marcell jacobs con eseosa desalu

IUS ORI - DOPO LE OLIMPIADI E LA PROPOSTA DI MALAGÒ DI DARE LA CITTADINANZA ITALIANA PER MERITI SPORTIVI, A SINISTRA PROVANO A CAVALCARE L'ONDA - FRANCESCO MERLO: "BISOGNA ADEGUARE LA CIVILTÀ GIURIDICA, CON L'ESEMPIO DELLO SPORT, AL PASSO E AL FIATO DELLA SOCIETÀ" - GAD LERNER SUL "FATTO": "UNA CORSIA PREFERENZIALE AI GIOVANI IMMIGRATI MERITEVOLI IN CAMPO SPORTIVO? E PERCHÉ NON A QUELLI CHE ECCELLONO NEGLI STUDI SCIENTIFICI, NELLA MUSICA O IN QUALSIASI ALTRA ATTIVITÀ..."

1 - MALAGÒ, LEZIONE DI POLITICA. IL PONTE CONTRO LA MAFIA

Dalla rubrica della posta di Francesco Merlo per "la Repubblica"

 

malago per lo ius soli sportivo

Caro Merlo, ammirando la sua ironia, cosa pensa della proposta di dare la cittadinanza italiana per meriti sportivi fatta da Malagò per i bravissimi atleti ancora non cittadini italiani che hanno partecipato alle Olimpiadi?

 

Io dico: non solo a loro, ma a tutti quelli che lavorano, studiano in Italia e contribuiscono a migliorarla, per non parlare dei tanti sfortunati sfruttati nelle campagne, delle badanti

Bruna Mazzuzi

 

francesco merlo foto di bacco

Risposta di Francesco Merlo

Lei dice bene, ma io credo che abbia ragione da vendere Giovanni Malagò, il quale si occupa di sport e dallo sport manda un segnale ai naviganti della politica. Ha infatti capito che, soprattutto in questo momento di gloria, amiamo questi atleti, che sono un pugno di grandi italiani senza Italia, più dei bambini, che sono ottocentomila piccoli italiani senza Italia.

 

"È aberrante - ha detto - che non ci sia lo ius soli sportivo" e che dunque i campioni dell'Italia non siano italiani. Allo stesso modo sono una benedizione anche i bambini che studiano la Costituzione che non li accoglie e parlano la lingua che li chiama "diversi". L'ho già detto: sono lo "ius", che in latino - me lo fece notare per primo Renzo Piano - non vuole dire solo diritto, vuol dire anche succo: il succo della terra, lo ius soli, il fertilizzante del futuro.

 

la staffetta italiana 4x100

Eviterei dunque l'ironia e comincerei da dove si può. Bravo Malagò allora, perché in Italia, come diceva Martinazzoli, "le leggi si riesce a farle solo con la regola della quadratura del cerchio".

 

E voleva dire non tanto del compromesso spinto sino al paradosso di far convergere le parallele, ma anche di infilare la pubblica coscienza attraverso le fessure delle leggi ingiuste, di acchiappare il mondo dei diritti dalla coda, di adeguare la civiltà giuridica, con l'esempio dello sport, al passo e al fiato della società.

 

2 - OLIMPIADI, TRIONFA L'ITALIA MULTIETNICA. E LO IUS SOLI?

Gad Lerner per "il Fatto Quotidiano"

 

marcell jacobs con eseosa desalu

Esultiamo. È l'Italia più grande di sempre, in campo sportivo, con le sue 40 medaglie olimpiche conquistate in 19 discipline diverse. Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, l'ha definita un'"Italia multietnica e super integrata". Come dargli torto? Quel medagliere, oltre che un mosaico di storie di vita straordinarie, è una fotografia del Paese reale, o meglio della sua gioventù al tempo della crisi demografica e della seconda generazione di immigrati: si calcola intorno al 40% la percentuale di vittorie e piazzamenti dovuti al contributo dei nuovi italiani.

 

gad lerner

GUAI, PERÒ, a sottolinearlo. Per aver definito il centometrista di colore Marcell Jacobs "un grande bresciano (alla faccia di chi so io)", mi sono beccato il predicozzo di Salvini e di tanti altri che fino a ieri urlavano contro Balotelli "non ci sono negri italiani".

 

In effetti Balotelli, come il velocista Eseosa Desalu, ha dovuto aspettare il compimento della maggiore età per ottenere l'agognata cittadinanza. Troppo comodo adesso far passare noi fautori dei diritti dei figli degli immigrati come guastafeste, in nome del finto patriottismo di chi, pur di escluderli, si è trincerato dietro la difesa delle radici, dell'identità e delle tradizioni religiose di un'Italietta che fu.

