tulsi gabbard donald trump pete hegseth robert kennedy jr

INCONSISTENTI MA FEDELISSIMI: I MINISTRI IDEALI DI TRUMP – LA SCELTA DI PERSONAGGI CONTROVERSI COME PETE HEGSETH, TULSI GABBARD E MATT GAETZ (GIÀ RITIRATOSI) SERVE AL TYCOON PER FOMENTARE LA BASE ED È FUNZIONALE ALLA CENTRALIZZAZIONE DEL POTERE: I SUOI "DIPENDENTI" DEVONO CAPIRE CHE A COMANDARE È LUI – PER LE CASELLE VERAMENTE IMPORTANTI, ESTERI E TESORO, HA SCELTO DUE FIGURE RISPETTABILI COME MARCO RUBIO E SCOTT BESSENT - L’OMBRELLONE “MAGA” CHE TUTTO TIENE: MERCATO E ISOLAZIONISMO, AMICI DI SOROS E COMPLOTTARI, GAY E ULTRACONSERVATORI…

Estratto dell’articolo di Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”

 

donald trump ed elon musk assistono al lancio di un razzo di spacex foto lapresse 6

Una settimana fa l’iperattivismo di Elon Musk che metteva bocca su tutte le nomine di Trump e si prendeva il merito della bocciatura di candidati non abbastanza Maga come Mike Pompeo aveva fatto sorgere una domanda: il miliardario di Tesla e SpaceX reclama un ruolo che vada ben oltre quello di riformatore che porta efficienza aziendale nel governo, offertogli dal presidente? E Trump può condividere palcoscenico e potere con una specie di copresidente?

 

Musk, il personaggio non eletto più potente di tutta la storia americana, rimarrà una figura rilevante nella nuova era Trump (chiedere al suo rivale Sundar Pichai, capo di Google, che se l’è trovato al telefono quando ha chiamato il presidente per complimentarsi). Lui e gli altri tycoon tecnoautoritari della Silicon Valley, poi, già pensano a un dopo Trump nel quale conteranno di più, soprattutto se il successore sarà JD Vance, il loro uomo.

donald trump ed elon musk assistono al lancio di un razzo di spacex foto lapresse 7

 

Ma per ora il leader conservatore tiene tutti in pugno. E la scelta dei ministri […] ci riporta alla realtà emersa più di un anno fa, quando trapelarono le prime indiscrezioni sul lavoro della Heritage Foundation e di altri «pensatoi» della destra (centrale l’America First Policy Institute) impegnati a preparare programmi e selezionare dirigenti per il Trump 2: stavolta lui vuole il controllo diretto di tutti i centri di potere dell’esecutivo.

 

pete hegseth

Molti analisti tentano di spiegare i tanti annunci sconcertanti di questi giorni, la scelta di personaggi incompetenti (e a volte inquietanti) per delicatissime funzioni di governo con le teorie più diverse: Trump che non vuole amministratori ma comunicatori telegenici […]. O Trump che ha costruito una squadra ideologicamente eterogenea (dall’ultraconservatore Russell Vought all’abortista Robert Kennedy passando per un capo del Pentagono, Pete Hegseth, maschilista, sospettato di abusi sessuali, che tratta i criminali di guerra da eroi, ma anche per un ministro del Tesoro, Scott Bessent, gay e amico di George Soros, incarnazione del demonio per i trumpiani) con due obiettivi: allargare la tenda conservatrice fino a mettere sotto lo stesso tetto mercatisti e sindacalisti per battere il fronte progressista e seppellire definitivamente il vecchio partito repubblicano di Bush, Romney e Cheney coi suoi valori fondanti: mercati aperti, rigore nella spesa pubblica, America che interviene ovunque nel mondo, immigrazione benvenuta perché offre alle imprese manodopera a basso costo.

 

DONALD TRUMP MARCO RUBIO

Qualcuno in America paragona il nuovo esecutivo ai governi di coalizione europei nei quali convivono esponenti di partiti molto diversi. Con una differenza: in Europa il premier è spesso un primus inter pares mentre in America i ministri sono semplici funzionari che possono essere sostituiti dal presidente in ogni momento.

 

E Trump, che tiene tutto insieme col collante Maga, ha detto chiaramente fin dalla campagna elettorale che stavolta non tollererà rifiuti di obbedire ai suoi ordini perché illegali: non vuole più sentirsi dire da un generale o da un ministro che non può usare l’esercito contro gli immigrati o contro i manifestanti perché la Costituzione lo vieta.

 

scott bessent 1

E se il ministro, come nel caso di Hegseth, è un personaggio inconsistente, tanto meglio: i suoi dipendenti capiranno che a comandare è direttamente il presidente.

 

Trump non ha trattato tutti allo stesso modo: agli Esteri e al Tesoro ha mandato personaggi competenti e che godono di un certo prestigio (il senatore Marco Rubio e il finanziere Bessent, apprezzato dai mercati finanziari). Per il resto si è affidato ai due criteri da tempo annunciati: disruption e retribution.

 

Distruzione di politiche come quelle per l’ambiente o di protocolli sanitari obbligatori per le pandemie: nella logica trumpiana vezzi ideologici dei progressisti che limitano le libertà e frenano l’economia.

 

La retribution, invece, è l’annunciata vendetta contro quello che lui chiama il deep state: i poteri occulti […] che avrebbero tramato contro di lui (o che si sono limitati a non eseguire ordini illegali). Le criticità per la sicurezza nazionale e per il futuro della democrazia americana sono concentrate qui.

 

PETE HEGSETH

E Trump ha destinato i personaggi più squalificati e inquietanti proprio ai tre dicasteri chiave ai fini della sicurezza del Paese e della sua tenuta democratica: la Giustizia — vale a dire il controllo delle polizie, dell’FBI e dei tribunali — per la quale aveva scelto lo scandaloso Matt Gaetz. Poi la Difesa affidata al giornalista della Fox Pete Hegseth che, come Trump, considera la sinistra americana un «nemico interno» più pericoloso della Cina o della Russia.

 

donald trump scott bessent

Infine la supervisione dei servizi segreti affidata all’ex deputata democratica Tulsi Gabbard, passata da qualche mese con Trump. Non ha alcuna competenza in materia e la sua ammirazione per Putin e per il dittatore siriano Bashar Al Assad l’ha fatta finire nella “lista nera” stilata da quell’intelligence che ora dovrebbe coordinare (e, nelle intenzioni di Trump, smontare).

 

Il Senato, al quale spetta la ratifica delle nomine presidenziali, ha respinto l’impresentabile Gaetz che ha ritirato la sua candidatura. Ora molti sperano che i senatori repubblicani tengano duro anche su Hegseth e Gabbard. […]

donald trump con elon musk all incontro di ufc al madison square garden di new york scott bessent 3scott bessent 2DONALD TRUMP E ELON MUSK - MEME CREATO CON L'INTELLIGENZA ARTIFICIALEpete hegseth con il fucile. marco rubio contro hamas 3MARCO RUBIO DONALD TRUMPDONALD TRUMP MARCO RUBIO donald trump ed elon musk assistono al lancio di un razzo di spacex foto lapresse 2

Ultimi Dagoreport

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...