conte chance il giardiniere

GIUSEPPE CONTE IS THE NEW MARIO MONTI – I SONDAGGISTI AVVERTONO: L’EX PREMIER E’ IL PIU’ POPOLARE MA SE FA UN PARTITO RISCHIA. L’AVVOCATO DI PADRE PIO (GLI SCHIAFFI)  PIACE A UN ITALIANO SU 2. MA AVERE STIMA DI LUI NON SIGNIFICA VOTARLO – NOTO: “A GENNAIO, QUANDO CONTE ERA A PALAZZO CHIGI, UN SUO PARTITO VIRTUALE ERA COLLOCATO FRA IL 15 E IL 20% DEI CONSENSI. ORA LE PERCENTUALI SONO DIVERSE” – IPSOS: INTORNO A CONTE PUO’ NASCERE L' ENNESIMA FORMAZIONE CENTRISTA DI CUI L' ITALIA HA UN RECORD POICHÉ SONO GIÀ 18…

Diodato Pirone per il Messaggero

 

conte grillo

Sono due i numeri che contano per inquadrare meglio quello che potrebbe succedere sul fronte 5Stelle. Da una parte c' è il livello di consenso di cui il Movimento gode che si aggira sul 16%. Una cifra che, se equivale alla metà del 32% e spicci che raggiunse alle politiche del 2018, consente tuttavia al partito di collocarsi al quarto posto fra le forze politiche italiane tutto sommato non lontano dalla soglia del 20% intorno alla quale viaggiano Lega, Fratelli d' Italia e Pd.

 

Dall' altra parte c' è il livello di gradimento personale di cui gode l' ex premier Giuseppe Conte.

 

La cifra è molto alta perché si aggira sul 50%. In parole povere questo vuol dire che il personaggio Conte piace a un italiano su due. «Ma avere stima di Conte non equivale a votarlo», ricorda Enzo Risso, direttore scientifico di Ipsos.

 

IL CONFRONTO Il nodo che sta emergendo fra i 5Stelle in queste ore è tutto qui.

Ha ragione Grillo quando dice che è Conte ad avere bisogno del Movimento o ha ragione l' ala contista del Movimento che sostiene l' opposto? «Il fatto è - prosegue Risso - che i 5Stelle finora hanno vissuto tre vite. Nella prima hanno raccolto tutta la protesta da destra e da sinistra. Nella seconda hanno vissuto la fase del governo nelle due versioni in alleanza con la destra e poi con la sinistra.

conte grillo

 

Ora sono divisi fra chi li vede collocati nel segmento centrista del panorama politico con venature ambientali, una sorta di partito verde tedesco in versione italiana, e chi invece, come la quota del Movimento che fa capo a Gillo, intende mantenere un profilo originale e un' anima anti-élites».

 

Già ma se l' unione di queste due anime vale il 16% dei consensi la loro separazione che effetti avrebbe? «Conte prenderebbe un abbaglio se ritenesse che il gradimento verso di lui, indubbiamente alto, fosse la base di un partito come ad esempio En marche, la formazione di Macron in Francia. Intorno a Conte nascerebbe l' ennesima formazione centrista di cui l' Italia ha un record poiché sono già 18. Il segno della rottura fra Conte e M5S sarebbe quello dell' ennesimo sfilacciamento del sistema politico italiano esattamente l' opposto di quello che gli italiani chiedono». Secondo Risso, infatti, dal corpo elettorale arriva una fortissima richiesta di referenti unitari, personaggi in grado di unire il Paese e non a caso il consenso verso Mattarella e Draghi è molto alto, addirittura superiore al 70%.

giuseppe conte beppe grillo luigi di maio 1

 

Ugualmente scettico verso un partito di Conte è Nicola Piepoli, fondatore dell' omonimo Istituto di ricerca. «Lo reputerei una ucronia, un presente non esistente. Qualcosa che esiste solo nel mondo fantastico», dice Piepoli citando lo scrittore statunitense Philip K. Dick, «Ci sono ucronie e utopie - spiega -, questa è ucronia. Conte, per quanto valido, senza un partito si troverebbe in una posizione diversa rispetto ad avere, come avviene adesso con il M5S, uno scudo che lo protegge».

 

beppe grillo davide casaleggio giuseppe conte 2

Opposto il parere di Antonio Noto, della Noto Sondaggi. «A gennaio, dunque in un' altra era e quando Conte era a Palazzo Chigi, un suo partito virtuale era collocato fra il 15 e il 20% dei consensi - spiega Noto - Ora è evidente che queste percentuali sarebbero diverse e tuttavia Conte avrebbe la capacità di raccogliere voti da tre fronti: dai 5Stelle, è ovvio, ma anche quote di elettorato del Pd e soprattutto di italiani sfiduciati che non votano più». Secondo Noto è impossibile in questo momento valutare la forbice del consenso nel quale si potrebbe muovere il partito di Conte. «L' operazione è possibile, scombussolerebbe il panorama politico italiano ma è obiettivamente difficile per vari motivi. In Francia abbiamo appena visto che En Marche, il partito del presidente Macron che è governa già da alcuni anni, alle amministrative ha un peso modesto. Per un nuovo partito di peso sono richieste doti di leadership non comuni e una rete di contatti assai estesa».

 

grillo conte casaleggio

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…