ignazio visco matteo salvini raffaele fitto giorgia meloni pnrr

GIORGIA ‘GNA FA: PNRR SI TRASFORMA IN UNA PERNACCHIA - DIMENTICATE I 209 MILIARDI: SARÀ UN MIRACOLO SE SI RIUSCIRÀ A INCASSARNE LA METÀ VISTO LO STATO DELLA MACCHINA BUROCRATICA (UN APPALTO DE’ NOANTRI VA AVANTI PER DECENNI), DA UNA PARTE. DALL’ALTRA, C’È L’INCAPACITÀ A “METTERE A TERRA” I PROGETTI DA PARTE DEL SISTEMA INDUSTRIALE ITALIANO - NON SOLO: LA FLESSIBILITÀ NEI TEMPI RICHIESTA DALLA DUCETTA VERRÀ RIMBALZATA DA UNA UNIONE EUROPEA CHE NON HA PER NULLA DIGERITO IL SUO RICATTO: IO FIRMO IL MES IN CAMBIO DI QUESTO E QUELLO. A BRUXELLES SI TRATTA CON LA VASELINA, NON COL PUGNO SUL TAVOLO. VEDI LA SCONFITTA DEL GOVERNO SULLO STOP ALLA VENDITA DI AUTO A COMBUSTIONE INTERNA DAL 2035…

PNRR Next Generation EU

DAGOREPORT

Dimenticate di sognare i fantastici 209 miliardi del Pnrr destinati all’Italia. Sarà un miracolo se si riuscirà a incassarne la metà visto lo stato della macchina burocratica (un appalto de’ noantri va avanti per decenni), da una parte. Dall’altra, c’è l’incapacità a “mettere a terra” i progetti da parte del sistema industriale italiano. 

 

GIORGIA MELONI PNRR

Del resto il 40 per cento dei fondi settennali europei non siamo riusciti a spenderli. E l’impossibilità italica di gestire risorse e realizzare progetti è stato uno dei motivi di conforto per Mario Draghi nel lasciare Palazzo Chigi. Essì: una cosa è riempire un foglio di investimenti, un’altra è realizzarli.

 

Nel suo recente e disastroso viaggio a Bruxelles, Giorgia Meloni ha chiesto flessibilità nei tempi spostando alcune spese dal 2026 al 2029. “Ma il problema è molto più grosso: fra l'Italia e la Commissione europea c'è uno scontro in atto su investimenti già deliberati e riforme che avrebbero dovuto essere già completate”, sottolinea Alessandro Barbera su “La Stampa”..

PNRR ITALIA

 

Non solo. La dilazione richiesta dalla Ducetta verrà rimbalzata da una Unione europea che non ha per nulla digerito il ricatto italiano: io firmo il Mes in cambio di questo e quello. A Bruxelles si tratta con la vaselina, non col pugno sul tavolo. Vedi la sonora sconfitta del governo Meloni sullo stop alla vendita di auto a combustione interna dal 2035. 

 

 

LE TENSIONI COL QUIRINALE E I PASTICCI CON L'UE. MELONI SBANDA SUL PNRR E CERCA ALIBI: "È COLPA DI DRAGHI"

Valerio Valentini per “Il Foglio” - Estratto

 

viktor orban giorgia meloni ursula von der leyen

Lamentano un accanimento, un’ostilità “verso un governo che a qualcuno non piace, a Bruxelles”. Dicono, e lo dicono convinti di rivendicare una ragione, che “prima, quando c’era Draghi, non era mica così”. E forse non sanno di che sudore grondasse, di che sforzo diplomatico, quella supposta concordia tra la Commissione europea e Palazzo Chigi ai tempi del banchiere.

 

i progetti dei comuni finanziati dal pnrr

O forse lo sanno, ma preferiscono alimentare una narrazione diversa: che si sostanzia del solito vittimismo sovranista, della sindrome di accerchiamento così ricorrente, nelle impuntature patriottiche. Come che sia, Giorgia Meloni e i suoi collaboratori si preparano già a dover gestire una sorta di resa sul Pnrr: armano la contraerei. 

