draghi italia nord sud

ITALIA DA RECOVERY, ANZI DA RICOVERO – NELLA RELAZIONE DELLA CORTE DEI CONTI SUL PNRR SI METTE NERO SU BIANCO IL SEGRETO DI PULCINELLA: ANCHE SE GLI OBIETTIVI NORMATIVI SONO STATI RAGGIUNTI, LE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE LOCALI NON SONO IN GRADO DI PORTARE AVANTI I PROGETTI – L’ANALISI DELLO SVIMEZ SUL MEZZOGIORNO: AL SUD GLI ENTI LOCALI IMPIEGANO 450 GIORNI IN PIÙ PER REALIZZARE LE INFRASTRUTTURE, RISPETTO AL CENTRO NORD…

1 - PNRR, ALLARME DELLA CORTE DEI CONTI

S.R. per “la Stampa”

 

ursula von der leyen consegna a mario draghi la pagella di bruxelles al recovery plan italiano 1

Il Pnrr sta cambiando l'Italia ma finora non ha modificato difficoltà della pubblica amministrazione a spendere le risorse assegnate. Il richiamo arriva dai magistrati della Corte dei Conti che hanno passato in rassegna tutti gli interventi del primo semestre 2022, confermando il «conseguimento pressoché totale degli obiettivi previsti dal Piano». Ma a fronte di una «reazione positiva» delle amministrazioni centrali, restano «difficoltà notevoli nella capacità di spesa delle singole amministrazioni».

 

E per i magistrati ciò dimostra che «una maggiore disponibilità ed un maggior impiego di risorse non corrispondono automaticamente a reali capacità di sviluppo». Non è ancora il momento di fare bilanci conclusivi perché per arrivare a fine anno, e raggiungere i 100 obiettivi, c'è molta strada da percorrere. Infatti per la Corte «l'attenzione sull'esecuzione del Piano resta particolarmente elevata e il giudizio complessivo sul 2022 potrà aversi solo a fine anno».

RECOVERY FUND - QUANTO RICEVE OGNI PAESE

 

Ma una prima analisi è già possibile, in particolare sugli obiettivi del primo semestre e su un «campionamento qualitativo e quantitativo» sullo stato di attuazione di 31 su 45 interventi. «Malgrado il dato formale positivo, nei settori esaminati sono emerse sostanziali criticità» soprattutto alla luce del quadro economico-finanziario peggiorato rispetto alle previsioni iniziali, che ha generato incertezza e portato ad un rialzo dei costi di realizzazione di alcuni progetti. In tale prospettiva, la Corte ha sottolineato «il permanere di difficoltà notevoli nella capacità di spesa delle singole amministrazioni».

 

C'è poi un altro aspetto che per la magistratura contabile è essenziale: «Il rafforzamento delle strutture amministrative e l'adeguatezza delle risorse umane», nonché «adeguate attività di assistenza tecnica». Su quest' ultimo punto, la Corte si è soffermata sulla necessità di superare la questione della finanziabilità dell'assistenza tecnica, «attualmente non finanziabile con i fondi del Pnrr».

 

mario draghi alla corte dei conti 7

Molto potrà essere fatto con l'introduzione del nuovo portale "Capacity Italy". Infine, guardando al post Pnrr, quando i fondi per gestire i progetti finiranno, la Corte suggerisce di attrezzarsi: «Alla conclusione del Piano, per governare il ritorno a una gestione ordinaria priva delle attuali, ma momentanee, disponibilità legate alle risorse europee, sarà fondamentale garantire la stabilizzazione dei flussi finanziari destinati alle amministrazioni, anche per evitare la messa in sofferenza delle imprese che hanno tarato organizzazione e strategie aziendali sull'attuale entità degli stimoli economici e finanziari».

 

2 - CORTE DEI CONTI, OMBRE SUL PNRR "DUBBI SULLA CAPACITÀ DI SPESA"

Estratto dell’articolo di Rosaria Amato per “la Repubblica”

 

meme su Mario Draghi e il recovery plan

[…] La relazione della Corte dei conti arriva a meno di una settimana dall'allarme della Svimez sui tempi di realizzazione degli enti locali del Sud delle strutture sociali, dalle scuole agli ospedali: «Se gli enti locali del Mezzogiorno non dovessero invertire il trend e rendere più efficiente la macchina burocratica - rileva l'istituto di ricerca - avrebbero dei tempi estremamente stretti per portare a conclusione le opere nel rispetto del termine ultimo di rendicontazione fissato per il 2026». La Svimez calcola che nel Sud gli enti locali impiegano in media 450 giorni in più per realizzare le infrastrutture del Pnrr rispetto al Centro Nord.

 

Ma le criticità riscontrate dalla Corte dei conti non si limitano al Sud. Quella di carenza di risorse umane qualificate è una difficoltà che emerge da tutta la relazione della Corte dei conti e che tocca diversi settori del Pnrr.

ITALIA - LE DIFFERENZE NORD SUD

 

É sottolineata, per esempio, quando si parla di cittadinanza digitale, con riferimento alle app PagoPa e Io: «Non sono emerse criticità in merito al raggiungimento di milestone e target ed all'attuazione dell'intervento nei tempi pianificati », si legge nella relazione, che però suggerisce di porre particolare attenzione alla «difficoltà di reclutamento delle risorse umane in un contesto altamente dinamico e competitivo».

 

Un allarme sui tempi traspare invece, sempre in materia di infrastrutture digitale, in riferimento alla creazione di un "Polo strategico nazionale", progetto che prevede l'impiego di 900 milioni. «L'obiettivo prevede la migrazione dei dati di almeno 100 amministrazioni per settembre 2024 e un target finale di 280 entro giugno 2026. - spiega la Corte - . Dall'analisi svolta è emerso che il programma, con l'aggiudicazione del relativo bando, ha rispettato finora le scadenze previste, mentre il cronoprogramma del secondo semestre si rivela particolarmente impegnativo solo ove si consideri che, dopo la stipula del contratto, rimarranno soltanto 3 mesi per il definitivo collaudo dell'infrastruttura».

SUD ITALIA

 

Qualche dubbio sui tempi di realizzazione, considerata la necessità di concertazione degli interventi tra più amministrazione, emerge tra le righe anche nell'analisi dei progetti di valorizzazione dei beni confiscati alla mafia. La Corte dei conti suggerisce di accelerare i tempi anche per via delle conseguenze «dell'emersione di elementi di incertezza destinati ad influenzare il rialzo dei costi di realizzazione di alcuni progetti», ricordando come le ultime stime elaborate dell'Ufficio parlamentare di bilancio evidenziano come nel 2021 la spesa si sia fermata al 37,2% degli interventi previsti. […]

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”