giuseppe conte luigi di maio beppe grillo davide casaleggio

GUERRE STELLATE - CASALEGGIO NON HA NESSUNA INTENZIONE DI CONSEGNARE L’ELENCO DEGLI ISCRITTI, DA CUI DIPENDE IL VOTO SULL’INVESTITURA DI CONTE COME LEADER DEI CINQUE STELLE. IL FIGLIO DI GIANROBERTO PUNTA A LOGORARE "GIUSEPPI" E A METTERLO (ANCORA DI PIÙ) IN DIFFICOLTÀ, CON LA SCUSA DELLA PRIVACY DEGLI ATTIVISTI – MA ANCHE I BIG INIZIANO A INNERVOSIRSI PER IL SILENZIO DI CONTE, CHE L'EX PREMIER ROMPERÀ SOLO PER L'AGORÀ CON LETTA E BETTINI...

beppe grillo davide casaleggio giuseppe conte 3

Ilario Lombardo per "la Stampa"

 

Davide Casaleggio ha fatto la contromossa che Giuseppe Conte sperava non avrebbe fatto. Non vuole cedere il database degli iscritti, il cervello collettivo attorno al quale il padre Gianroberto, fondatore del M5S e ideatore della piattaforma online Rousseau, aveva costruito la sua personale utopia della democrazia diretta.

 

DAVIDE CASALEGGIO ALESSANDRO DI BATTISTA

L' ex premier è furioso perché Davide aveva garantito a tutti gli ex compagni di battaglia che non ci sarebbe stato alcun problema: appena scaduto l' ultimatum che lui stesso aveva fissato al 22 aprile, data limite per i 450 mila euro che reclama dai parlamentari morosi, Casaleggio Jr si sarebbe tenuto solo Rousseau. Avrebbe invece consegnato le mail degli iscritti, necessarie a preparare la votazione che dovrà incoronare Conte e battezzare il nuovo M5S.

gianroberto casaleggio grillo

 

Ebbene, così non è stato. E ora in un domino di effetti spiacevoli l' investitura da leader dell' avvocato potrebbe slittare ancora. Il divorzio del manager titolare dell' Associazione Rousseau - legata da statuto al M5S - si sta rivelando, come previsto, molto complesso, appeso a cavilli e a furbizie legali. La strategia di Casaleggio Jr fa leva sulla privacy degli attivisti. A chi consegnare i loro dati, se non c' è un rappresentante legale e legittimato del M5S? Non lo è Conte, sostiene, perché non è ancora capo politico. Né lo è Vito Crimi, perché non è più capo politico.

 

LUIGI DI MAIO VITO CRIMI

Così in questo vuoto improvviso la famiglia più disfunzionale della politica italiana si trova a galleggiare quasi senza più ossigeno. Con Crimi lo scontro è diventato duro: «Dovrà consegnarci per forza gli iscritti. Il M5S ne è titolare unico ed esclusivo», ripete il senatore in queste ore. E quando dice «dovrà» si riferisce agli avvocati che assieme a Conte sono pronti a scatenargli contro.

 

ALESSANDRO DI BATTISTA DAVIDE CASALEGGIO

Crimi, che conosce da tempo il manager e sospetta soprattutto del suo braccio destro Enrica Sabatini, ha spiegato all' ex premier quale sia l' obiettivo a breve termine della vendetta di Davide. Inceppare il meccanismo della rifondazione del M5S che per forza di cose snaturerà il progetto del padre. Per farlo deve arrivare al 30 aprile, quando è attesa la sentenza del tribunale di Cagliari. E qui la storia si complica, dando l' idea del labirinto da incubo in cui si è infilato l' ex premier.

 

Prima della crisi che ha portato alla caduta del governo Conte, gli Stati Generali del M5S avevano sancito che la futura leadership del Movimento sarebbe tornata a essere collegiale.

 

BEPPE GRILLO DAVIDE CASALEGGIO

Questa decisione è, da statuto, vincolante. Se il giudice, chiamato a esprimersi sul ricorso della consigliera espulsa Carla Cuccu, dovesse imporre la scelta immediata di un direttivo, il M5S sarà tenuto a dotarsi immediatamente di un nuovo vertice allargato, che a sua volta poi dovrebbe cambiare lo statuto per eleggere Conte capo politico.

 

beppe grillo davide casaleggio giuseppe conte 2

Passerebbero altri giorni e si aprirebbero possibili scenari di incertezza. Motivo per il quale, nonostante il caos scatenato dal video in difesa del figlio indagato per stupro, l' avvocato spera in un intervento di Beppe Grillo, che in qualità di garante può offrire una soluzione più accomodante. Tipo: scegliere personalità non ostili a Conte che sbrighino la faccenda del cambio di statuto con piglio notarile.

 

beppe grillo the father by gianboy

Non è escluso, infatti, che attorno alla leadership collegiale si venga a creare una nuova sfida tra i big. Tra i grillini in Parlamento si racconta di una forte tentazione di Luigi Di Maio di tornare alla guida. Non direttamente in competizione con Conte, s' intende. Ma come referente numero uno di questo ipotetico direttorio che potrebbe interfacciarsi all' avvocato. Lo evocano non in pochi, spaesati dalla distanza e dal silenzio dell' ex premier.

 

Conte aveva garantito a «La Stampa» che entro questa settimana avrebbe presentato il suo progetto di M5S, il nuovo statuto e la carta dei valori. Ma per non smentire la sua fama di campione nel dilatare i tempi, l' evento di presentazione è slittato ai primi di maggio. Difficile però che possa già dare una risposta sull' eterno dilemma del limite dei due mandati, inderogabile secondo Grillo.

LUIGI DI MAIO E VITO CRIMI

 

Circa una cinquantina tra deputati e senatori attendono, pronti ad andare via se Conte non darà garanzie chiare anche su questo.

 

Intanto, se eventuali cause con Casaleggio non dovessero trascinare i tempi troppo in là, nel giro di massimo due settimane si potrebbe avviare la votazione per formalizzare la leadership dell' ex avvocato. Il problema è che sono calcoli astratti che tengono solo in parte conto di un sospetto diffuso tra i grillini: e se Conte volesse arrivare a giugno senza un' investitura, in modo da evitare di farsi coinvolgere dalla delicata partita delle candidature alle prossime amministrative?

 

grillo conte casaleggio

«Stiamo aspettando tutti lui per capire cosa fare. A meno che cerchi di non di mettere la faccia, come primo atto, su tante sconfitte e liti con il Pd» spiega una fonte autorevole del M5S. Tutto è congelato, confuso: alleanze, città dove i 5 Stelle saranno candidati e dove no. Al momento l' intesa con il Pd non decolla, a Roma, Milano, Torino, Bologna.

 

conte fico

E anche a Napoli il nome di Roberto Fico è ancora in sospeso. Ma ci sono anche tante altre realtà più piccole che attendono, e le lamentele sono arrivate fino a Di Maio, ad Alfonso Bonafede, a Stefano Patuanelli, stupiti loro per primi dell' insistito mutismo di Conte. Un silenzio che l' ex premier romperà domani, quando si collegherà all' agorà del Pd con il segretario Enrico Letta e Goffredo Bettini. Un debutto fuori dal Movimento che rende ancora più snervante l' attesa di chi tra i 5 Stelle ha chiamato sul telefono dell' avvocato e ha sentito sempre suonare a vuoto.

VIGNETTA ELLEKAPPA - BEPPE GRILLObeppe grillo

Ultimi Dagoreport

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...