luigi di maio ilva

ILVA FUNESTA – DOPO LA CANCELLAZIONE DELL’IMMUNITÀ PENALE PER I VERTICI DI ARCELOR MITTAL VOLUTA DA DI MAIO IL FUTURO DELL’AREA DI TARANTO È SEMPRE PIÙ A RISCHIO – AI GRILLINI NON INTERESSA, ANCHE PERCHÉ AVEVANO PROMESSO DI CHIUDERE TUTTO, MA IN BALLO CI SONO 11MILA POSTI DI LAVORO E L’1% DEL PIL – LA LEGA CHE FA?

Roberta Amoruso per “il Messaggero”

ilva

 

Quando sul tavolo tornano improvvisamente in gioco 11 mila posti di lavoro e l'ennesimo pezzetto (almeno l'1%) di Pil nazionale, è evidente che i rischi sono troppi e che il futuro dell'ex-Ilva non potrà fermarsi con la cancellazione dell'immunità penale per i vertici di Arcelor-Mittal tanto sbandierata anche ieri dal vicepremier Luigi Di Maio. Certo, la tentazione di un piano senza Ilva per l'area di Taranto è forte per i Cinquestelle che hanno fatto promesse precise da quelle parti e che proprio lì hanno un pezzo importante della loro base. Ma non può essere questa la via d'uscita dall'ennesima impasse sulla strada della riconversione del polo siderurgico.

 

luigi di maio in imbarazzo davanti ad alessandro marescotti a taranto 1

Dopo la doccia fredda arrivata venerdì scorso con il decreto crescita i vertici di Arcelor-Mittal hanno fatto sapere di dover contare sulle «tutele legali», sulla «certezza» e sul rispetto degli accordi per poter gestire l'azienda e andare avanti con un piano di investimenti da 2,4 miliardi, di cui la metà per il piano ambientale. Ma al di là della barra dritta tenuta ieri da Di Maio, uno spiraglio di compromesso c'è e anche l'amministratore delegato Matthieu Jehl dovrà aspettare l'approvazione del decreto, entro sabato, per capire quanto concreto sia questo spiraglio.

 

ilva taranto 9

Il salvagente per Arcelor-Mittal è infatti contenuto nell'ordine del giorno presentato dal capogruppo alla Camera per la Lega, Riccardo Molinari, e approvato con parere favorevole del governo dopo l'ok alla fiducia al decreto Crescita. Lo stop all'immunità penale per gli interventi legati al piano ambientale dello stabilimento tarantino, contenuto nell'articolo 46 del decreto, secondo l'ordine del giorno, potrebbe essere rivisto.

 

di maio in prefettura a taranto 9

E questo perchè c'è l'impegno del governo «a verificare la coerenza» della nuova norma «con gli accordi intervenuti in sede di cessione dei compendi aziendali e con le previsioni contenute nell'ambito delle procedure di individuazione dell'acquirente, nonché l'eventuale impatto dei predetti interventi normativi sulle prospettive di crescita aziendale e di mantenimento dell'attuale livello occupazionale».

 

milena gabanelli ilva famiglia riva 3

«Verifichiamo sempre l'impatto prima di fare una norma». ha spiegato ieri da Taranto lo stesso di Maio. E allora, visto che sarà difficile dimostrare che lo stop all'immunità penale risulti coerente con il bando di gara, né tantomeno con l'accordo firmato al Mise dal colosso mondiale dell'acciaio ArcelorMittal, il punto di caduta per far scattare le responsabilità penali potrebbero essere sui tempi, e nello specifico, sulla data del contratto di gestione. Senza contare che al vicepremier sta particolarmente a cuore discutere contemporaneamente dei 1.400 lavoratori per i quali è satata annunciata la Cigo.

di maio in prefettura a taranto 16

 

I TONI

Del resto, i toni di Di Maio ieri non sembravano proprio quelli di chi vuole far saltare davvero il banco. «Il tema immunità non era nel contratto di ArcelorMittal», ha detto, ma in ogni caso «non voglio fare la guerra a nessuno, voglio che AM lo porti avanti senza impatto sul lavoro, come fa quando ricorre invece alla cassa integrazione». E ancora, «se ArcelorMittal farà la sua parte e porterà avanti il piano di adeguamento degli impianti avrà dimostrato la sua buona fede».

ilva taranto 7

 

Noi, ha concluso, «ce la metteremo tutta per difendere occupazione e salute». Come si arriverà al compromesso, si vedrà. Intanto le preoccupazioni restano alte anche tra i sindacati. L'impatto sul Pil nazionale dell'ex-Ilva è pari ogni anno, fra il 2013 e il 2018, a una perdita secca fra i 3 e i 4 miliardi, circa due decimi di punto di ricchezza. Negli anni perduti, dal 2013, è stato cancellato un Pil pari a 23 miliardi, in tutto, l'equivalente di 1,3 punti percentuali di ricchezza italiana.

 

Se si contano i cinque anni di piano Arcelor-Mittal è a rischio un altro punto di Pil. Si capisce bene perchè Matteo Salvini sia sceso in campo per dire che «gli investitori vanno agevolati». E perchè sia in corso una trattativa politica sul tema.

 

LA STRATEGIA

ilva taranto 6

D'altra parte, il mercato Italia rimane uno snodo cruciale per la strategia di ArcelorMittal in Europa. Nonostante lo scenario sia «molto critico» per la domanda di acciaio. come sottolineato dal gruppo nei giorni scorsi, ArcelorMittal Italia ha confermato «tutti gli interventi previsti per rispettare il piano industriale e ambientale», al termine dei quali, «Taranto diventerà il polo siderurgico più avanzato e sostenibile d'Europa».

 

ilva taranto 3

Un obbiettivo che sarà riconfermato probabilmente già domani dal ceo Ue di ArcelorMittal, atteso a Bruxelles per la giornata europea dell'acciaio. Chissà se sarà anche un'occasione per ritornare sulla nuova impasse in Italia. Di certo, la produzione in Italia si fermerà nel 2019 a 5 milioni di tonnellate (non arriverà a 6 milioni) e dopo il taglio di produzione di 3 milioni di tonnellate l'anno tra Spagna e Polonia, la multinazionale potrebbe fare ulteriori tagli in Francia e Germania.

 

Ma arrivati fin qui, un passo indietro a suon di carte bollate e richieste di risarcimento danni da parte del primo produttore di acciaio al mondo, da 93 milioni di tonnellate e oltre 5 miliardi di dollari di utili, è un lusso che l'Italia non può permettersi.

ilva taranto 4ilva taranto 1ilva taranto 5

Ultimi Dagoreport

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...