enrico letta mario draghi matteo salvini giuseppe conte

TRA GRILLO E CONTE, IL CETRIOLONE E' PER LETTA - BELPIETRO: "IL POVERO ENRICHETTO SI TROVA DI FRONTE A UN BIVIO: VOTARE LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA CON I PARLAMENTARI DI LEGA E FORZA ITALIA, CHE ORMAI SONO DIVENTATI PIÙ DRAGHIANI DI DRAGHI, O FARE FRONTE CON I GRILLINI RISCHIANDO DI FAR BALLARE IL GOVERNO? DEVE SCEGLIERE SE SIA MEGLIO IMMOLARSI IN COMPAGNIA DI CONTE O SE SIA PREFERIBILE IMPICCARSI CON LA CORDA DELLA LEGA. AVEVA L'AMBIZIONE DI RILANCIARE LA SINISTRA E ORA SI RENDE CONTO CHE HA BUONE PROBABILITÀ DI AFFOSSARLA…"

Maurizio Belpietro per "la Verità"

 

ENRICO LETTA GIUSEPPE CONTE BY OSHO

Gioiscono i grillini per lo scampato pericolo: Beppe Grillo e Giuseppe Conte sono tornati ad andare d'amore e d'accordo e non si rischia più la scissione. Questa per lo meno è la versione di comodo alimentata da Rocco Casalino e la sua banda di portavoce pentastellati. Quanto il racconto corrisponda al vero lo vedremo presto, appena i nodi verranno al pettine, ossia nel momento in cui ci sarà da prendere una decisione e allora si capirà chi decide che cosa e soprattutto se l'ex presidente del Consiglio è davvero un capo politico con pieni poteri o si fa solo finta che lo sia.

 

draghi letta 1

In attesa di conoscere la verità, chi non ha alcun motivo per gioire è di certo Enrico Letta, il quale fra tanti grattacapi (il guaio più clamoroso è quello calabrese, dove da mesi il Pd brucia un candidato dietro l'altro) ora ne ha uno in più e si chiama Giuseppe Conte. L'ex premier, da alleato che era fino a qualche tempo fa, rischia infatti di diventare un avversario, perché se davvero ha in testa di avere «piena agibilità politica», cioè libertà di manovra per riconquistare i voti grillini perduti, non potrà che applicarla a scapito del Partito democratico. Eh, già.

 

marta cartabia sergio mattarella

Il primo problema si chiama riforma della Giustizia, un provvedimento che sta a cuore non solo a Mario Draghi, che lo ritiene fondamentale per ottenere il semaforo verde di Bruxelles all'erogazione dei soldi del Recovery plan, ma anche alla sua autrice, ovvero Marta Cartabia, cocca di Sergio Mattarella il quale, secondo i «si dice» del Palazzo, avrebbe piacere di passarle il testimone e incoronarla presidente della Repubblica. Non è pensabile che Enrichetto voglia dare un dispiacere al capo dello Stato, che peraltro viene dalla stessa scuola politica del segretario del Pd, ossia dalla sinistra democristiana.

 

enrico letta giuseppe conte 1

Sottiletta non ha intenzione di mettersi neppure contro il presidente del Consiglio e l'Europa, ritardando una riforma tanto attesa, anche perché il capo del governo è stato chiaro: sulla Giustizia si compra a scatola chiusa. Tradotto: in Parlamento non sono ammesse modifiche e si vota tappandosi gli occhi, la bocca e pure le orecchie. Dunque, che farà l'uomo che si è intestato il ruolo di pacificatore della sinistra?

 

sergio mattarella

Dirà di sì a Conte, che la riforma la vuole cambiare per poter mettere in difficoltà il governo e possibilmente farlo cadere, o dirà di sì a Draghi, votando diversamente da come potrebbero votare i 5 stelle? Una terza via, soluzione in cui sono specializzati i compagni quando non sanno che pesci prendere e dunque s' inventano soluzioni fantasiose, al momento non risulta. Perciò il povero Enrichetto si trova di fronte a un bivio: votare con i parlamentari di Lega e Forza Italia, che ormai sono diventati più draghiani di Draghi, o fare fronte con i grillini rischiando di appiattirsi sulla loro linea e di far ballare i cerchioni del governo?

 

marta cartabia sergio mattarella aula bunker ucciardone cerimonia anniversario strage capaci

La risposta è praticamente scontata, perché se il Pd si attacca al carro di Conte, non solo finisce fuori strada, ma rischia di far deragliare anche la riforma della Giustizia e di conseguenza lo stesso esecutivo. Insomma, il piano B in realtà è un piano D, che sta per disastro, e perciò rimane solo il piano A e dunque votare con l'odiato Salvini e il poco adorato Berlusconi.

 

Il che equivale a dare vita a una maggioranza nuova, con il baricentro a destra, che per gli ambienti da cui proviene Letta è il peggio che possa accadere. Il segretario del Pd ha quindi due possibilità che rischiano di finire entrambe con un suicidio: deve scegliere se sia meglio immolarsi in compagnia di Giuseppe Conte o se sia preferibile impiccarsi con la corda della Lega. In tutti e due i casi, comunque sempre di una brutta fine si tratta, visto che aveva l'ambizione di rilanciare la sinistra e ora si rende conto che ha buone probabilità di affossarla.Tuttavia, per non deprimere oltremodo Sottiletta, dobbiamo anche osservare che è molto difficile che il nuovo capo politico del Movimento 5 stelle porti fino in fondo la sua sfida sulla Giustizia.

draghi letta

 

Nonostante in pubblico si lasci andare a progetti bellicosi, in modo da accontentare l'elettorato grillino più deluso, in privato dovrà fare i conti con la maggioranza dei parlamentari, che di andare a casa non hanno alcuna intenzione. È vero che a fine mese scatta il semestre bianco, ovvero il periodo che precede la nomina del nuovo capo dello Stato in cui non è possibile sciogliere il Parlamento, ma fare lo sgambetto a Draghi sulla riforma della Giustizia può rivelarsi pericoloso, perché le crisi si sa dove cominciano e non si sa dove finiscono.

 

giuseppe conte e rocco casalino

Come ha potuto sperimentare lo stesso Conte sulla sua pelle: per pochi voti ci ha rimesso la poltrona. E dire che Rocco Casalino e la sua banda erano convinti di poter asfaltare Renzi ma, come si è visto, sono finiti asfaltati. La domanda da porsi dunque è una sola: la premiata ditta Conte & Casalino avrà imparato la lezione? Lo sapremo presto.

Ultimi Dagoreport

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...