giuseppe conte

UN GOVERNO AL LUMICINO - VERDERAMI AVVISA: “LA CRISI È IN ATTO MA SICCOME NESSUNO AVRÀ IL CORAGGIO DI MUOVERSI, DICONO NEL PD, TUTTI RESTERANNO IN ATTESA DI UN EVENTO ESTERNO, CHE SARÀ IL FATTORE SCATENANTE. MENTRE SI REGISTRANO I FALLIMENTI DI TASK FORCE PLETORICHE E DI COMMISSARI IN AFFANNO, IL GOVERNO SI DIVIDE (ANCHE) SULLE NOMINE…LA SFIDA SUI VERTICI DEI SERVIZI SARÀ UN'ANTICIPAZIONE DELLA RESA DEI CONTI TRA DI MAIO, IL PD E IL PREMIER, CHE SULL'AISE SI STA GIOCANDO UNA PARTITA PERSONALE..."

Gualtieri Conte

Francesco Verderami per il “Corriere della Sera”

 

La crisi è in atto. Ma è una crisi per consunzione, senza per ora soluzione. Perciò il governo resta formalmente in piedi, nonostante sia evidente il progressivo logoramento dei rapporti nella maggioranza e tra le forze di maggioranza e il premier, sottoposto a un processo di delegittimazione dal suo azionista politico di riferimento: il M5S. Di fronte a un Paese in emergenza, l' esecutivo appare incapace persino di convocare un Consiglio dei ministri.

 

conte gualtieri

La gravità della situazione è sotto gli occhi di tutti, al punto che ieri il capodelegazione del Pd Franceschini si è mostrato «molto preoccupato» ad alcuni suoi interlocutori, ai quali ha confidato che «non c'è certezza sulla tenuta del governo». L'unica certezza è che nessuno oggi ha interesse né intenzione di aprire crisi al buio, perché - come afferma un dirigente grillino - «non esiste al momento una soluzione e si sta ragionando sul futuro». Più o meno quanto sostengono i democratici, che galleggiano - per usare le parole di un loro ministro - «tra un senso di responsabilità declinante e una rottura di scatole crescente».

 

L'epicentro della crisi per ora è palazzo Chigi, dove un Conte bifronte ha adottato il presenzialismo come un surrogato del presidenzialismo. Ma alla sua sovraesposizione pubblica non corrisponde una capacità di fare sintesi nelle riunioni di governo. Come racconta chi partecipa ai Consigli dei ministri, «ogni qualvolta Franceschini o Di Maio o Guerini affrontano i nodi politici, Conte non riesce a esprimere una linea che unifichi. E alla fine rimanda».

giuseppe conte roberto gualtieri mes

 

Così si è arrivati al paradosso di un premier che agisce attraverso i Dpcm ma poi sul delicatissimo tema del Mes scarica ogni responsabilità sul Parlamento: «Deciderà il Parlamento», ripete ormai da settimane, come se l'esecutivo non debba presentarsi alle Camere con una posizione.

 

I problemi di metodo hanno ingarbugliato le trattive sul decreto Rilancio. Perché al vertice di maggioranza, invece di ricercare un compromesso politico, il governo si è presentato con l'articolato del provvedimento, provocando il malumore dei ministri per nulla disposti a fare i passacarte. Risultato: dopo due settimane, anche ieri Conte ha dovuto rinviare a oggi.

 

roberto gualtieri si congratula con giuseppe conte per l'informativa sul mes

E agli errori di metodo si uniscono «gravi mancanze di merito», denunciate in modo bipartisan dai democratici e dai grillini, che hanno messo nel mirino anche il ministro Gualtieri: l'accusa è che le norme non esprimono una linea di politica economica ma sono «l'affastellamento dei fondi di magazzino dei direttori generali dei vari dicasteri».

 

Il caos attorno al decreto Rilancio è tale che rischia di pregiudicare il varo del decreto Liquidità alla Camera: l'esame dell'Aula è stato calendarizzato per mercoledì della prossima settimana, ma il ministero dell'Economia ha fatto sapere che tutte le forze del Mef sono impegnate, e fino a venerdì nessuno potrà andare in commissione a Montecitorio, dove si devono esaminare i quattrocento emendamenti presentati al provvedimento.

Tanto basta per capire che il braccio di ferro sulla regolarizzazione dei braccianti è solo la faccia illuminata della luna, dietro cui si intuiscono le ombre dei parlamentari che subiscono le pressioni dei territori e sommano le invettive private con le proteste pubbliche: dopo i flash mob dei ristoratori a Milano, ieri sono apparsi i manifesti dei commercianti a Roma.

roberto gualtieri giuseppe conte luigi di maio

 

La crisi è in atto, ma dato che è una crisi di consunzione dovrà prima consumarsi, siccome «nessuno avrà il coraggio di muoversi», dicono nel Pd: «E tutti resteranno in attesa di un evento esterno, che sarà il fattore scatenante». Ma mentre si registrano i fallimenti di task force sempre più pletoriche e di commissari sempre più in affanno, il governo trova il tempo per dividersi (anche) sulle nomine. E la sfida sui vertici dei servizi sarà un' anticipazione della resa dei conti tra Di Maio, il Pd e il premier, che - rivelano fonti di maggioranza - «sull' Aise si sta giocando una partita personale. Ed è molto presente, in stile Dpcm». Finché c' è nomina c' è speranza.

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO