raffaele fitto giorgia meloni recovery fund pnrr

ITALIA DA RECOVERY – A CAUSA DELL'INFLAZIONE, IL GOVERNO HA DOVUTO STANZIARE 10 MILIARDI DI EURO PER GLI EXTRA-COSTI SUGLI APPALTI DEL PNRR: CON IL FOLLE AUMENTO DEI PREZZI, SI RISCHIA CHE LE GARE VADANO DESERTE O CHE SI FERMINO QUELLE GIA' AGGIUDICATE – A COMPLICARE L'ATTUAZIONE DEL PIANO SI AGGIUNGONO LE SENTENZE DEL TAR CHE BLOCCANO I CANTIERI – FRANCESCO MERLO: “I TAR ITALIANI SONO GLI STRUMENTI PIÙ TENACI DELLA CULTURA DEL FRENO, DEL ‘NON SI PUÒ’...”

1 - PNRR, EXTRA-COSTI PER 10 MILIARDI FITTO: "È PEGGIO DEL PREVISTO"

Da “La Stampa”

pnrr 2

Mezzo miliardo già nel 2023, poi altri nove miliardi e mezzo nel quadriennio che va dal 2024 al 2027: è quanto previsto nella manovra di bilancio per il fondo dedicato agli extra-costi sugli appalti del Pnrr. La motivazione è la corsa dei prezzi che ha fatto saltare tutti i calcoli per le opere del Recovery plan italiano, fino a rendere attuale l'ipotesi di una loro modifica (quanto meno nella tempistica).

 

Lo scorso anno erano stati previsti sette miliardi e mezzo, sempre per far rientrare l'inflazione nella stima dei costi delle opere. Tanto non era bastato a far andare deserte diverse gare, spingendo sindaci e amministratori a chiedere la revisione degli importi. Sulla stessa linea, naturalmente, anche gli edili.

 

RAFFAELE FITTO GIORGIA MELONI

«L'indicatore della spesa evidenzia una criticità importante se è vero che le previsioni di spesa al 31 dicembre di quest' anno sono andate assottigliandosi sempre di più - ha dichiarato Raffaele Fitto, ministro con delega al Pnrr -. I dati che avremo a fine anno temo che non siano quelli che ci aspettavamo. La priorità del governo è raggiungere gli obiettivi al 31 dicembre di quest' anno e rimuovere gli ostacoli - ha proseguito -. Esistono procedure che metteremo in campo per accelerare l'iter. Abbiamo avviato una fase di ricognizione e verifica sullo stato del Pnrr. C'è un confronto mella cabina di regia fra ministeri, Regioni e Comuni, ma anche con organizzazioni di categoria e parti sociali. A breve avremo un quadro chiaro».

 

2 - I VERI CORSI E RICORSI SONO QUELLI DEL TAR E DEL "NON SI PUÒ"

Estratto dell’articolo di Francesco Merlo per “la Repubblica”

 

pnrr nodo bari

Sono i veri nemici della Resilienza, i soli in grado di fermarla, acronimo contro acronimo, Tar contro Pnrr, il primo pronunciabile grazie alla vocale "a" che, tra due consonanti dure, permette un'intonazione di superiorità, di scherno e di dispetto. Dunque, "tar" suona come l'interiezione della ripicca: "tiè". E così il Tar della Puglia ha sospeso i primi lavori del grande progetto per l'alta velocità Napoli-Bari, già completati all'80 per cento, 205 milioni dell'Europa su 426, per un investimento finale di sei miliardi. [...]

 

Sembra ispirarsi al San Paolo della seconda lettera ai tessalonicesi, il Tar che «contiene e trattiene - in greco katéchon - il vento dell'empietà». Massimo Cacciari ha dedicato un piccolo libro ( Il potere che frena, Adelphi 2013) a quest' azzardo religioso-filosofico inventato da San Paolo, ma non aveva certo immaginato che i "katecontici" contro l'Anticristo potessero essere i giudici del Tar pugliese. Spaventati, intanto, dal "potere che frena" il governatore Emiliano, le Ferrovie e l'Anas hanno chiesto al Consiglio di Stato la sospensione della sospensione.

 

Nodo ferroviario di Bari2

Ma, come si sa, l'orologio del Pnrr non è quello delle bocciature e delle revoche delle bocciature, delle sospensioni confermative, delle sospensioni sospese e delle sospensioni rigettate che in Italia azzerano carriere, licenziano rettori, revocano nomine. [...]

 

Insomma, l'Europa, che resiste a Putin e supera i guai della Brexit inglese, è impantanata nel Tar, anzi nei Tar italiani, visto che altri ricorsi già pendono a Trento, a Reggio Calabria, ad Ancona e ovviamente nel Lazio dove il Tar è già famoso perché reintegrò nello stalking i falsi centurioni del Colosseo e poi bocciò ben 5 bravissimi direttori dei musei italiani perché erano "stranieri", come l'Anticristo di San Paolo. Lo scontro è dunque vitale e coinvolge pure i lavori per il gassificatore di Piombino di cui il sindaco vuol chiedere al Tar della Toscana la sospensione.

 

ursula von der leyen consegna a mario draghi la pagella di bruxelles al recovery plan italiano 1

Alla fine davvero i Tar italiani sono gli strumenti più tenaci della cultura del freno, ma nella versione rassegnata della filosofia del "non si può" che l'erudito napoletano del Settecento Antonio Genovesi battezzò "nonsipuotismo" e che sempre si accompagna all'eternità della nostra indolenza. I ricorsi che si rincorrono sono il romanzo delle anime morte, la più crudele pena inflitta all'Italia.

ursula von der leyen consegna a mario draghi la pagella di bruxelles al recovery plan italiano 3ursula von der leyen mario draghi di fronte al teatro 5 di cinecitta 1

Ultimi Dagoreport

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann mirja cartia dasiero theodore kyriakou

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: AVREBBE SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” - RETTIFICA! CARTIA D'ASERO: "NON SONO ADVISOR DI ANTENNA O DI KYRIAKOU E NON MI OCCUPO DI EDITORIA DALL'USCITA DAL 'SOLE'"

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”