a partire proprio dall' Italia. E questo nonostante il governo giallorosso abbia spesso rivendicato di aver riportato il nostro Paese a contare in Europa.

 

GIUSEPPE CONTE URSULA VON DER LEYEN GIUSEPPE CONTE URSULA VON DER LEYEN

Proprio Giuseppe Conte si aspettava forse qualcosa di più, visto che ieri ha twittato: «Il patto sulla migrazione è un importante passo verso una politica migratoria davvero europea. Ora il Consiglio coniughi solidarietà e responsabilità. Serve certezza su rimpatri e redistribuzione: i Paesi di arrivo non possono gestire da soli i flussi a nome dell' Europa».

 

MIGRANTI LAMPEDUSA MIGRANTI LAMPEDUSA

Ben più critica la posizione della Lega, con il presidente del gruppo Id all' Europarlamento, Marco Zanni, che ha dichiarato alla Verità: «Nel Patto su asilo e migrazione, presentato con grande enfasi dall' Ue e salutato con toni trionfalistici dal governo Pd-M5s prima ancora di conoscerne i dettagli, non c' è nessun vantaggio per l' Italia. Il piano che dovrebbe cancellare Dublino lascia intatto il criterio dello Stato membro di primo ingresso.

MARCO ZANNI 2 MARCO ZANNI 2

 

Il Paese di arrivo continuerà ad avere la responsabilità della gestione delle domande di asilo, ma si vedrà aggiungere tutti gli oneri connessi alla nuova procedura di frontiera che prevede uno screening pre-ingresso per identificare le persone e sottoporle a controlli sanitari e di sicurezza. Dei ricollocamenti obbligatori, tanto richiesti dal governo Conte, nessuna traccia. Con questo patto la Commissione conferma un sistema di solidarietà "à la carte" che porterà ai soliti risultati fallimentari». «Conte si è dimostrato nuovamente incapace di negoziare le soluzioni migliori per il nostro Paese anche sul tema dei ricollocamenti.

lampedusa, hotspot al collasso 3 lampedusa, hotspot al collasso 3

 

L' unica misura efficace, lo diciamo da tempo, sarebbe quella di creare hotspot nei Paesi di origine e di transito», ha aggiunto Zanni. Il sospetto alla fine è che questo patto miri semplicemente a prendere del tempo. Al di là della sua farraginosità, non è chiaro se e quando verrà approvato. E, mentre a Bruxelles si parla di «solidarietà», l' Europa meridionale (a partire dall' Italia) continua a sobbarcarsi il peso dei flussi.

 

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