salvini borgonzoni raimo

ITALIA FATTA A MAGLIE - PER RAIMO, LA BORGONZONI È SOLO UN CULO: TUTTA COLPA DELLA FOTO IN CUI SALVINI L'ABBRACCIA. AVREBBE OSATO DIRLO DI MICHELLE OBAMA NELLO STORICO SCATTO? NO, MA LA SINISTRA PUÒ TRANQUILLAMENTE DARE DELLA ''VALLETTA MUTA'' A UNA CANDIDATA SOLO PERCHÉ LEGHISTA, E LE FEMMINISTE NON DICONO NULLA. EPPURE È LO STESSO PARTITO CHE HA FATTO VINCERE UNA DONNA IN UMBRIA, ALTRO CHE MACHISMO'' - CAPEZZONE: 'IO LINCIATO PER UN COMMENTO SUL VESTITO DELLA BELLANOVA. MA SULLA BORGONZONI SI PUÒ DIRE DI TUTTO''

 

 

 

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

Lucia Borgonzoni, oltre che  una testa molto ben funzionante - chiedetelo alla gente di spettacolo e cultura, quelli senza fette di prosciutto sugli occhi, che nell'anno di governo l'hanno conosciuta come sottosegretario ai beni culturali - ha un bel culo.

christian raimo su salvini e borgonzoni

 

Sono fortune elargite non democraticamente da madre natura, a volte aiutate da un po' di attività di palestra, da sane camminate. Prima del "metoo" se ne poteva parlare tranquillamente, credo che siano tempi da rimpiangere e credo anche che le pruderie neo femministe siano da combattere senza quartiere, anche perché, come pure questa vicenda sta a dimostrare, gli alti lai per la dignità offesa delle donne sono spesso messi al servizio di qualche basso proposito.

 

 Guardo la foto incriminata nella quale Lucia Borgonzoni e Matteo Salvini si abbracciano, ripresi di profilo a figura intera e dunque, inevitabilmente, se non campeggia,  il lato b si mostra. 

La paragono con una foto famosa nella quale di Michelle Obama, tanto amata dai progressisti un tanto al chilo di casa nostra, solo quel lato si vede, e riconosco serenamente che vince Lucia nel confronto.

 

matteo salvini lucia borgonzoni 1

Chissà se Barack Obama nell' esibire il culo  della moglie aveva gli stessi intenti certamente malevoli di Matteo Salvini o dei suoi esperti di immagine. Sono dubbi laceranti.

Cio' detto, sarà il caso di rassicurare i Gramellini e i Raimo di quel mondo rancoroso e risentito che della storia del femminismo ha imparato solo a usare le donne come strumento di aggressione politica.

 

lucia borgonzoni matteo salvini

 Se il 26 gennaio il centro-destra vincerà le elezioni regionali che Gramellini evoca, non farà la valletta, farà il governatore di quella regione, e quel giorno un sistema che si è sempre ritenuto intoccabile, soprattutto dalla democrazia e dalla sua espressione più alta che e' il voto sovrano del Popolo, come sancito dalla Costituzione, sarà scardinato  a vantaggio di tutti.

MICHELLE E BARACK OBAMA

 

Quando il 27 ottobre in Umbria ha stravinto il centro-destra, demolendo un potere sempre in mano alla sinistra e rivelatosi inefficiente e corrotto, governatore dell'Umbria è diventata una donna della Lega, Donatella Tesei, che non era una rockstar, che sicuramente e' stata aiutata, oltre che da se stessa, dalla campagna del centrodestra, dalla campagna della Lega, da Matteo Salvini. Ora da un mese più o meno fa il governatore, non la valletta muta.

Non male per i progetti di un macho.

 

Sapete chi ha rischiato invece alla sua veneranda età di fare la valletta muta della causa sfilacciata del progressismo a corto di idee e di programma?

 

l articolo di pietro colaprico su liliana segre

 La senatrice a vita Liliana Segre, per la quale è stata inventata una campagna di insulti e di odio  che non c'era – ricordate il numero, 200 l'anno e non 200 al giorno, e non solo contro di lei – un antisemitismo come sentimento nazionale in crescita e dilagante, che non esiste e di cui gli italiani non meritano di essere accusati, una super commissione della quale non si sentiva la mancanza, perché simili iniziative sono state sempre pleonastiche e soprattutto perché dietro il pretesto serissimo dell'antisemitismo da evitare in radice si nasconde malamente un progettino malevolo di eliminare qualunque libertà di espressione, di criminalizzare qualunque amore di  patria che gli italiani dovessero riscoprire.

christian raimo

 

Alla fine le hanno cucito addosso anche la candidatura alla prossima presidenza della Repubblica, e sarebbero andati avanti senza pudore se Liliana Segre non avesse opposto un altolà definitivo. Non mi permetto di interpretare il suo pensiero ma mi piace credere che abbia compreso non solo che stavano strumentalizzando lei e il suo percorso di vita nel ricordo e nella testimonianza di un'infanzia violata nel più crudele dei modi, ma anche la memoria della Shoah.

 

Massimo Gramellini, che a differenza di Matteo Salvini non dice mai nulla di inutilmente scortese sulle donne, chiama il leader della Lega, partito votato dal 34% degli italiani, un capobranco, quindi quegli italiani sono un branco per lui. Si potrebbe dedurre che e'  inutilmente scortese con un sacco di gente, uomini e donne.

 

maria giovanna maglie 2

Raimo, un altro che non è mai inutilmente scortese, soprattutto quando esercita censure e stila liste di proscrizione al salone del libro di Torino, scrive "Elettore, non importa la faccia, non importa il nome (che nel post non ti cito nemmeno), è tutta roba mia, tu al massimo guarda il culo".

Invece importa la faccia, importa il nome importa soprattutto quel grande e forte abbraccio con il quale viene sancita la scelta, affermata la fiducia, garantito l'appoggio. Io la vedo così quella foto, sicuramente perché sono una faziosa, venduta, neofascista salviniana. 

 

Leggo in queste ore frasi surreali come quelle della sardina capo, Mattia Santori. 

Che spiega a «L’Aria che tira» perché ha organizzato l’evento in Piazza Maggiore come contro manifestazione a quella di Salvini al PalaDozza di Bologna: «L’idea è nata una notte insonne dopo aver visto tutti quei cartelloni della Lega che iniziavano ad invadere Bologna. Non è possibile che una città come la nostra accetti tutto questo".

 

Tutto questo che? Sarà una campagna difficile, Lucia Borgonzoni sa che non la farà da sola.

massimo gramellini foto di bacco (2)mattia santori leader delle sardine

 

Ultimi Dagoreport

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”