antonio calogero montante

IL GIUDICE DEL CASO MONTANTE ACCUSA GLI 007 NOMINATI DA RENZI: ''HANNO MENTITO'' - NELLE MOTIVAZIONI DELLA CONDANNA A 14 ANNI DELL'EX CAPO DI CONFINDUSTRIA SICILIA CI SONO DEI PASSAGGI PESANTISSIMI SUL DIRETTORE DELL'AISI, MARIO PARENTE, E IL SUO VICE VALERIO BLENGINI (PER 10 ANNI CAPOCENTRO A FIRENZE E PROMOSSO DA RENZI MENTRE ERA A PALAZZO CHIGI) CHE, SENTENZIA IL MAGISTRATO, ''MENTONO SAPENDO DI MENTIRE''

Fabio Amendolara per “la Verità

 

Ai tempi in cui il Rottamatore era premier i vertici dell' Aisi, il servizio segreto che si occupa della minaccia interna, si sono arrampicati sugli specchi per confondere i giudici sul sistema di protezione e sulla rete di relazioni su cui poteva contare Antonello Montante, il professionista dell' antimafia ed ex numero uno di Confindustria in Sicilia, condannato con rito abbreviato a 14 anni di carcere il 10 maggio scorso. L' ipotesi è ora ricostruita in una sentenza di 1.700 pagine, che contiene anche i nomi delle barbe finte raccomandate da Montante.

antonello montante

 

L' ha trasmessa alla Procura il gup di Caltanissetta, Graziella Luparello, con la specifica richiesta di approfondire le dichiarazioni di Mario Parente, messo dal Bullo a capo dell' Aisi, e del suo vice Valerio Blengini (per circa un decennio capocentro dei nostri 007 a Firenze e promosso da Renzi mentre era a Palazzo Chigi) che, sentenzia il giudice, «mentono sapendo di mentire».

 

Al centro del caso c' è un capo reparto dell' Aisi, Andrea Cavacece, imputato nell' altro troncone del processo Montante che è attualmente in corso con rito ordinario davanti ai giudici del tribunale.

 

VALERIO BLENGINI

Lo 007 è accusato di aver girato all' ex direttore dell' Aisi Arturo Esposito notizie sull' indagine a carico del colonnello Giuseppe D' Agata, ex capo della Dia di Palermo poi passato ai servizi segreti. Un investigatore che, dopo aver indagato sull' ipotizzata trattativa Stato-mafia, era diventato fedelissimo di Montante. Ed è solo uno degli episodi che, per dirla come il giudice, ha reso «particolarmente impervia l' attività di investigazione, a causa del trasudamento di notizie segrete che, in maniera inizialmente inspiegabile, riuscivano a raggiungere i diretti interessati».

 

Ma è impervia anche la ricostruzione di quelle fughe di notizie. Per provarci il giudice torna indietro al 2015, quando Blengini fu costretto a spiegare ai magistrati che «durante un incontro con personale dello Sco (il Servizio centrale operativo della polizia di Stato, ndr) per gli auguri di Natale, a un collaboratore dell' Aisi erano state chieste informazioni su D' Agata, tanto da indurlo a ritenere che vi fosse un' attività investigativa sul colonnello».

 

ANTONELLO MONTANTE 3

A quel punto Blengini chiese chiarimenti al questore di Caltanissetta, Bruno Megale: «Gli chiesi conferma se avesse notizia di un' indagine su D' Agata perché bisognava valutare l' opportunità di trasferirlo in Sicilia». Ma il questore chiuse ogni discussione. E Blengini confermò alle toghe: «Si trincerò in un silenzio imbarazzato, mi rappresentò solo l' inopportunità di trasferire D' Agata in Sicilia».

 

Blengini, «attivato per esplicita direttiva del generale Esposito», arrivò già troppo informato e forse proprio per questo si beccò un «niet». In più finì in una relazione di servizio con cui Megale mise agli atti la vicenda. A Esposito subentrò Parente. E davanti ai giudici ha retto il gioco del suo vice, precisando che la notizia raccolta alla cena di Natale era «indeterminata».

 

Ma è su quel termine che scivola Parente. Secondo il giudice, «se, come sostenuto dai due appartenenti ai servizi segreti, l' informazione loro pervenuta sulla possibile indagine sul conto di D' Agata fosse stata veramente così generica, non si comprende il senso dell' iniziativa esplorativa condotta presso la squadra mobile nissena, in quanto, in assenza di dettagli sull' oggetto dell' indagine, non era neppure possibile supporre la commissione di reati funzionali da parte di D' Agata, tali da agganciare l' indagine, presunta, ai luoghi di pregresso servizio dello stesso».

