vladimir zelensky

LA GUERRA TRASFORMA ANCHE I CLOWN IN EROI - LA PARABOLA DI VOLODYMYR ZELENSKY, L’EX COMICO CHE LE BOMBE DI PUTIN HANNO TRASFORMATO NEL SIMBOLO DELLA RESISTENZA - NEL 2019 VINSE CON IL 73% DEI VOTI. IL SUO PARTITO, “SERVITORE DEL POPOLO”, PRENDE IL NOME DALLA SERIE IN CUI INTERPRETAVA UN INSEGNANTE DI LICEO CHE DIVENTAVA PRESIDENTE. UNA PROFEZIA POI AVVERATA - IL POPULISMO, LA LOTTA ALLA CORRUZIONE (CHE NON C’È STATA) E I PANDORA PAPERS: LUCI E OMBRE DEL PRESIDENTE UCRAINO

 

 

Cesare Martinetti per “La Stampa”

 

IL VIDEO MESSAGGIO DI ZELENSKY AL PARLAMENTO FRANCESE

Ci voleva un comico per mantenere le promesse solitamente bugiarde dei politici in campagna elettorale. Un ometto con la faccia qualunque che appena qualche mese fa - a settembre - era stato ricevuto nell'indifferenza quasi generale alla Casa Bianca, allora sotto la botta del disastroso ritiro dall'Afghanistan.

 

Un attore, anzi un clown come tuttora scrivono i giornali francesi per sottolinearne l'improbabilità ormai capovolta in una rispettosa e universale celebrazione. In pochi giorni, in poche ore, è comparso in video, maglietta verde militare e barba lunga, nelle storiche aule parlamentari dove si è costruita e difesa la democrazia occidentale.

 

ZELENSKY ALLE CAMERE

Da Westminster al Congresso degli Stati Uniti, (al cospetto delle ombre di Churchill e Lincoln), dal Reichstag alla nostra Camera dei deputati, all'Assemblée Nationale di Parigi, dove ieri non ha mancato di far risuonare quello che resta il più rivoluzionario dei programmi politici: liberté, égalité, fraternité.

 

VOLODYMYR ZELENSKY COME CHURCHILL

Ecco, a Volodimir Zelensky va riconosciuto innanzitutto il coraggio personale e la capacità di aver unificato e interpretato uno spirito nazionale in cui si riconoscono le tanti anime che ribollono nel calderone ucraino. Da Majdan (2014) in poi, con tutte le contraddizioni e le maledizioni della storia di questo popolo, dalle carestie indotte dal potere sovietico, alle complicità con i nazisti, ai ripetuti e sconvolgenti pogrom contro gli ebrei, da Kiev è uscito un sentimento limpido per l'Europa.

 

Sulle barricate di Majdan, mentre dalle nostre vecchie e capricciose società - italiane o francesi - si sputacchiava sull'idea d'Europa, laggiù sventolava la bandiera blu con le stelle d'oro. Quella che per noi era diventata una noiosa abitudine, per loro era l'orizzonte di futuro da contrapporre al vischioso alito di Mosca.

 

Ucraina, Zelensky mostra al Congresso video shock sulla guerra
ZELENSKY

È da allora che i cingoli dei tank di Vladimir Putin muovono verso l'Ucraina, era solo questione di tempo. Ce n'è voluto qui da noi per accettare la realtà di una strategia geopolitica e culturale che aveva anche un nome, la "Novorossia", la riconquista dello spazio ideale e persino mistico (grazie a una chiesa totalmente asservita) pur espressa a chiare lettera dal capo del Cremlino. È da questo calderone che è spuntato fuori come da una scatola magica un pop-up cangiante di nome Volodimir Zelenski.

 

vladimir zelensky 3

Adesso che piovono bombe su Kharkiv, Mariupol e che da ben tre direzioni le colonne russe muovono su Kiev, siamo tutti a modo nostro "ucraini". Ma cosa sarebbe stata questa battaglia se a rappresentare la nazione ci fosse un epigono della nomenklatura arricchitosi nel caos post-sovietico. La Storia per quanto feroce, ha una sua astuzia.

