putin biden

GUERRE STELLARI? NO, PEGGIO - IL CONFLITTO IN UCRAINA STA METTENDO IN DISCUSSIONE LA COLLABORAZIONE FRA STATI UNITI E RUSSIA NELLA STAZIONE SPAZIALE: UNO SCONTRO COME AI TEMPI DELLA GUERRA FREDDA - DOMENICO QUIRICO: "NELLA COLLABORAZIONE SPAZIALE I RUSSI SVOLGONO ANCORA UN RUOLO FONDAMENTALE. DIPENDE DALLA LORO TECNOLOGIA LA PROPULSIONE CHE CONSENTE IL CONTROLLO DELLA STABILITA' DELLA STAZIONE SPAZIALE..." 

Domenico Quirico per “La Stampa

 

DOMENICO QUIRICO

La guerra è una malattia che segue il suo corso. Dopo più di cento giorni in cui sta rastrellando l'Ucraina già ci accorgiamo di vivere il complesso di Ulisse, ovvero di essere attratti irresistibilmente dall'ignoto.

 

Prima fu il rischio di estensione oltre le frontiere di Kiev, poi la crisi del gas, poi i sussurri e le grida atomiche, poi il grano. Viviamo, purtroppo, in un momento drammatico che usa parole drammatiche. Ai bei tempi la parola problema veniva usata soltanto dai matematici: oggi si estende a ogni cosa e spesso legittimamente. Il nuovo problema ascende ora fino al cosmo.

 

PUTIN BIDEN

Perché la collaborazione tra Mosca e Washington (e l'Europa) per l'esplorazione spaziale costituiva uno dei capitoli a cui si era confortevolmente legata la speranza di aver sotterrato per sempre la guerra fredda. Speranza passata in eredità dall'Urss alla Russia post sovietica. La efficienza spaziale insieme alle bombe atomiche e ai missili (ma le due cose purtroppo erano collegate) sembravano una delle poche modernità sopravvissute alla eutanasia dell'orribile 1989.

 

Non mancavano segnali positivi. A marzo, a guerra già ben avviata con minacce, sanzioni e invio di armi tra occidente e Mosca, c'erano quelle immagini che arrivano dalla stazione spaziale internazionale, gli abbracci tra gli astronauti delle due parti.

 

vladimir putin joe biden ginevra

E poi la navicella Soyuz che riportava sulla terra, nel centro spaziale russo di Baikonur!, un tedesco insieme a due colleghi russi. Ora quelle immagini sembrano appassite, rese inattuali dal protrarsi e dal globalizzarsi dello scontro. Che sembra avviato a coagulare in modo permanente due blocchi fieramente ostili sul modello degli cinquanta, in cui non sono possibili isole di collaborazione.

 

soyuz 6

Prima avvertenza. Evitare la smania ricorrere alla stantia metafora delle guerre stellari. Non c'è film che possa eguagliare la pericolosità e la ferocia di una concreta realtà storica. È un fatto che come ogni corpo è unito a un'ombra la conquista dello spazio e la guerra fredda sono stati sempre inestricabilmente intrecciati.

 

soyuz 5

Su molti piani, dalla dimostrazione della superiorità scientifica e tecnologica, a quello della lotta tra le ideologie, socialismo volontaristico contro capitalismo efficentista; e poi militare perché i missili che portavano cagnolini scimmiette e astronauti in orbita erano gli stessi che potevano servire a depositare le bombe atomiche sul territorio nemico. E del cosmo si approfittava anche per spiare il nemico, modernizzando la tradizionale attività degli spioni in carne e ossa.

 

soyuz 1

Il 4 ottobre del 1957 il mondo a bocca aperta registrò un evento che segnò la fine di quel «secolo americano» che Henry Luce aveva inaugurato nel 1941 quando aveva spronato il popolo americano a «accettare con entusiasmo i doveri e la missione della nazione più potente del mondo» e di far sentire «tutto il peso della sua influenza per gli scopi e i mezzi che gli sembravano più opportuni».

 

Quel giorno Mosca annunciò il primo riuscito lancio in orbita di uno Sputnik, un satellite della terra che pesava 184 chili ruotava intorno al pianeta a una altezza di 560 chilometri, alla velocità di 18 mila miglia all'ora. Pesava, si stupirono gli scienziati americani, sei volte di più degli ordigni che loro stavano preparando. Il senatore Lindon Johnson, il futuro presidente del Vietnam, lo ammise a testa bassa: «I sovietici ci hanno battuti sul nostro terreno, quello degli audaci progressi della scienza nell'età atomica».

 

stazione spaziale

L'Età atomica, già. Lo Sputnik svelava che i russi disponevano davvero di un missile balistico intercontinentale e quindi avevano la possibilità di lanciare bombe a testata nucleare su qualsiasi bersaglio.

 

Se in una democrazia emotiva come quella americana lo choc iniziale non fu così violento come l'attacco giapponese a Pearl Harbour le ripercussioni furono più profonde e di maggiore durata. Iniziò uno dei capitoli più intensi e pericolosi della guerra fredda che fu nello stesso tempo scientifica e militare, intreccio che è uno dei grandi guai che abbiamo ereditato dal secolo breve.

 

stazione spaziale internazionale 3

Fino al 1957 i politici americano avevano vissuto nella convinzione che i comunisti russi fossero dei contadini ignoranti, temibili solo per la ottusa determinazione ideologica. Ma si negava che la seconda guerra mondiale li avesse resi una potenza mondiale. Qualcosa che ricorda la più recente illusione che la Russia putiniana fosse sempre una innocua carcassa della fine della Storia nel 1989 e non fosse in grado di guastare in modo così brutale e sfrontato l'ordine americano del mondo. Di qui la sbigottimento, il capovolgimento fulmineo.

 

Gli Sputnik innescarono la ondata maccartista che mise a rischio la democrazia americana. Si attribuì il sorpasso sovietico nello spazio non a una impossibile superiorità scientifica ma al satanico tradimento di un gruppo di sette spie e scienziati che avevano trasmesso i segreti all'Oriente.

 

Yuri Gagarin

A Mosca il ritorno degli astronauti da Gagarin in poi divenne la parata più importante per la nomenklatura suprema, si spiava l'ordine sul palco d'onore veniva per decifrare ascese e cadute dei gerarchi comunisti come sulla piazza rossa per la sfilata della vittoria.

 

Ora i segnali che anche nello spazio il fossato tra occidente e Russia si sta allargando si moltiplicano. Il capo del programma spaziale russo Dimitri Rogodin ha annunciato che le sanzioni potrebbero compromettere la stazione spaziale internazionale fino a causarne la caduta. E ha annunciato per ora misteriose decisioni irrevocabili. Rogodin non fa solo propaganda. Nella collaborazione spaziale i russi svolgono ancora un ruolo fondamentale.

 

stazione spaziale internazionale

Dipende dalla loro tecnologia la propulsione che consente il controllo della stabilità della stazione spaziale affinché non esca dall'orbita. Anche legati ai russi sono i viaggi di rifornimento e di trasferimento degli astronauti di vari paesi dopo che gli stati uniti hanno proprio per questa che sembrava una consolidata spartizione dei compiti hanno abbandonato il programma degli Shuttle.

 

Le sanzioni qui funzionano: l'embargo ha reso problematico il rifornimento di materiali necessari alla tecnologia russa. Già alcuni esperimenti che dovevano essere sviluppati da astronauti occidentali temono il protrarsi della guerra e la fine del progetto comune della stazione internazionale. Sullo sfondo, in attesa paziente, il terzo protagonista: la Cina con la sua stazione spaziale.

Ultimi Dagoreport

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…