Hillary
Il segretario di stato Hillary Clinton, dopo il suo viaggio in medio oriente, ha capito che con la Repubblica islamica dell\'Iran, per il momento non c\'è nulla da fare. Hillary Clinton ha confidato questo suo cruccio al ministro degli Esteri degli Emirati Arabi Uniti, Abdullah bin Zayed al-Nahyan.
A Foggy Bottom sia la Clinton sia l\'ambasciatore Dennis Ross, inviato speciale per il Golfo e l\'Iran, sono convinti che Teheran non intenda in alcun modo interrompere il programma nucleare militare, l\'attività di destabilizzazione dei paesi dell\'Area (Iraq, Emirati, Kuwait ed Arabia Saudita) il sostegno al terrorismo internazionale (Hamas a Gaza ed Hezbollah in Libano). L\'Iran, per gli Stati Uniti, continua a essere uno stato canaglia. I primi contatti segreti di Dennis Ross, un duro che si è sempre battuto per la \"sospensione senza condizioni del programma nucleare iraniano\", hanno portato a Foggy Bottom soltanto delusioni.
La diplomazia iraniana ha fatto sapere a Ross che l\'ayatollah Ali Khamenei, guida suprema della rivoluzione, resta fedele al suo principio: negoziazioni senza precondizioni\", ciò significa: si devono aprire trattative ma senza che gli americani chiedano la sospensione dei piani militari nucleari dell\'Iran.
Ali KhameneiLa delusione, e anche la rabbia di Foggy Bottom sono arrivate sul tavolo del presidente Barak Obama che ha detto nei giorni scorsi: \"L\'Iran e il suo programma nucleare continuano ad essere una minaccia alla sicurezza nazionale e alla nostra politica estera ed economica\". Quindi avanti con le sanzioni, in corso da 13 anni. Sanzioni che dovranno essere rispettate da tutti, anche se non tutti le rispettano.
Foggy Bottom, la Cia, il Pentagono e la Sicurezza nazionale hanno acceso il faro sulle sanzioni e sui commerci internazionali dell\'Iran. Paesi amici dell\'America hanno contribuito, attraverso i loro servizi di intelligence, alla compilazione di un dossier su Iran e traffici legati all\'uranio e all\'industria atomica e all\'industria petrolifera. Nel mirino sono finite anche alcune compagnie italiane, non perché vendano materiali scopertamente dedicati al nucleare o al petrolifero.
TecnimontMa solo perché innocenti acquisti di merci e progetti apparentemente slegati dal nucleare o dal petrolifero possono poi essere trasformati dai tecnici di Teheran in prodotti utili ai settori colpiti dalle sanzioni.
Se la Solimec vende a Teheran scavatrici per tunnel, gli iraniani le possono utilizzare per costruire bunker sotterranei per missili. Se la Marie Tecnimont produce progetti per strutture sotterranee è chiaro che l\'industria atomica iraniana ne possa approfittare. Solimec e Marie Tecnimont non sono le sole aziende italiane citate nei rapporti di intelligence.
Corrado PasseraSono in buona compagnia: FATA, Ansaldo Energia, Texconsortium, Danieli Team, Marie Tecnimont (parte chimica), Technip. Ovviamente non ci sono in lista solo aziende e banche italiane (Banca Intesa per esempio), ma compagnie di tutto il mondo. L\'America chiede che i governi intervengano. Hillary Clinton lo ha chiesto con forza a Cina e Russia, paesi insensibili al pericolo nucleare iraniano e ai missili di lunga gittata.
Solo con dure sanzioni l\'Iran sarà costretto a negoziare. Il tempo stringe visto che, come sostiene il Pentagono e come ha denunciato l\'Aiea (l\'agenzia dell\'Onu che sovraintende il pericolo della proliferazione nucleare) l\'Iran ha una tonnellata di uranio arricchito al 3,49 per cento sufficiente a costruire una bomba nucleare per distruggere Israele.