giorgia arianna meloni

GONG! POLIZIA CONTRO LE SPIE DELL’AISI - DIETRO LA DECISIONE DI ALLONTANARE GLI AGENTI DI POLIZIA DAL PRIMO PIANO A PALAZZO CHIGI, DOVE VI SONO GLI UFFICI DELLA MELONI, C'È IL CAPOSCORTA DELLA PREMIER. GIUSEPPE NAPOLI, DETTO PINO, MARITO DELLA SCURTI, SEGRETARIA STORICA DI MELONI, E' UN AGENTE IN FORZA ALL'AISI, COME TUTTI GLI ALTRI UOMINI CHE SEGUONO LA LEADER OVUNQUE. SCELTI PERSONALMENTE DA NAPOLI. FIDATISSIMI. DI PROVATA FEDE MELONIANA. IL MESSAGGIO È CHE A PALAZZO CHIGI, TRASFORMATO DALLA DUCETTA IN BUNKER, AD OCCUPARSI DELLA PREMIER "DEVONO" ESSERE SOLTANTO GLI 007 DELL'AISI - ENRICO BORGHI DI ITALIA VIVA E COMPONENTE DEL COPASIR: “SE È VERO CHE LA PREMIER NON SI FIDA DI STRUTTURE STATALI PREPOSTE ALLA PUBBLICA SICUREZZA ALL'INTERNO DI PALAZZO CHIGI, CHE CHI GUIDA LO STATO NON SI FIDA DI UN PEZZO DELLO STATO, CI RENDIAMO CONTO CHE RISCHIAMO IL CORTOCIRCUITO SU QUESTA VICENDA?" - MELONI HA CHIESTO ANCHE UN MAGGIOR FILTRO SULLA PRESENZA DEI COMMESSI PARLAMENTARI AL PRIMO PIANO DI PALAZZO CHIGI...

Estratto dell’articolo di Francesco Grignetti e Ilario Lombardo per “La Stampa”

 

GIORGIA MELONI A PALAZZO CHIGI

Resta convinta della sua scelta Giorgia Meloni: attorno al suo ufficio vuole solo uomini di provatissima fiducia. In sintesi: la sua scorta. Al punto che ha chiesto al cerimoniale della presidenza del Consiglio di creare delle zone off limits anche per i commessi. Nella sua caccia a talpe e spioni, la premier ha cominciato a fidarsi sempre meno anche di questi assistenti che dipendono dalla struttura di Palazzo Chigi, esattamente come avvenuto per i poliziotti allontanati lunedì, che erano destinati a garantire la sicurezza nell'area adiacente al suo ufficio.

 

nel cerchio rosso il marito di patrizia scurti

Mentre prima potevano muoversi liberamente, sulle scale e usando l'ascensore che porta allo studio della presidente del Consiglio, ora i commessi potranno avvicinarsi solo passando dal filtro di controllo della scorta.

 

[…]  Anche per i giornalisti ci sono delle novità: se vorranno continuare a stazionare di fronte al portone esterno, dovranno farlo qualche metro più in là. Sono spesso colleghi delle agenzie di stampa che hanno il compito preziosissimo, tra le altre cose, di capire chi entra e chi esce dagli uffici della presidenza. Altri occhi indiscreti, secondo Meloni, sempre più assillata dal timore di fughe di notizie e di potenziali complotti ai suoi danni.

mattarella pisani

 

Bisogna immaginare Palazzo Chigi diviso in due ali. Quella a sinistra, guardando il portone, dove ci sono i sottosegretari e il capo dell'ufficio stampa; quella a destra è dove lavora Meloni, con un'anticamera e un ascensore da sempre presidiati da due poliziotti. Come scritto da La Stampa, i due agenti non ci sono più. A differenza di quanto sostenuto dal capo ufficio stampa Fabrizio Alfano, in tre giorni ci sono stati tre ordini di servizio da parte dell'Ispettorato che opera a Palazzo Chigi, uno per ogni giorno, il primo verbale e gli altri due scritti, che confermano le disposizioni iniziali.

 

POLIZIA PALAZZO CHIGI

Il clamore della notizia, gli attacchi dell'opposizione e la conferma da parte dei sindacati di polizia, hanno costretto l'entourage di Meloni a correre ai ripari. La premier ha voluto che venissero coinvolti anche il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi e il Capo della Polizia Vittorio Pisani, anche per avere una sponda a difesa della tesi che la decisione è stata presa a tutela di un'agente – parole della premier – «che si ritrovava a fare l'ascensorista e a premere semplicemente un pulsante».

 

Non è chiaro perché Meloni si sia accorta di questa figura addetta alla sua sicurezza solo oggi, dopo quasi due anni a Palazzo Chigi. Proprio due settimane dopo la cospirazione immaginaria contro la sorella Arianna, costruita da Il Giornale di Alessandro Sallusti, e nei giorni dei mille sospetti sul caso di del ministro Gennaro Sangiuliano [...]

 

GIORGIA MELONI NELLA 500 SPIAGGINA INSIEME A PATRIZIA SCURTI E AL MARITO

Ieri, a margine della periodica riunione sulla sicurezza, a Palazzo Chigi c'è stato un breve vertice tra il ministro Piantedosi e l'ispettorato.  Non è ancora chiaro quale sarà il nuovo assetto. Presto potrebbe essere pronto un nuovo ordine di servizio che non ripristinerà le vecchie disposizioni: dovrebbe prevedere un agente al piano, a monitorare l'area di Meloni, ma sempre tenuto a una certa distanza. È alla sua scorta personale che Meloni ha appaltato, quasi esclusivamente, la propria sicurezza e la propria tranquillità. Creando più di un malumore.

