nicola gratteri matteo renzi marco mancini

INDISCREZIONI, VELENI, SMENTITE: CHE GUAZZABUGLIO IL CASO RENZI-MANCINI - CHI HA SOLLECITATO L'INCONTRO? CONTE AVREBBE SOSTENUTO IN PRIVATO CHE A PERORARE LA CAUSA DELLO 007 SAREBBERO STATI GRATTERI E LA BOSCHI. AMBEDUE SMENTISCONO SECCAMENTE - CHI E PERCHE' HA GIRATO IL VIDEO? LO STESSO MANCINI? L'INTELLIGENCE? - DI PIU': COME MAI SALVINI HA INCONTRATO COME MINISTRO DEGLI INTERNI PIU' VOLTE LO SPIONE?

Tommaso Ciriaco per "la Repubblica"

MATTEO RENZI E MARCO MANCINI

 

Sarà un'indagine interna ai servizi - quella richiesta dal Copasir a Mario Draghi - a fornire risposte definitive agli interrogativi che ruotano intorno all'incontro in autogrill svelato da Report tra il capocentro del Dis Marco Mancini e l'ex premier Matteo Renzi, avvenuto lo scorso 23 dicembre.

 

Tasselli mancanti, indiscrezioni, veleni: tutto si mescola in queste ore. Neanche l'ormai ex capo del Dis Gennaro Vecchione ha saputo fornire spiegazioni convincenti, ed è stato rimosso.

 

Conte e Gennaro Vecchione

Per aggiungere elementi utili a fare luce sulla vicenda, Repubblica ha compulsato fonti parlamentari di alto livello, a partire da quelle di Italia Viva. Ha sentito alcuni dei protagonisti politici e di governo. E ha contattato Giuseppe Conte. Questo è quello che risulta.

 

Non è solo una storia di «babbi di Natale». Proprio alla luce di questa considerazione, va chiarito il primo dilemma: chi ha sollecitato il faccia a faccia tra l'esponente del Dis e l'ex premier? Secondo le fonti consultate, sarebbe stato Mancini a chiedere a Renzi di incontrarsi.

marco mancini

 

L'esponente dei Servizi ha in rubrica il numero del leader di Iv e avrebbe chiamato per reclamare il colloquio. Il capocentro avrebbe chiesto e ottenuto l'incontro - che sarebbe durato tra i dieci e i venti minuti - con due obiettivi, emersi nel corso del confronto: chiedere informazioni rispetto all'imminente crisi di governo, che a fine dicembre è già pronta ad esplodere, e perorare la propria eventuale ascesa a vicedirettore del Dis. Sul primo punto, Renzi avrebbe risposto ribadendo le criticità del rapporto con Giuseppe Conte, lasciando pochi margini alla ricomposizione.

 

Un altro quesito determinante si può riassumere così: chi e perché ha girato il video? È noto che il leader di Italia Viva non ritenga credibile la versione di una registrazione casuale poi consegnata a Report.

 

Più volte i renziani hanno lasciato intendere di considerare irrealistico che sia stata davvero una professoressa capitata lì per caso a registrare l'incontro. A supporto di questa considerazione le fonti consultate rilevano un dettaglio: il fatto che sarebbero udibili alcune parole del video rende improbabile una captazione non pianificata.

nicola gratteri

 

E quindi, ancora: chi può aver realmente girato il video? Le versioni accreditate da chi è nel cuore di questa storia sono due. La prima è che sia stato lo stesso Mancini a far registrare l'incontro.

 

La seconda è che la registrazione sia stata effettuata da apparati dell'intelligence e all'insaputa del capocentro. In entrambi i casi, ne discende che Renzi sarebbe finito in mezzo a una resa dei conti dell'intelligence.

 

maria elena boschi a verissimo 2

Ma c'è un altro dettaglio da approfondire: chi ha sollecitato l'interessamento di Mancini alla questione della possibile crisi di governo? Secondo fonti di Italia Viva, è plausibile ipotizzare che l'abbia fatto chi era interessato alla stabilità dell'esecutivo. E, dunque, ragionevolmente e in ultima istanza, anche Palazzo Chigi.

 

Questo snodo va affrontato tenendo in considerazione anche un'altra indiscrezione che circola in queste ore, alimentata da fonti di primo piano: Conte avrebbe sostenuto in privato che a perorare la causa di Mancini sarebbero stati il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri e la big renziana Maria Elena Boschi.

 

urbano cairo nicola gratteri marco tronchetti provera

Quest' ultima si sarebbe interessata nella seconda metà di gennaio, prima della caduta dell'esecutivo giallorosso. Interpellato su queste circostanze, Conte si limita a dire: «No comment».

 

Boschi, invece, smentisce in modo «più che categorico», facendo sapere di non aver mai conosciuto Mancini o perorato la sua causa. Una nettezza che lascia supporre che il «no comment» dell'ex premier si riferisca a Gratteri (che tra l'altro gode da anni di rapporti solidi con Renzi, e che conoscerebbe da tempo anche Mancini).

 

nicola gratteri matteo salvini giulia bongiorno (2)

Il procuratore di Catanzaro, contattato, fa sapere di non avere nulla da dire, se non smentire categoricamente di aver fissato l'appuntamento in autostrada tra il fondatore di Iv e l'esponente del Dis.

 

Cosa, tra l'altro, che non ha sostenuto nessuno, perché il punto sollevato da Repubblica è piuttosto quello di aver più in generale sollecitato un incontro con Mancini. A sera, infine, Report preannuncia per la puntata di lunedì novità sul caso. Una fonte ha riferito alla trasmissione che Matteo Salvini ha incontrato più volte lo stesso Mancini nel corso degli anni.

 

matteo salvini balla al papeete

Gli incontri si sarebbero svolti anche «in prossimità di Cervia », quando Salvini si recava al Papeete, e pure «in autogrill». Report ha sentito il leghista, che ha confermato la consuetudine: «L'ho incontrato più volte da ministro in ufficio e al ministero. All'autogrill? No. Se sono sicuro? Non mi sembra di averlo incontrato in autogrill. A mia memoria no».

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...