IL GOVERNO SCRICCHIOLA E GIORGIA MELONI TORNA ALL’ATTACCO: “L'ITALIA NON PUÒ RESTARE OSTAGGIO DI LITIGI E BEGHE DI PALAZZO. ELEZIONI SUBITO” – LA “DUCETTA” È GALVANIZZATA DAI SONDAGGI MA HA IL PROBLEMA DEGLI ALLEATI DI CENTRODESTRA CHE ALZANO LA VOCE MA NON HANNO ALCUNA INTENZIONE DI STACCARE LA SPINA ALL’ESECUTIVO – E IL LAVORIO DELLE SCORSE SETTIMANE SULLA LEGGE ELETTORALE HA MESSO IN ALLARME LA LEADER DI FDI CHE TEME UNA TRAPPOLA COSTRUITA PER RIPROPORRE UN DRAGHI BIS O QUALCOSA DI SIMILE ANCHE NELLA PROSSIMA LEGISLATURA

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Alessandro di Matteo per “La Stampa”

 

SALVINI MELONI BERLUSCONI SALVINI MELONI BERLUSCONI

La linea di FdI è semplice, anche perché è sempre la stessa da tempo: andare al voto. Giorgia Meloni si limita a poche righe su Facebook per commentare le turbolenze della maggioranza e la richiesta, appunto, è la solita: «L'Italia non può restare ostaggio di litigi e beghe di Palazzo. Bisogna tornare al voto per dare alla nazione un governo forte, coeso e che faccia realmente gli interessi degli italiani. Elezioni subito».

 

Quello che però la leader di FdI non dice è che su questo c'è - di nuovo - un problema con il «centrodestra di governo», con gli alleati di Lega e FI che alzano la voce, ma non sembrano intenzionati a staccare la spina all'esecutivo.

 

giorgia meloni al comizio di vox in spagna giorgia meloni al comizio di vox in spagna

Anzi, il lavorio avviato nelle scorse settimane sulla legge elettorale ha ulteriormente messo in allarme FdI, perché è forte il timore di una "trappola" costruita per riproporre un governo Draghi o qualcosa di simile anche nella prossima legislatura.

 

Per FdI il caos di queste ore dovrebbe convincere tutti che non ha più senso sostenere questo esecutivo. Ignazio La Russa è chiaro: «Mentre fino a ieri si poteva dire che l'esistenza del governo era nell'interesse nazionale, oggi con quale faccia si può dire che assistere a questo tiro alla fune è nell'interesse nazionale? A questo punto la cosa migliore è far scegliere agli italiani. Con questa situazione viene meno l'alibi, o la ragione, del governo nell'interesse nazionale».

 

Il rischio di una reazione violenta dei mercati, in caso di elezioni anticipate, non spaventa La Russa, che su questo è perentorio: «C'è tutte le volte il rischio che a qualche potere non piaccia ciò che succede in Italia. Io credo che non possiamo far dipendere le sorti del Paese dallo spread. Meno gli diamo credito, meno ci saranno queste manovre».

 

giorgia meloni al comizio di vox in spagna 2 giorgia meloni al comizio di vox in spagna 2

Come riassume Francesco Lollobrigida, capogruppo alla Camera, «le divergenze tra le forze di maggioranza sono sempre più evidenti e il fallimento del governo Draghi è sotto gli occhi degli italiani. L'unica soluzione è il ritorno al voto e dare all'Italia un governo che ci porti davvero fuori dall'emergenza».

 

Ma, appunto, c'è il timore del blitz dell'ultimo momento. Dice Fabio Rampelli: «C'è chi lavora per una eterna situazione di pareggio, così gli attori principali del governo della nazione si scelgono fuori dalla politica. Per questo parlano di proporzionale, è il tentativo di mettere in campo uno strumento che garantisca il pareggio».

 

SILVIO BERLUSCONI E GIORGIA MELONI SILVIO BERLUSCONI E GIORGIA MELONI

È vero che si parla di un proporzionale con premio di maggioranza, che a FdI potrebbe andar bene, ma «si parte col premio e ci si ritrova solo col proporzionale», insiste Rampelli. Può darsi che FI e Lega siano prudenti rispetto al voto anticipato anche perché i sondaggi danno FdI primo partito. «Non so - conclude Rampelli - può darsi ci sia questo retropensiero. Ma il centrodestra ha sempre avuto una regola: chi prende più voti esprime il candidato premier. Perché ora che FdI potrebbe essere il primo partito non dovrebbe valere più?».

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