giancarlo giorgetti

GIORGETTI TENTENNA ANCHE DAVANTI ALL’OCCASIONE DELLA VITA – IL “DON ABBONDIO” DELLA LEGA NON È TROPPO CONVINTO CHE LA PROPOSTA DI NOMINARLO MINISTRO DELL’ECONOMIA SIA REALISTICA. RIFIUTÒ ANCHE NEL 2018, QUANDO LA SITUAZIONE ECONOMICA NON ERA TRAGICA COME ADESSO. LA MELONI È IN DIFFICOLTÀ: FINORA HA RICEVUTO SOLO NO E NON HA ALTRI NOMI POLITICI DA SPENDERE – SALVINI È COMUNQUE PRONTO A STRONCARE SUL NASCERE L’IPOTESI: “VA BENE MA NON VA CALCOLATO NELLE QUOTE LEGHISTE”

GIANCARLO GIORGETTI ACQUISTA UNA TORTA TIPICA DELLA VALTELLINA

Ilario Lombardo e Luca Monticelli per “la Stampa”

 

Giancarlo Giorgetti ha raccontato spesso agli amici della Lega che quando nel 2018 gli capitò di ricevere l'offerta di sedere da ministro dell'Economia nel governo gialloverde, fu preso talmente tanto dai tormenti che andò a chiedere alla madre cosa ne pensasse. Fu lei, con tutto l'intuito che può avere una madre, a dirgli di lasciar perdere.

 

Erano i giorni della grande paura: l'Europa si interrogava su dove avrebbe portato la presa del palazzo dei populisti in Italia.

 

matteo salvini giancarlo giorgetti by macondo

A Matteo Salvini e Luigi Di Maio, che cercavano disperatamente un candidato al Tesoro per il governo Lega-M5S, dopo la bocciatura di Paolo Savona da parte del Quirinale, il leghista spiegò di non avere le competenze necessarie per sedersi alla scrivania di Quintino Sella. E oggi? Con alle spalle un'esperienza da ministro dello Sviluppo economico nel governo di Mario Draghi quelle competenze le ha acquisite?

 

Giorgetti, sorseggiando un caffè di prima mattina alla buvette, risponde sorridendo: «Ho imparato a fare il ministro dello Sviluppo economico...». Insomma, il vicesegretario leghista sembrerebbe sfilarsi ancora una volta dalla corsa al dicastero dell'Economia: «Per stare al Tesoro - dice - ci vuole uno standing internazionale».

 

salvini giorgetti

Una frase che, arricchita dalle chiose di chi lo conosce bene, non chiude completamente la porta a questa possibilità. Ci credono poco, i leghisti che Giorgetti lo frequentano da anni.

 

Dicono che se non lo ha fatto quattro anni fa, quando il mare dell'Economia globale era più tranquillo, perché farlo ora che si sta andando incontro a una tempesta, con la recessione che sembra ormai certa?

 

GIANCARLO GIORGETTI E MARIO DRAGHI

La prima risposta è quella più banale, ma è anche quella che ti dà chiunque nel centrodestra: perché Giorgia Meloni non riesce a trovare nessun altro.

 

E allora Giorgetti sarebbe «la mossa della disperazione», come da Forza Italia e dalla Lega dicono, senza troppo nascondere la soddisfazione di vedere la leader di Fratelli D'Italia in difficoltà. Il no di Fabio Panetta, membro del board Bce, candidato alla carica di governatore di Bankitalia, e il no del ministro uscente Daniele Franco, che ieri Meloni ha visto assieme ai responsabili economici del partito - anche lui in gara per lo stesso posto a Via Nazionale -, tengono di fatto bloccato l'intero cantiere del governo.

 

 

GIANCARLO GIORGETTI

Ma mettiamo in fila i fatti per capire chi davvero crede che la scelta cadrà su Giorgetti, chi spinge perché si realizzi, e chi frena. Innanzitutto, ancora nessuno ha formalizzato la proposta al diretto interessato. È un'ipotesi che non nasce all'interno della Lega. Sono i forzisti i primi a farla circolare.

 

Da FdI non la smentiscono ma precisano che la priorità resta l'opzione del super-tecnico.

 

Una strada che riporta a Panetta o agli altri nomi usciti in questi ultimi dieci giorni (Da Gaetano Micciché a Domenico Siniscalco a Luigi Buttiglione).

 

giancarlo giorgetti daniele franco sergio mattarella

Salvini considera l'offerta a Giorgetti poco più che una polpetta avvelenata, ma non può apertamente negare al suo numero due quel traguardo.

 

E così, in mattinata, il segretario organizza un confronto per decidere la linea con i suoi due vice, Giorgetti e Lorenzo Fontana, con il capogruppo alla Camera Riccardo Molinari e con Edoardo Rixi.

 

Il vertice serve anche a chiarire che sarà Molinari ad aggiudicarsi la presidenza della Camera se non dovessero spuntarla sul Senato, dove Meloni vuole Ignazio La Russa e non il leghista Roberto Calderoli.

 

Giorgetti ci sperava. Non ha mai nascosto che a questo giro preferirebbe sedere sulla poltrona della terza carica dello Stato, più che entrare nel governo. Ma è uomo di partito, come ripete sempre, e farà quello che dice Salvini. Anche se crede poco al Mef. E poco ci crede anche il segretario.

 

giancarlo giorgetti e matteo salvini 2

Fa filtrare che «per la Lega sarebbe motivo di orgoglio» ma il capo del Carroccio in cuor suo farebbe tranquillamente a meno del Tesoro. È il ministero più importante ma anche quello che può portare solo grane. Per questo ha già pronta la risposta a Meloni, se e quando gli proporrà Giorgetti: «Va bene ma non va calcolato nelle quote dei ministeri stabilite per la Lega».

 

Il ragionamento di Salvini è semplice: perché dobbiamo fare noi da parafulmini e prenderci questa responsabilità, e non il primo partito della maggioranza? Chi tifa Giorgetti sostiene che ha come sponsor il premier uscente Mario Draghi, è apprezzato da tutti i partiti, alleati e avversari, è stato per tanti anni a capo della commissione Bilancio e ha una buona reputazione in Europa. Inoltre, è un teorico da sempre «del debito buono», e non sarebbe contrario allo scostamento di bilancio che Salvini chiede da mesi: l'unico punto su cui ha sempre detto di vederla diversamente da Draghi.

GIANCARLO GIORGETTI MARIO DRAGHI matteo salvini e giancarlo giorgetti 3matteo salvini e giancarlo giorgetti 8giancarlo giorgetti giorgia meloni matteo salvini GIANCARLO GIORGETTI MARIO DRAGHI ANDREA ORLANDO matteo salvini e giancarlo giorgetti 7MATTEO SALVINI GIANCARLO GIORGETTI giancarlo giorgetti sorride a mario draghi

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)