 

GIORGIA MELONI A PALAZZO CHIGI

C'è, infatti, anche un braccio di ferro tra apparati, dietro la decisione di allontanare gli agenti di polizia dalle loro precedenti mansioni. Polizia contro Aisi, l'agenzia che sovrintende alla sicurezza interna. E l'Aisi – secondo quanto La Stampa è in grado di ricostruire – ha vinto. Al centro di questa guerra di veleni, c'è il caposcorta della presidente del Consiglio. Giuseppe Napoli, detto Pino, marito della segretaria storica di Meloni, è in forza all'Aisi, come tutti gli altri uomini che seguono la leader ovunque. Scelti personalmente da Napoli. Fidatissimi. Di provata fede meloniana. Ma se il suo potere cresce è perché così vuole Meloni.

 

POLIZIA PALAZZO CHIGI

Come è stato ampiamente raccontato, ad occuparsi della sicurezza della presidente del Consiglio c'è però anche un Ispettorato di Ps che è dedicato soltanto a questo scopo con circa duecento agenti alle sue dipendenze. Sono loro responsabili della sicurezza della presidente del Consiglio: un terminale indispensabile con le altre forze di polizia, con l'Antiterrorismo, con le varie questure e prefetture quando si organizza una trasferta.

 

A capo c'è un maturo dirigente generale della polizia, a cui mancano pochi mesi per andare in pensione. Ed è perfino ovvio – come si racconta nei corridoi del Viminale – che se ci fosse stato qualche caso preoccupante, una fiducia malriposta, una sospetta fuga di notizie, l'Ispettorato e poi direttamente il Capo della polizia ne sarebbero stati informati per primi. Ci si sarebbe aspettati a quel punto una girandola di trasferimenti e qualche procedimento disciplinare. Invece niente.

 

meloni piantedosi

L'allontanamento degli agenti dagli ascensori e dall'anticamera sono stati derubricati a sostituzione degli ascensoristi. Invece è molto di più. È l'implicito messaggio che ad occuparsi della premier "deve" essere soltanto l'Aisi e i suoi 007.

 

La storia ricorda un po' quel che accadde nel 2002 quando a Palazzo Chigi s'insediò Silvio Berlusconi, che pretese di affidarsi totalmente alla Security di Mediaset. Era un clamoroso schiaffo a polizia e carabinieri. Si trovò l'escamotage di far assumere gli agenti privati dai servizi segreti e da allora è rimasta la consuetudine di usare a piene mani gli agenti dell'intelligence per Palazzo Chigi. Il che, nel sistema italiano, è abbastanza incongruo.

GIORGIA MELONI E PATRIZIA SCURTI AL SUMMIT PER LA PACE IN UCRAINA DI BURGENSTOCK, SVIZZERA

 

Si consideri che siccome uno 007 non ha la qualifica di agente di polizia, non può arrestare nessuno. Non ne ha la potestà. E per questo motivo – dicono fonti di Polizia – anche la scorta diretta con mano ferrea da Napoli avrebbe bisogno di essere mista, con dentro qualche agente di Ps.

 

Poliziotti allontanati dal piano degli uffici di Meloni

Antonio Fraschilla per La Repubblica -

 

Italia viva porterà comunque il caso in Parlamento anche dopo la precisazione di Palazzo Chigi: "La premier rischia di valicare un confine che non deve essere superato da nessuno. Se si sdogana il concetto che è la politica a scegliersi i poliziotti o i carabinieri o i finanzieri che fanno determinate operazioni, allora il passo successivo è che non c'è più il criterio della fedeltà alla Repubblica a fare da riferimento.

enrico borghi foto di bacco

 

Ma c'è l'affiliazione, c'è la condivisione politica, insomma si entra nella dinamica dei pretoriani ed è la cosa che noi dobbiamo assolutamente evitare", dice il senatore Enrico Borghi, capogruppo di Italia Viva al Senato e componente del Copasir, intervistato a Radio Popolare.

giorgia meloni tornata a palazzo chigi dopo le vacanze 8giorgia meloni tornata a palazzo chigi dopo le vacanze 6patrizia scurti giorgia meloni GIORGIA MELONI NELLA 500 SPIAGGINA INSIEME A PATRIZIA SCURTI E AL MARITO 2

Ultimi Dagoreport

putin witkoff marco rubio donald trump zelensky

DAGOREPORT – SI ACCENDE LA RIVOLTA DEL PARTITO REPUBBLICANO CONTRO TRUMP - I DANNI FATTI DA STEVE WITKOFF (SOTTO DETTATURA DI PUTIN), HANNO COSTRETTO L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A METTERE IN CAMPO IL SEGRETARIO DI STATO MARCO RUBIO CHE HA RISCRITTO IL PIANO DI PACE RUSSIA-UCRAINA - CON IL PASSARE DELLE ORE, CON UN EUROPA DISUNITA (ITALIA COMPRESA) SUL SOSTEGNO A KIEV, APPARE CHIARO CHE PUTIN E ZELENSKY, TRA TANTE DISTANZE, SONO IN SINTONIA SU UN PUNTO: PRIMA CHIUDIAMO LA GUERRA E MEGLIO È…

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?