 

C’è perfino una cartellina, già pronta. Raffaele Fitto l’è andata riempendo, nel corso di lunghi mesi di “monitoraggi”, con tutti i report che, a suo dire, certificano le storture presenti nel Pnrr elaborato da Draghi. Il più classico, insomma, degli alibi italici: l’eredità dei precedenti governi. È a questo che ieri una nota di Palazzo Chigi ha fatto esplicito riferimento per spiegare il perché di un ulteriore prolungamento della fase di assessment da parte della Commissione sugli obiettivi di dicembre. Ma non è che l’inizio.

giorgia meloni punto stampa a bruxelles 1

 

E dunque ecco l’elenco dei programmi troppo ambiziosi o di bandi scritti male (le concessioni portuali, la costruzione degli stadi di Venezia e Firenze) di una mole di opere e di risorse attribuite a quei piccoli comuni del sud che “figuriamoci se di qui al 2026 riusciranno a mettere a terra tutti quei soldi”. E poi i conflitti irrisolti tra alti dirigenti del Mef e i vertici della cabina di regia a Palazzo Chigi (convocata per oggi per fare il punto anche sul RePowerEu), e poi i ritardi di spesa rispetto ai preventivi già certificati nella Nadef di ottobre.

 

IL VIDEO CON CUI BERLUSCONI RIVENDICA IL MERITO DI AVER OTTENUTO I SOLDI DEL PNRR

Meloni lo aveva già detto, ai suoi colonnelli, ancora prima di ricevere l’incarico da Sergio Mattarella: “I ritardi del Pnrr sono evidenti e difficili da recuperare; sarà una mancanza che non dipende da noi, ma che a noi verrà attribuita anche da chi l’ha determinata”. Ma quella era una riunione privata, a Via della Scrofa. Ora l’idea della premier è di uscire allo scoperto. 

 

Della serie: se a Bruxelles qualcuno si azzarda a incolparci, tiriamo fuori le carte. Ieri, il primo accenno. D’altronde già alla vigilia del Consiglio europeo, mentre Giuseppe Conte, alla Camera, rivendicava il suo successo di negoziatore europeo sul Recovery, Meloni non s’era trattenuta: “Se, se, er Pnrr: lo vedremo alla fine che successo”. Come a dire: è già scritto che vada tutto a ramengo. Venerdì, dopo il richiamo all’ordine da parte del capo dello stato, in FdI s’è accesa la paranoia: “Useranno il Pnrr per farci cadere”.

milena gabanelli sui fondi del pnrr ai comuni 3

 

E dunque, dicono, se non alla luce di uno specifico sadismo antimeloniano, come spiegare la pignoleria con cui la Commissione insiste nell’opporre rilievi sui traguardi del dicembre scorso? I collaboratori del ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto, di fronte all’ennesima contestazione su una minuzia che riguardai i target del teleriscaldamento (almeno 15 minuzie su 27 progetti, a ben vedere), hanno alzato le mani: “Ma è assurdo, così è impossibile lavorare”. Davvero, dunque, c’è una volontà d’infierire sull’Italia, da parte di Ursula von der Leyen?

i numeri del pnrr italiano

 

………………

 

E credibilità. “A noi certe cose non ce le lascerebbero passare mai”, è l’obiezione che già pare di percepire nei corridoi di Palazzo Chigi. La verità è, forse, che nel confronto tra Roma e Bruxelles, negli ultimi mesi qualcosa s’è guastato. Fitto gestisce le relazioni con la Commissione, sul Pnrr, con un’oculatezza maniacale, ma volendo tenere un controllo ferreo su ogni dispaccio, su ogni scambio di pareri. 

 

Il rischio che il traffico s’intasi, così, è concreto. Il riassetto della governance – un riassetto su cui la Commissione si è riservata di approfondire, prima di dare il proprio nulla osta – crea inevitabilmente la necessità di aggiustamenti in corsa che complicano il lavoro. 

 

giorgia meloni a bruxelles 4

Funzionari ministeriali che si occupavano dei progetti del Pnrr, ora destinati ad altro ruolo o scaricati in nome dello spoil system, ricevono ancora telefonate da chi gli è succeduto. E le domande sono talvolta di questo tenore: “Ma questa cosa che ci chiede la Commissione, cosa significa?”. Non proprio rassicurante, ecco.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…