donald trump boris johnson huawei

INSULTI, “VAFFA” E TELEFONO SBATTUTO IN FACCIA: SUPER SCAZZO TRA TRUMP E BORIS JOHNSON - A FINE GENNAIO LA GRAN BRETAGNA HA AUTORIZZATO UN ACCESSO LIMITATO DEL 35% ALLA HUAWEI PER LA COSTRUZIONE DEL 5G, CON L'ESCLUSIONE DEI SETTORI INTELLIGENCE, NUCLEARE E MILITARE - LA DECISIONE HA FATTO INFURIARE WASHINGTON CHE SPERAVA DI BLOCCARE L’AVANZATA DEL COLOSSO CINESE IN EUROPA…

Flavio Pompetti per “il Messaggero”

 

BORIS JOHNSON DONALD TRUMP

Insulti apoplettici, e telefono sbattuto in faccia. La luna di miele tra Boris Johnson e Donald Trump fiorita sul filo di lana della Brexit è già naufragata grazie alla disputa sulla tecnologia di trasmissione 5G. I due leader erano al telefono per discutere di sviluppo tecnologico e sicurezza nazionale; ovvero il diktat statunitense contro l' espansione della Cina nel settore delle comunicazioni globali. La Casa Bianca in particolare vuole impedire che la Huawei allarghi la rete della nuova tecnologia che velocizza oltre cento volte le comunicazioni oggi esistenti.

 

BASSO COSTO La Huawei è già presente in gran parte del mondo con le sue installazioni a basso costo; sono state utilizzate anche negli Usa per raggiungere i territori più remoti e meno redditizi. Solo ora che si sta lanciando nel 5G, Washington ha cominciato a temerla. L'amministrazione Trump ha tentato la strada delle sanzioni contro la ditta cinese, poi l' ha inserita nella lista nera delle aziende che minacciano la sicurezza nazionale. La teoria del Pentagono è che la società utilizzi torri e antenne anche allo scopo di spiare per conto del governo di Pechino. La lotta in corso ha risvolti ancora più rilevanti.

5g di ericsson

 

POSIZIONE DOMINANTE Gli Usa devono oggi la loro posizione di dominio mondiale alla potenza militare, alla forza delle loro aziende e al potere del dollaro, ma anche al controllo delle vie di comunicazione, tramite i cavi di fibra ottica che hanno installato sul fondo degli oceani. In un futuro fatto di guerre cibernetiche e di forze spaziali, il peso di questa presenza è destinato con ogni probabilità a superare quello delle altre tre, o perlomeno a condizionarle in modo determinante.

 

nokia 5g

LE FREQUENZE Ora se la Cina cerca di occupare le strade su cui circolano le comunicazioni, ci si aspetterebbe che il paese che ha lanciato la rivoluzione tecnologica dell'ultimo lustro risponda con le armi della competizione, e che sviluppi una sua rete di 5 G da offrire al mondo. Invece gli Usa si trovano ad arrancare in questo settore, proprio a causa della maggiore connettività che hanno sviluppato in passato. Lo spettro delle frequenze è affollato dagli standard più diversi, che vanno dalla grande diffusione della tv via cavo alla compartimentalizzazione del traffico aereo, quello militare e quello civile. L' ingorgo è tale da aver scoraggiato in passato la ricerca per una nuova rete dall' incerto collocamento.

bilaterale donald trump boris johnson al g7 di biarritz

 

OFFERTA ALLETTANTE L' Europa e la Cina invece hanno riservato da tempo parte dello spettro a bassa frequenza per la rete 5G, e per questo i paesi della comunità si trovano ora al centro del fronte tra Pechino e Washington per il controllo. L'offerta della Huawei non è solo la più allettante in quanto meno costosa delle locali Ericsson e Nokia; è spesso l'unica disponibile per un paese che non voglia perdere la corsa all' ammodernamento.

 

Italia, Francia, Spagna, Svizzera, Slovenia e Germania sono tentate dall' approfondire rapporti commerciali già esistenti con la società cinese, così come lo sono molti paesi sudamericani e del sud est asiatico, mentre il bando degli Usa è stato raccolto da Australia e Giappone. A fine gennaio l' Inghilterra di Boris Johnson ha autorizzato un accesso limitato del 35% alla Huawei per la costruzione del 5G, con l' esclusione dei settori intelligence, nucleare e militare.

 

huawei

La decisione ha fatto infuriare l' alleato trans atlantico perché foriera di altre, future defezioni. Il più recente atto di questa saga è una proposta bislacca lanciata due giorni fa dal ministro per la Giustizia di Washington William Barr, il quale ha detto: «Il tempo corre e dobbiamo agire. Perché non puntiamo le risorse di capitale statunitense per controllare Ericsson e Nokia, e costruire un' alternativa all' offerta Huawei?».

 

LA SFIDA Fino a ieri il governo Trump preferiva mirare allo stesso scopo minacciando dazi sulle auto tedesche e imposte mozzafiato sull' agroalimentare comunitario. L' idea ora che l' amministrazione più isolazionista della storia recente si spinga ad architettare un intervento di stato nell' industria europea è disarmante. E' come se gli Usa avessero deciso di gettare la spugna nella lotta contro l' interventismo cinese nell' economia, e di giocare ad armi pari con Pechino.

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