INIZIA LA CACIARA! - ALLE 16 AL SENATO, RIUNIONE DEI CAPIGRUPPO CON LA PRESIDENTE CASELLATI - LA POSTA IN GIOCO È LA DATA IN CUI L'AULA DOVRÀ VOTARE LA MOZIONE DI SFIDUCIA DELLA LEGA A CONTE - SALVINI VUOLE CHE SI VOTI IL 13 AGOSTO. 5STELLE E RENZI VOGLIONO ALLUNGARE IL BRODO, TEMONO CHE LA BERLUSCONA CASELLATI GIOCHI DI SPONDA CON IL TRUCE (CHE SI E' RAVVICINATO OPPORTUNAMENTE AL BANANA)

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Monica Guerzoni per il “Corriere della sera”

 

matteo salvini maria elisabetta alberti casellati a vinitaly 2018 matteo salvini maria elisabetta alberti casellati a vinitaly 2018

Il partito del voto subito, contro la grande ammucchiata anti-Salvini. Sarà questa in estrema sintesi la prima battaglia che si combatterà oggi nella trincea del Senato. L'appuntamento è per le ore 16 a Palazzo Madama, porte ben chiuse e urla assicurate. Alla riunione dei capigruppo ci saranno i presidenti dei grandi e piccoli eserciti in lotta per la sopravvivenza (o la fine) della legislatura e ci sarà la presidente del Senato, Elisabetta Casellati. La quale, è il sospetto delle opposizioni al «Capitano» del Carroccio, starebbe studiando una forzatura che favorirebbe il blitz verso le urne di Salvini.

 

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La posta in gioco è la data in cui l'aula del Senato dovrà votare la mozione di sfiducia al premier Giuseppe Conte. La Lega, che l'ha presentata, fortissimamente vuole che i senatori si esprimano il 13 agosto e non dopo Ferragosto, come sperano Cinque Stelle, renziani del Pd e tutti coloro che lavorano per un governo di transizione, o comunque per allungare i tempi.

 

Numeri alla mano, i «nemici» del vicepremier hanno la maggioranza nella riunione dei capigruppo, che da regolamento assume decisioni all'unanimità. Ma la spaccatura è tale che mai si troverà un accordo e qui potrebbe entrare in gioco l' inquilina di Palazzo Madama. Come? Convocando l'aula per domani sera e facendo votare i senatori sul calendario. Una scelta che farebbe gridare allo scandalo Cinque Stelle, dem e sinistra, dal momento che sarebbe assunta sulla base dei desiderata di un fronte che, pallottoliere alla mano, è minoritario.

 

giuseppe conte maria elisabetta alberti casellati sergio mattarella giuseppe conte maria elisabetta alberti casellati sergio mattarella

Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia, che premono per votare prima di Ferragosto, rappresentano in tutto 137 voti, mentre Movimento Cinque Stelle, Partito democratico e gruppo misto sono sulla carta a quota 174. Anche se le Autonomie dovessero appoggiare la fretta di Salvini, è il fronte degli oppositori ad avere la maggioranza. Ragione per cui il voto di sfiducia al premier dovrebbe tenersi fra il 19 e il 20 agosto. E se invece Casellati dovesse forzare i tempi e convocasse l' aula domani per votare sulla tempistica? I capigruppo del M5S e del Pd, Stefano Patuanelli e Andrea Marcucci, hanno richiamato dalle ferie tutti i senatori.

 

casellati fico conte mattarella casellati fico conte mattarella

Dietro i numeri, c' è la tempesta. Ignazio La Russa (FdI) chiama «milioni di persone a manifestare in piazza» contro coloro che sarebbero alla ricerca di «una strada qualsiasi per conservare le poltrone». E Salvini suona le trombe, sfida i presidenti delle Camere a chiudere entro Ferragosto e provoca Roberto Fico: «Può anche decidere che la Camera la convoca a Natale, ma non fa il bene dell' Italia».

 

La battaglia per il calendario parlamentare riguarda anche la calendarizzazione della mozione di sfiducia contro Salvini presentata dal Pd, che proverà a portarla in Aula prima della sfiducia a Conte. La sfida di oggi è solo il primo pezzo del complicatissimo puzzle della crisi, forse la più anomala di sempre. In fondo al tunnel c' è la data delle urne, con Salvini e Meloni che vogliono votare entro ottobre e tutti gli altri il più tardi possibile.

 

MATTARELLA E FICO MATTARELLA E FICO

Nel mezzo ci sono i vorticosi tentativi di creare, con intrecci e contatti impensabili fino a tre giorni fa, una nuova maggioranza che sostenga un governo istituzionale o di scopo. E c' è la richiesta, che domani i Cinque Stelle porteranno alla riunione dei capigruppo della Camera, di votare con massima urgenza la riforma costituzionale che taglia il numero dei parlamentari. Fumo negli occhi per Salvini, perché il suo iter renderebbe impossibile andare alle urne prima dell' estate prossima, tra la fine di giugno e l' inizio di luglio.

 

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