 

Ebbene sì: l'inno di Mameli ha salutato sul podio olimpico anche il marciatore Massimo Stano, convertitosi all'islam; l'arciera Lucilla Boari che ha dedicato la medaglia alla sua fidanzata; il lottatore Abraham Conyedo naturalizzato italiano solo nel 2019 pur di metterlo in squadra.

 

ius soli sportivo

Mentre Salvini twittava il suo patriottismo da spiaggia bevendo aperitivi al Papeete, ragazzi italiani di tutti i colori conquistavano record e medaglie scavalcando gli ostacoli da lui stesso frapposti alle loro legittime aspirazioni.

 

Da più di dieci anni aspettiamo invano l'approvazione di una legge - chiamata di volta in volta ius soli o ius culturae - che consenta loro di accedere alla cittadinanza per nascita o al compimento del percorso di studi.

 

IUS SOLI SPORT

Sarà lecito, allora, in questo momento di univoca esultanza nazionale, porsi una domanda: a Tokyo la nuova Italia è andata bene, anzi, benone. Ma quante medaglie in più avremmo vinto se la legge sulla cittadinanza fosse già in vigore, consentendo a tanti altri giovani meritevoli l'iscrizione alle federazioni sportive?

 

IUS SOLI SPORT - 2

Basterebbe guardare il medagliere olimpico: l'Olanda ha meno di un terzo degli abitanti dell'Italia ma ha conquistato lo stesso numero di medaglie d'oro. Vuol dire che ha saputo capitalizzare con una legislazione all'altezza dei tempi la composizione multietnica della sua società.

 

MANIFESTANTE PRO IUS SOLI

Il primo a porre la questione è stato il presidente del Coni, Malagò, che ha parlato della necessità di un "ius soli sportivo". Queste le sue parole: "Oggi in Italia c'è una legge. Ma se tu aspetti 18 anni per fare la pratica, rischi di perdere la persona. Allora farò una proposta: anticipare l'iter burocratico che è infernale. Altrimenti o l'atleta smette, o si tessera con il Paese d'origine, o arrivano altri Paesi che studiano la pratica e lo tesserano loro".

 

Ben venga, sull'onda delle vittorie olimpiche, lo "ius soli sportivo" proposto da Malagò. Ma poi dovrete spiegarci perché una corsia preferenziale dovrebbe essere riservata ai giovani immigrati meritevoli in campo sportivo, e non a quelli che eccellono negli studi scientifici, nella musica o in qualsiasi altra attività.

 

IUS SOLI

Solo per confermare lo stereotipo secondo cui lo sport è il nuovo oppio dei popoli, e quindi ogni scusa è buona per rimpinguare il palmarès dei colori azzurri? Assai opinabile, peraltro, resta l'idea che la concessione della cittadinanza debba dipendere da criteri meritocratici anziché da requisiti oggettivi, uguali per tutti.

 

Un conto è verificare l'adesione dei nuovi cittadini ai principi e alle regole della Costituzione, sia attraverso la formazione scolastica, sia con il giuramento. Ben altro è mascherare calcoli di convenienza col fasullo richiamo alla meritocrazia. Al contrario, lo sport italiano oggi può fare da apripista, chiamando un Paese galvanizzato dal successo di quaranta giovani sconosciuti fino a ieri, e di tutto l'ambiente tricolore-multicolore in cui sono cresciuti, per fare breccia nelle paure e nei pregiudizi che hanno paralizzato la politica.

 

MARCELL JACOBS ESEOSA DESALU LORENZO PATTA FILIPPO TORTU ORO NELLA 4X100

Approfittiamo di questo momento magico. Ci sono tante altre madri come la badante Veronica, madre di Eseosa Desalu, impegnate in una vita di sacrifici, che vorrebbero vedere i loro figli andare in gita scolastica all'estero con i loro compagni di classe, e risparmiargli le lunghe file per il rinnovo del permesso di soggiorno, essendo nati in Italia o arrivati qui da bambini.

 

Marcell Jacobs e l'abbraccio con la mamma a fiumicino

Il 23 settembre prossimo, quando riceverà la squadra azzurra al Quirinale, il presidente Mattarella potrebbe spendere la sua moral suasion in favore di tutti i figli degli immigrati, giovani promesse di un'Italia migliore.

marcell jacobs 1la mamma di marcell jacobsMARCELL JACOBS ESEOSA DESALU LORENZO PATTA FILIPPO TORTU - 4X100 ORO A TOKYO 2020

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