 

MARIO PARENTE AISI

Perché andare proprio a Caltanissetta a cercare notizie? Secondo il giudice «nell' articolazione dichiarativa di Blengini e Parente si assiste allo scollamento logico tra l' azione compiuta e la giustificazione addotta». Il giudice un' idea se l' è fatta. E la esplicita così: «È convincimento di questo giudice che Cavacece avesse assecondato il direttore Esposito, al quale D' Agata stava particolarmente a cuore, nel proposito di preservare quest' ultimo dall' indagine, e che, una volta scoperto tale retroscena grazie alla relazione del questore Megale, non rimaneva altro che imbastire una pseudo giustificazione istituzionale, nell' ambito di un patto scellerato al quale potrebbe aver aderito, lo si afferma con grande desolazione, anche l' attuale direttore dell' Aisi, il generale Mario Parente».

 

Ma è anche sugli «addentellati di cui godeva Montante» che si concentra il giudice. Oltre agli «ottimi rapporti di natura personale con il direttore Esposito», Montante aveva già legato con il suo predecessore, l' ex vicecomandante dell' Arma e poi capo dell' Aisi Giorgio Piccirillo. Pranzi e cene, incontri all' hotel Bernini di Roma, sono documentati nell' agenda di Montante. Così come raccomandazioni per progressioni di carriera con tanto di schede da inviare ai politici di riferimento.

 

antonello montante

 E nell' orbita di Antonello da Serradifalco, re dell' antimafia, era finito un' altro 007, Gianfranco Melaragni, ex dirigente superiore della polizia di Stato ora in pensione che, nel periodo degli incontri segnati sull' agenda di Montante, percepiva redditi dalla presidenza del Consiglio dei ministri, il che testimonia, afferma il giudice, che in quel momento Melaragni apparteneva ai servizi di informazione e sicurezza. Così come Mario Blasco, stesso curriculum di Melaragni e stessa posizione sull' agenda di Montante, l' imprenditore attorno al quale, è scritto in sentenza, «si sarebbe eretta una barricata di protezione che gli avrebbe permesso di essere allertato, tempestivamente, dell' esistenza dell' indagine». Una barricata con al centro anche l' Aisi.

Ultimi Dagoreport

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...

troisi papa leone carocci monda

CIAK! LA MESSA È FINITA: ANDATE IN PACE AL CINEMA "TROISI", COSÌ FATE FELICI IL SUO DOMINUS VALERIO CAROCCI E QUEL DISOCCUPATO A CACCIA DELLA BIENNALE VENEZIANA, ANTONIO MONDA - MENTRE LA SETTIMA ARTE IN ITALIA, SOTTO IL DOMINIO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI, STA VIVENDO UNA DELLE SUE FASI PIÙ COMATOSE, TRA SALE VUOTE E “SINISTRI” TAGLI AL TAX-CREDIT DEL MINISTRO GIULI-VO, PAPA LEONE XIV RUGGISCE IN FAVORE DELLE SALE CINEMATOGRAFICHE (MA DA QUANDO IN QUA IL PONTEFICE SI OCCUPA DI RIEMPIRE LE SALE, ANZICHÉ PREOCCUPARSI DI RIEMPIRE LE CHIESE?) - L'UNICO CINEMA CHE BENEFICIA DELLA GLORIA DI PREVOST È IL "TROISI", GESTITO DA CAROCCI CHE, IN DUPLEX CON ANTONIO MONDA, HA CONVINTO IL CARDINALE JOSE' TOLENTINO DE MENDONÇA NELLA DIVINA MISSIONE DI ORGANIZZARE AL CINEMA "TROISI" NOVE INCONTRI CON REGISTI E ATTORI INTERNAZIONALI, SOTTO IL PATROCINIO DEL SANTA SEDE - GRATIS? MANCO PER NIENTE. PER ACCEDERE ALLA SALA BISOGNERÀ SBORSARE 8 EURO. E COSÌ SIA - CAROCCI E LA NOTA STAMPA DEL "PICCOLO AMERICA" CHE RILANCIA LE PAROLE DEL PAPA...

pier silvio marina berlusconi marta fascina arcore

FLASH! - COL PRETESTO DI DARE UNA RIVERNICIATINA A VILLA SAN MARTINO (CHE HA SPESE DI MANUTENZIONE E SERVITU’ DI 220 MILA EURO ALL’ANNO), MARINA & PIER SILVIO SONO FINALMENTE RIUSCITI A FAR SLOGGIARE MARTA FASCINA E IL SUO PAPA’ ORAZIO, CHE NON L’ABBANDONA MAI, DALLA REGGIA DI ARCORE - ORA LA VEDOVA MORGANATICA E’ CONFINATA IN UNA DÉPENDANCE DEL VILLONE DI 130 METRI QUADRATI, DOVE PROBABILMENTE ALLA FINE RESTERÀ IMPEGNATISSIMA A CONTARE I 100 MILIONI DI EREDITA’ OTTENUTI DALLA BUONANIMA DI PAPI SILVIO…