vladimir putin joe biden ucraina russia

KIEV BUSSA ALLA MIA PORTA? – IL RINCOGLIONITISSIMO BIDEN FIN DALL’INIZIO AVREBBE DOVUTO DIRE (SOTTOVOCE) A PUTIN: “STAI TRANQUILLO, L’UCRAINA NON ENTRERÀ MAI NELLA NATO” – INVECE, LA GIUSTA RICHIESTA RUSSA DI STOPPARE L'ESPANSIONE DELLA NATO VERSO EST È FINITA NEL CESTINO: “L'UCRAINA HA DIRITTO DI SCEGLIERSI GLI ALLEATI” - ED ORA CHI RISCHIA DI ROMPERSI L’OSSO DEL COLLO E’ L’ECONOMIA EUROPEA PERCHÉ PUTIN NON PUÒ PERMETTERSI DI AVERE GLI STATI UNITI ACCAMPATI DAVANTI ALLA PORTA DI CASA

ANTONY BLINKEN SERGEI LAVROV

1 - LAVROV, NON RISPONDEREMO SUBITO A USA E NATO

(ANSA) - La Russia "non reagirà immediatamente" alle risposte consegnate ieri da Usa e Nato sulle richieste di Mosca relative alla sicurezza. Lo ha detto il ministro degli Esteri Serghei Lavrov, citato dalla Tass. Secondo Lavrov, comunque, "non è positiva" la risposta alla "principale questione", cioè "l'inammissibilità dell'espansione della Nato" verso est.

 

2 - UCRAINA: USA, SE RUSSIA INVADE STOP A NORD STREAM 2

incontro virtuale joe biden vladimir putin

 (ANSA) - "Voglio essere molto chiaro: se la Russia invade l'Ucraina in un modo o in un altro, il gasdotto Nord Stream 2 non andrà avanti". Lo ha affermato il portavoce del dipartimento di Stato Usa, Ned Price, parlando con l'emittente radiofonica pubblica Npr, scrive il Guardian. "Non entrerò nei dettagli", ha detto, ma ha aggiunto: "Lavoreremo con la Germania per garantire che non vada avanti".

Biden Putin

 

3 - UCRAINA: KIEV SODDISFATTA DELLA RISPOSTA USA A MOSCA

(ANSA) - L'Ucraina "non ha obiezioni" alla risposta degli Stati Uniti ai requisiti di sicurezza russe. E' quanto afferma il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kouleba. "Abbiamo visto la risposta scritta dagli Stati Uniti prima che fosse consegnata alla Russia. Nessuna obiezione da parte ucraina", scrive Kouleba su Twitter.

tensione alle stelle russia ucraina

 

4 - LA RISPOSTA USA ALLA RUSSIA "NIENTE VETI A KIEV NELLA NATO"

Anna Lombardi per “la Repubblica”

 

Il governo degli Stati Uniti e la Nato hanno recapitato ieri al presidente russo le attese risposte scritte a quelle richieste di "garanzie di sicurezza" avanzate dal Cremlino già a dicembre e poi ribadite la settimana scorsa, durante l'incontro fra il segretario di Stato Usa Antony Blinken e l'omologo russo Serghej Lavrov.

 

truppe russe ammassate al confine con l ucraina

Istanze che prevedevano, fra l'altro, lo stop all'espansione della Nato verso est e il veto all'Ucraina di unirsi all'Alleanza. «Abbiamo risposto alle richieste offrendo una via diplomatica seria» ha sottolineato il capo della diplomazia statunitense, annunciando la consegna del plico, portato dell'ambasciatore John Sullivan alla sede del Ministero degli Esteri di Mosca. Chiarendo subito come la richiesta di tenere Kiev fuori dalla Nato sia irricevibile: «L'Ucraina ha diritto di scegliersi gli alleati».

