dino giarrusso roberta lombardi stefano buffagni

GRILLINI IN FUGA (DAL PARLAMENTO) – I BIG DEL MOVIMENTO CINQUE STELLE HANNO GIUSTAMENTE PAURA DI NON ESSERE RIELETTI E VOGLIONO CANDIDARSI ALLE REGIONALI – L’EX IENA DINO GIARRUSSO HA GIÀ DATO LA SUA DISPONIBILITÀ PER LA SICILIA, BUFFAGNI SCALDA I MOTORI PER LA LOMBARDIA E ROBERTA LOMBARDI PER IL LAZIO. LE SPERANZE DI VITTORIA SONO POCHE, MA ALMENO RIMEDIANO UNA POLTRONA IN CONSIGLIO. RESTA SOLO DA VEDERE SE SARÀ SUPERATO IL TABÙ DEI DUE MANDATI…

Federico Capurso per "La Stampa"

 

giuseppe conte beppe grillo

«Che disastro abbiamo combinato?». Nel Movimento 5 stelle se lo chiedono sempre più spesso, con una nota di disperazione nella voce, mentre osservano il risultato di un'equazione di cui si sentono evidentemente responsabili: da una parte il taglio dei parlamentari, dall'altra il crollo dei consensi. Le prossime elezioni politiche rischiano così di provocare una Caporetto di onorevoli grillini.

 

Ma se i palazzi romani saranno un miraggio, allora diventano appetibili le poltrone dei consigli regionali, dove risiede l'ultima speranza di proseguire la carriera politica.

dino giarrusso a l'aria che tira 9

Ci pensano soprattutto i peones, che attendono di capire cosa ne sarà del limite dei due mandati. Si deciderà dopo le Amministrative di giugno se superare o meno l'ultimo tabù della storia pentastellata.

 

Sarà un passaggio cruciale, perché a quella regola è legata la possibilità di ricandidarsi, non solo per loro, ma anche per quei compagni di partito, oggi consiglieri regionali, di cui tanti deputati e senatori vorrebbero prendere il posto. Questo discorso tocca meno i big e i volti noti del partito, più facilmente rieletti, ma anche tra loro, rispetto al passato, cresce la voglia di una corsa in Regione, magari da candidato governatore.

 

roberta lombardi foto di bacco

In Sicilia, che per prima tornerà alle urne il prossimo ottobre, i Cinque stelle sono spaccati. Dino Giarrusso, europarlamentare ed ex "Iena", ha già dato la sua disponibilità. Campione di like in Rete e amato dagli attivisti, è però finito ai margini del nuovo M5S di Giuseppe Conte, perché quello dei clic è un metodo di selezione che il leader ha voluto archiviare. Giarrusso si deve difendere dalla concorrenza di Giancarlo Cancelleri, sottosegretario ai Trasporti e già candidato alla guida della Sicilia nel 2012 e nel 2017.

 

stefano buffagni

La terza sarà la volta buona? Per vincere, Cancelleri aprirebbe persino ai moderati di centrodestra, un tempo visti come il male assoluto. Si racconta abbia ormai un canale di comunicazione aperto con Gianfranco Miccichè, catalizzatore di voti di Forza Italia nell'isola, e con l'ex governatore Raffaele Lombardo, condividendo con entrambi un nemico politico: l'attuale presidente Nello Musumeci. Eppure, né di Giarrusso né di Cancelleri sembra convinto fino in fondo Conte.

 

Messo alle spalle il 2022, nella primavera del 2023 sarà la volta della Lombardia e del Lazio, dove si voterà - con ogni probabilità - lo stesso giorno delle Politiche. In Lombardia il candidato forte dei Cinque stelle è Stefano Buffagni, deputato milanese ed ex viceministro dello Sviluppo economico. Glielo hanno chiesto in tanti, nelle ultime settimane, e lui di recente ha aperto all'ipotesi.

stefano buffagni giuseppe conte

 

Temuto dal centrodestra (sondaggi interni alla mano), quello di Buffagni è un nome che potrebbe attrarre il voto dei moderati, forte di una rete di rapporti trasversali, che vanno dal sindaco di Milano Beppe Sala al leghista Giancarlo Giorgetti, fino al renziano Giancarlo Librandi. Ma si dovrà discutere nel campo progressista, perché il Pd sembra abbia sondato soprattutto l'economista Carlo Cottarelli, ex Fmi.

 

Rapporti di forza tra alleati già decisi, invece, nel Lazio di Nicola Zingaretti. Il candidato successore sarà indicato dai Dem, ma un ruolo cruciale negli accordi con il Movimento lo giocherà Roberta Lombardi, assessore alla Transizione ecologica nella giunta Zingaretti e tra i pochi grillini a decidere di non ricandidarsi in Parlamento, nel 2018, preferendo un'esperienza in Regione.

NICOLA ZINGARETTI ROBERTA LOMBARDI

 

Le redini sono nelle sue mani e lei preferirebbe forse appoggiare Daniele Leodori, attuale braccio destro di Zingaretti, che in prima persona curò l'ingresso in giunta dei Cinque stelle due anni fa. Lo sfidante è Alessio D'Amato, assessore alla Sanità, volto noto del modello Lazio in pandemia, il più temuto dal centrodestra, ma con una quasi inesistente rete politica alle spalle.

 

NICOLA ZINGARETTI E GIUSEPPE CONTE

D'Amato, cosciente del suo punto debole, ha iniziato a tessere la tela: dal legame con il ministro Roberto Speranza a quello con il direttore dell'ospedale Spallanzani di Roma, fino ai fili annodati con il Vaticano. E ha iniziato, negli ultimi giorni, a sondare anche i vertici M5S vicini a Conte, forse per trovare una sponda diversa da quella di Lombardi. Nel calderone ci potrebbe essere anche la Sardegna, se il governatore Christian Solinas dovesse decidere di dimettersi per tornare in Senato con la Lega al prossimi giro. In questo caso, in pole c'è Alessandra Todde, vicepresidente M5S e viceministra al Mise. Peccato, invece, che l'ex sottosegretario Riccardo Fraccaro non possa più correre nel suo Trentino, dopo aver spostato la residenza a Roma. «Viene qui perché al Nord il M5S non prende un voto», lo punge un collega. Un collega romano. Difficilmente disinteressato.

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO