patuanelli conte

IO CON BEPPE, TU CON GIUSEPPE: I GRILLINI SI SPACCANO NELLA FAIDA TRA "L'ELEVATO" E L'AVVOCATO DI PADRE PIO - NEL M5S CI SONO ORMAI DUE PARTITI: "ANDIAMO VERSO UNA SCISSIONE CONTROLLATA" - PATUANELLI E PAOLA TAVERNA GUIDANO I CONTIANI E GLI INSOFFERENTI VERSO CASALEGGIO-ROUSSEUA - LA SINTESI DELLO SCAZZO VISTA DAL M5S: "BEPPE GRILLO? SI È PORTATO A CASA L'ORECCHIO DI CONTE, COME TYSON CON HOLYFIELD"

Emanuele Buzzi per il "Corriere della Sera"

 

il post di beppe grillo contro conte

«Beppe Grillo? Si è portato a casa l' orecchio di Conte, come Tyson con Holyfield»: c'è chi la mette sull' ironia e si affida alla boxe per raccontare lo strappo ai vertici dei Cinque Stelle. Ma quello che prevale nel Movimento è l'angoscia e la tensione per gli sviluppi futuri. Già dalla mattina il silenzio di Grillo - che tace anche con chi lo conosce da una vita - lascia presagire uno strappo. Qualche ora prima il garante ha messo in guardia Vito Crimi dal pubblicare lo statuto di Conte. Il reggente - scaduto da un paio di mesi - è costretto a ripiegare e a riallinearsi. Roberto Fico e Luigi Di Maio tentano fino all' ultimo una mediazione. Poi cala il sipario sul neo M5S dell' ex premier.

grillo conte

 

Grillo non avverte nessuno - nemmeno Crimi - della sua uscita. La sua virata lascia i parlamentari interdetti. Le chat diventano un fuoco di fila di domande e considerazioni. «Ragazzi, per me è finita, chiuso, siamo alla follia», scrive come svela l' agenzia Adnkronos il deputato Roberto Rossini. C' è chi come Valentina Corneli chiede la convocazione immediata di una assemblea. Alla fine prevale la linea di Stefano Buffagni: il confronto slitta di 24 ore anche per far sedimentare le reazioni a caldo.

 

Alcuni eletti escono allo scoperto come Vittoria Baldino, Roberta Lombardi e Alessandra Maiorino. Ma a vincere è la prudenza, perché il momento è delicato e le ripercussioni interne potrebbero essere drammatiche.

stefano patuanelli question time in senato 1

 

«Andiamo verso una scissione controllata», dice un esponente del Movimento, lasciando intendere che una parte dei contiani potrebbe andarsene e dar vita a gruppi autonomi in grado però di tenere fede agli impegni istituzionali dei Cinque Stelle. Internamente, il ribaltamento di prospettive di Grillo suona anche come l' occasione per un redde rationem. «Vediamo cosa hanno il coraggio di fare», attacca un parlamentare filo-Grillo riferendosi alla truppa di senatori da Paola Taverna a Stefano Patuanelli, da Mario Turco a Ettore Licheri vicini a Conte.

paola taverna giuseppe conte

 

I tempi si preannunciano stretti. La votazione proposta da Grillo potrebbe svolgersi nel giro di pochissimi giorni, già a ridosso del weekend. La volontà è quella di bruciare le tappe e aprire una nuova fase politica quanto prima. Non è ancora chiaro chi tra i big accoglierà la richiesta del garante e si candiderà per guidare il Movimento. Ciò che è certo - viene fatto notare - è che «non ha senso seguire Conte da seconda linea in un progetto nuovo anziché provare a governare ciò che resta dei Cinque Stelle».

 

Ma tra i malumori serpeggia forte il ritorno a Rousseau: la piattaforma è avversata da molti parlamentari, ma il voto secondo Grillo (e dopo un confronto con i suoi legali) è un passaggio obbligato. Un passaggio non gradito da tutti. Patuanelli è netto: «Non consento a Rousseau di trattare i miei dati». C'è chi spera che la fronda del «non voto» cresca e spinge per organizzare una protesta. Ambienti vicini a Crimi puntualizzano: «Evitare Rousseau? Bisogna vedere se si può, considerando che gli era stato sottratto il trattamento dei dati del Movimento, anche sulla base del pronunciamento del garante per la Privacy».

LUIGI DI MAIO PAOLA TAVERNA

 

Ma proprio la pronuncia del garante prevede che il trattamento dei dati sia consentito su richiesta del Movimento. C' è chi sottolinea per calmare le acque: «Si tratta solo di un voto, non di un ritorno». E anche c' è chi festeggia come Francesco Berti: «Era l' unica via».

Alessandro Di Battista dalla Bolivia sembra guardare con distacco le vicende M5S e posta un video di minatori. E c' è qualcuno che lo interpreta come un messaggio dell'ex deputato agli ex colleghi, un invito ironico a candidare proprio i minatori alla guida dei Cinque Stelle.

 

davide casaleggio

Il mondo politico, a partire dai dem, si interroga sulle ricadute che i subbugli nel Movimento potrebbero avere sugli assetti attuali, dalle alleanze all' esecutivo. Sull' argomento interviene anche Matteo Salvini, che a In Onda su La 7 attacca: «Sicuramente Grillo e Conte possono fare danni, ma se si fanno da parte, possiamo tornare a parlare di sviluppo, grandi opere, di treni, aeroporti e porti...». Dopo il post qualche parlamentare prova a contattare Grillo, ma il garante guarda oltre: Conte per lui è già il passato.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…