 

mercato di kharkiv distrutto dalle bombe russe

 Ed è così che dalle urne presidenziali il 21 aprile 2019 Volodimir Zelensky ha ricevuto il 73 per cento dei voti, battendo, anzi stracciando l'avversario, il presidente in carica Petro Poroshenko, ricchissimo industriale del cioccolato, che pure era stato eletto nella fucina del post-Majdan. Zelensky, chi era costui? Niente affatto sconosciuto, ma non certo per ragioni politiche, semmai anti-politiche. Ebreo non praticante, sposato e padre di due ragazzi, era nato nel 1978 a Kryvy Rig, una cittadina industriale russofona nel centro del Paese. Dal 2015 era la vedette di una serie televisiva in due stagioni di enorme successo, "Servitore del Popolo", in cui si raccontava di un cittadino comune - un professore di storia onesto e ingenuo - diventato per caso capo di Stato.

 

Kharkiv dopo i bombardamenti

Un brillante mix di comicità classica e satira politica, acquistato perfino da Netflix. Attore protagonista ha incarnato il sogno dell'uomo comune di fare finalmente piazza pulita dei politici, considerati tutti corrotti in un paese dove gli oligarchi si sono spartiti per anni le ricchezze, come in una scena della serie dove appaiono mentre giocano a una specie di Monopoli che ha la sagoma dell'Ucraina. Inevitabile pensare a Beppe Grillo, ma Volodimir Zelenski è andato fino in fondo, da solo.

 

volodymyr zelensky e jens stoltenberg 6

Alla vigilia di Natale del 2018 ha annunciato la sua candidatura accanto a un albero di Natale suscitando perplessità e umorismo. Uno scherzo?

 

La terza serie tv, in sole tre puntate, è stata trasmessa alla vigilia del primo turno delle elezioni di marzo dove l'improbabile candidato ha preso il 30 per cento, il doppio di Poroshenko, il triplo del filo Putin Yuri Boyko.

 

Solo i due estremi geografici e politici dell'Ucraina non gli hanno dato la maggioranza, la Leopoli nazionalista e i nostalgici dell'Urss nel Donbass.

 

volodymyr zelensky visita un ospedale a kiev

Due i punti base del programma elettorale: lotta alla corruzione e pace - appunto - nel Donbass.

 

Per il resto la continuazione in vero del suo scenario tv, populismo spinto, lo sbarco in parlamento e l'arrivo al governo di un universo giovane, decomplessato, variopinto con l'ossessione dell'"onestà" e con l'urgenza esistenziale di entrare in Europa e atterrare sul pianeta Occidente.

 

 

 

 

 

volodymyr zelensky ballerino fluido 8

Questo rappresenta maggioritariamente Zelensky con il suo 70 per cento di voti, non quel 2 per cento di estrema destra filo nazista pur presente nella "Rada" (il parlamento) di Kiev.

 

Con ammirevole sangue freddo e il talento del commediante, ha calibrato i suoi discorsi ai parlamenti secondo le sensibilità di ciascun paese: ad americani e inglesi ha chiesto armi per la guerra, a noi italiani litigiosi, riluttanti e sospettosi ha chiesto di lavorare per "la pace", ai francesi affaristi di ritirare le loro aziende dalla Russia. La fiction di Volodimir Zelensky si è prolungata in una drammatica realtà, mutandolo da clown a leader storico in una guerra che non finirà presto

Andriy Yermak Volodymyr Zelensky vladimir zelensky 1volodymyr e olena zelensky 2volodymyr zelensky ballerino fluido 12vladimir zelensky giura da presidente dell'ucraina 10VOLODYMYR ZELENSKY FA IL PUGNO CHIUSO IN VIDEO CONFERENZA AL PARLAMENTO EUROPEO vladimir zelensky 2volodymyr zelensky angela merkelURSULA VON DER LEYEN DURANTE IL COLLEGAMENTO DI ZELENSKY zelensky in versione ballerino 4zelenskyVOLODYMYR ZELENSKY NEL SUO BUNKER A KIEVvolodymyr zelensky zelensky in versione ballerino 1ZELENSKY ERDOGAN PUTINvolodymyr zelensky ballerino fluido 10zelensky in mimetica a kiev 1volodymyr zelensky ballerino fluido 11vladimir zelensky giura da presidente dell'ucraina 8vladimir zelensky giura da presidente dell'ucraina 1vladimir zelensky giura da presidente dell'ucraina 9vladimir zelensky giura da presidente dell'ucraina 5

Ultimi Dagoreport

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…