 

CONFERENZA STAMPA DI VLADIMIR PUTIN DOPO L'INCONTRO CON BIDEN

Confermando pure la consegna da parte americana, questa settimana, di «tre carichi di aiuti militari, comprese armi anticarro e 283 tonnellate di munizioni» alla luce dell'acuirsi delle tensioni alla frontiera russo-ucraina e nel timore di un possibile attacco. Azione cui ieri ha reagito il partito Russia Unita, vicino a Putin, chiedendo l'invio di armi ai separatisti del Donbass. Porte della Nato aperte, dunque, insieme a quelle del dialogo: «Abbiamo fatto una valutazione razionale coinvolgendo gli alleati, tenendo conto delle preoccupazioni di tutti alla ricerca di terreno comune».

carro armato ucraino in donbass

 

La lettera, approvata dal presidente Joe Biden, non sarà resa pubblica: «La diplomazia lavora meglio su canali confidenziali ». Secondo anticipazioni dei giorni scorsi vi sono però enunciati limiti al dispiegamento di truppe, navi da guerra e aerei e una proposta per evitare di dislocare missili a medio e corto raggio in siti che potrebbero minacciare entrambe le parti.

 

vladimir putin joe biden. 23

«Abbiamo affrontato la possibilità di misure di trasparenza reciproche, volte ad aumentare la fiducia su manovre ed esercitazioni in Europa, oltre ad occuparci di altri temi cruciali come il controllo degli armamenti e il posizionamento dei missili in Europa. Punti che se negoziati in buona fede aumenteranno la sicurezza di tutti. Ora tocca a Mosca», ha concluso, rilanciando l'invito ai connazionali di lasciare l'Ucraina diramato poche ore prima.

 

volodymyr zelensky

E affermando di aspettarsi un colloquio con Lavrov a breve, per conoscere la reazione russa. «Siamo pronti a sederci al tavolo e ascoltare le preoccupazioni di Mosca, ma non a scendere a compromessi sui nostri principi» ha rilanciato il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, nel corso della conferenza stampa organizzata a Bruxelles un'ora dopo quella dall'americano nella quale avverte di avere alzato il livello di allarme delle truppe. Mostrando dunque i muscoli, ma fornendo anche maggiori informazioni sulle proposte sottoposte a Mosca: «Siamo un'alleanza difensiva, non cerchiamo lo scontro.

 

Ma non scendiamo a compromessi sui nostri principi e fra questi c'è il diritto di ogni nazione a scegliere il suo percorso. Rispettiamo l'autodeterminazione». Accusando poi Mosca: «Vediamo truppe anche in Bielorussia dispiegate sotto la copertura di esercitazioni ma sono corpi di combattimento. Non c'è trasparenza, non c'è de-escalation ».

ucraina

 

Pur ammettendo che «questo rende ancora più importante impegnarsi nello sforzo politico di trovare soluzioni comuni». Le richieste fondamentali sono tre: «Ristabilire i contatti interrotti, riaprendo i rispettivi uffici a Mosca e Bruxelles ripristinando le comunicazioni militari esistenti per promuovere la trasparenza e ridurre i rischi».

 

antony blinken

I russi, poi, «devono astenersi da atteggiamenti coercitivi, retorica aggressiva e attività maligne, ritirandosi da Ucraina, Georgia e Moldova, dove sono schierati senza il consenso di quei paesi». Infine, «trasparenza e controllo degli armamenti per ridurre ogni rischio, attraverso incontri informativi reciproci su esercitazioni e politiche nucleari » riducendo pure le minacce informatiche.

 

«L'Occidente vive una frenesia militare» aveva detto ancor prima di ricevere le lettere il ministro degli Esteri russo Lavrov, dicendosi comunque «pronto a rappresaglie, per proteggere gli interessi del Paese» nell'eventualità di nuove sanzioni dirette. Magari approfondendo le «partnership strategiche con Cuba, Venezuela, Nicaragua».

putin bidenincontro virtuale joe biden vladimir putinCONFERENZA STAMPA DI VLADIMIR PUTIN DOPO L'INCONTRO CON BIDENesercitazioni esercito ucraino ATTACCO HACKER AI SITI DEL GOVERNO UCRAINOsergej lavrov

Ultimi Dagoreport

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")