giorgia meloni donald trump

GIORGIA S’ATTACCA AL TRUMP – RIMASTA ISOLATA IN EUROPA, LA DUCETTA SPERA NELLA VITTORIA DEL TYCOON ALLE PRESIDENZIALI DI NOVEMBRE PER RECUPERARE TERRENO RISPETTO AI SUOI AVVERSARI MACRON E SCHOLZ – UNA VITTORIA DI MARINE LE PEN IN FRANCIA, INDEBOLENDO IL TOYBOY DELL’ELISEO, LE DAREBBE UNA MANO MA LA SORA GIORGIA E’ IN DIFFICOLTA’ - NON ESCLUDE UNA TRATTATIVA CON URSULA (UN COMMISSARIO DI PESO PER L’ITALIA IN CAMBIO DEL VOTO DEI 24 EURODEPUTATI DI FRATELLI D’ITALIA) MA È PRONTA ALLO SCONTRO: CHIEDERE A TAJANI DI SPINGERE FORZA ITALIA A VOTARE CONTRO LA VON DER LEYEN – LA FIGURACCIA IN EUROPA? FIGLIA DEL “FAZZOLARISMO”, L’APPROCCIO RADICALE ALLA POLITICA…

Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

 

giorgia meloni donald trump

In una notte, ha bruciato molti ponti alle sue spalle. Il giorno dopo a Palazzo Chigi spiegano che Giorgia Meloni l'ha fatto per coerenza, lealtà all'ideale. La realtà è che l'isolamento nel quale si è cacciata in Europa è figlia per metà di un'impostazione politica radicale – nel governo la chiamano "fazzolarismo" – e per metà di una sequenza di errori tattici che l'hanno portata ad accettare l'angolo in cui l'hanno spinta Scholz e Macron. Adesso, comunque, Giorgia Meloni è sola.

ursula von der leyen giorgia meloni g7 borgo egnazia

 

Sola e consapevole di aver dato un dispiacere a Sergio Mattarella. Difficilmente otterrà un vicepresidente esecutivo dell'Ue (c'è chi spera che von der Leyen elimini la figura dell'"esecutivo", per risolverle un problema). Al massimo strapperà un buon portafoglio che le avrebbero concesso in ogni caso. Basterà per dire all'Europarlamento "ci asteniamo" e poi dare mandato ai meloniani di votare a favore nello scrutinio segreto? Da Palazzo Chigi dicono: possibile, tratteremo, ma poi succeda quel che succeda. La verità è che per la premier, dall'altro ieri, è cambiato lo schema di gioco. Suo malgrado.

 

MELONI TRUMP 1

Opponendosi a Costa e Kallas ed astenendosi su von der Leyen, la leader ha scommesso sul caos: a questo punto, inizia a pensare davvero che sia quasi meglio sperare che la politica tedesca cada vittima di franchi tiratori, aprendo magari la strada a Roberta Metsola alla Commissione (con Weber a guidare il Parlamento). Anche perché due fattori politici esterni potrebbero modificare almeno parzialmente il quadro: la vittoria di Marine Le Pen e quella, a novembre, di Donald Trump. Un ribaltone traumatico capace di complicare la vita ai suoi nemici continentali – Francia e Germania - che per il momento l'hanno però costretta all'umiliazione di giovedì notte.

GIORGIA MELONI E URSULA VON DER LEYEN A FORLI

 

È proprio nel Consiglio di Bruxelles, quello della rabbia e della frustrazione, che Meloni si è sbracciata e ha perso. Quando l'ha capito era ormai troppo tardi. In un attimo, ha cercato di dare veste razionale agli antichi istinti isolazionisti: hanno deciso di non coinvolgermi – è l'analisi consegnata allo staff – e a quel punto ho scelto la battaglia solitaria per difendere una posizione di "coerenza". Detta più brutalmente: visto che la sfida era persa, la premier ha guardato al consenso interno. […] Eppure, c'è dell'altro utile a spiegare la strategia portata avanti in un Consiglio drammatico per l'Italia.

 

MELONI TRUMP

C'è intanto la scommessa della presidente del Consiglio su Trump […] E poi c'è la battaglia per la conquista della destra europea. La leadership sui sovranisti è a rischio a causa dell'avanzata di Marine Le Pen. Se c'è una cosa che Meloni non tollera, è apparire annacquata nel posizionamento politico: così sarebbe apparsa se avesse garantito un patto esplicito a Ursula, osteggiato dal resto dei nazionalisti. Già solo ragionare di un dialogo con von der Leyen ha messo in crisi nei giorni scorsi la tenuta dei Conservatori, con il Pis polacco (venti eurodeputati) vicino a un traumatico addio all'Ecr.

 

meloni fazzolari

E anche Orbán si è tirato fuori. Schierarsi all'opposizione della nuova Commissione significa non prestare il fianco destro, soprattutto in caso di vittoria dei lepenisti in Francia.

Infine: nella battaglia sul portafoglio nulla lascia presagire concessioni di rilievo. Semmai il contrario: Meloni rischia di perdere anche qualche delega. Resta in campo il nome di Raffaele Fitto, stimato a Bruxelles e da Ursula. Ma nessuno può escludere sorprese.

 

antonio tajani e giorgia meloni al senato

Ecco perché la trattativa per i 24 voti di FdI in vista del voto segreto del 18 luglio all'Europarlamento ci sarà, ma in salita. Il rischio è che si concluda come la mediazione nel Consiglio Ue: un buco nell'acqua, con Meloni travolta dai veti. Chi rischia di uscire stritolato da questa partita è Antonio Tajani. Senza una tregua, la premier potrebbe chiedergli un atto di lealtà, inducendolo a far votare FI contro Ursula nel segreto dell'urna. E mettendolo di fronte a una scelta: il governo italiano o la famiglia politica europea in cui milita da trent'anni?

antonio tajani matteo salvini giorgia meloniMARINE LE PEN E GIORGIA MELONI COME LE GEMELLE DI SHINING - MEME BY SIRIO VIDEO DI MARINE LE PEN CONTRO GIORGIA MELONI giorgia meloni guarda in cagnesco emmanuel macron g7 2giorgia meloni guarda in cagnesco emmanuel macron g7 3giorgia meloni e antonio tajani (sullo sfondo patrizia scurti e il marito)

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?