marco tronchetti provera mao cina

“L'EUROPA RISCHIA DI DIVENTARE IL VASO DI COCCIO FRA CINA E STATI UNITI” – L'AD DI PIRELLI TRONCHETTI PROVERA: “LA NATO HA ALLARGATO I SUOI CONFINI SEGUENDO LA VISIONE STRATEGICA AMERICANA. GLI STATI UNITI HANNO PRESO A CONSIDERARE LA RUSSIA COME UNA FASTIDIOSA POTENZA REGIONALE, AUSPICANDO DI ROVESCIARE PUTIN CON LE SANZIONI. È STATO UN ERRORE DI VALUTAZIONE” – L’ATTACCO ALLE ISTITUZIONE EUROPEE: “SONO ELETTE IN MODO CHE ACCONTENTINO TUTTI E DISTURBINO IL MENO POSSIBILE. A BRUXELLES SERVE UNA LEADERSHIP FORTE”

Estratto dell’articolo di Francesco Bertolino per “la Stampa”

 

marco tronchetti provera telecom

Il Pnrr è un treno da non mancare, sostiene Marco Tronchetti Provera, amministratore delegato di Pirelli. Ne va del futuro non solo dell’Italia, ma anche dell’Europa che nel piano può trovare lo slancio necessario a diventare un attore economico e politico sullo scenario internazionale, ritagliandosi un ruolo autonomo anche nella guerra in Ucraina.

 

Altrimenti, il sempre più Vecchio Continente rischia «di diventare il vaso di coccio fra Cina e Stati Uniti», avverte il manager, intervistato dal direttore de La Stampa, Massimo Giannini, al Festival dell'Economia di Trento. […]

 

Anche il governo Meloni ha questa voglia di fare?

«È presto per giudicare. Si deve dare atto a Meloni di metterci l’impegno: non ha commesso errori a livello internazionale, ha carisma e alcuni ministri di indubbia qualità. Il suo predecessore Draghi ha costruito la cornice per il rilancio, ora va riempita di contenuti».

 

MARCO TRONCHETTI PROVERA CON LA BELLA MODELLA RUSSA HELENA

Nell’attuazione del Pnrr siamo però in grave ritardo. Non rischiamo di perdere il treno?

«Il passaggio è delicato. Noi abbiamo preso più soldi e quindi siamo messi peggio nei numeri assoluti, ma anche altri Paesi hanno problemi. […] Ne va anche del futuro dell’Europa.

 

Perché?

«Il Pnrr deve diventare un moto vitale per rilanciare l’Europa, dove si è fermato l’ascensore sociale. Se l’economia non cresce, l’invecchiamento demografico intaccherà la struttura di welfare. Questo deve essere l’obiettivo di Bruxelles, che è spesso più incline a fare regole che progetti: serve invece un debito comune, una visione unitaria e soprattutto una leadership europea».

 

Non la vede a Bruxelles?

«Manca la volontà di averla. I vertici europei sono eletti in modo che accontentino tutti e disturbino il meno possibile il Consiglio dei capi di Stato e di governo dove si prendono le decisioni. Serve invece un nucleo centrale forte e capace di stabilire le linee di politica economica ed estera, sedendosi al tavolo con gli Stati Uniti e la Cina. Altrimenti, la marginalizzazione dell’Europa diventa un rischio anche per la tenuta del sistema democratico».

MARCO E AFEF TRONCHETTI PROVERA SERATA CALENDARIO PIRELLI

 

Coglie segni di questa debolezza europea nella gestione della guerra in Ucraina?

«Dal 2014, sotto la presidenza di Obama, gli Stati Uniti hanno preso a considerare la Russia come una fastidiosa potenza regionale, auspicando di rovesciare Putin con le sanzioni. È stato un errore di valutazione che nessun europeo avrebbe compiuto, ma l’Europa è stata inesistente per otto anni, al traino americano». […]

 

Papa Francesco ha detto che la Nato è andata ad abbaiare ai confini russi. Condivide?

«La Nato ha allargato i suoi confini seguendo la visione strategia degli Stati Uniti che, sotto la presidenza di Trump, miravano esplicitamente a un cambio di regime in Cina.

 

La Russia era considerata solo un ostacolo nel progetto, mentre per l’Europa è un prezioso cuscinetto che ci separa da una Cina sempre più assertiva in politica estera. Ora la situazione, esasperata dall’atto criminale di Putin, è ingestibile».

 

MARCO TRONCHETTI PROVERA SUL PALCO SERATA CALENDARIO PIRELLI

Quando si potrà dire che la guerra in Ucraina è vinta?

«Putin ha già perso: l’azione speciale doveva concludersi in un mese con la rimozione di Zelensky e la resa dell’esercito ucraino. Non è andata così e oggi la Russia fa i conti con le conseguenze delle sanzioni e con un disastro economico perché, a differenza degli Stati Uniti, non produce ricchezza con gli armamenti. Putin è quindi debole e bisogna approfittarne per avviare un dialogo Esasperare la partita con un perdente che ha migliaia di testate atomiche è rischioso».

 

VLADIMIR PUTIN JOE BIDEN - ILLUSTRAZIONE TPI

Dove passano le merci non passano gli eserciti, si diceva. La guerra ha distrutto la base geopolitica della globalizzazione: si rischia un disaccoppiamento fra l’economia occidentale e quella cinese?

[…] Oggi la Cina di Xi ha incrementato il controllo sociale all’insegna della “comune prosperità” ed è diventato un operatore geopolitico attivo in Asia e in Africa. Ciò ha creato preoccupazione negli Stati Uniti, che hanno a loro volta assunto un atteggiamento più assertivo». […]

PUTIN BIDEN

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)

giusi bartolozzi almasri giorgia meloni carlo nordio

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA TRA LE MANI IL CAPRO ESPIATORIO PERFETTO PER LA FIGURACCIA SU ALMASRI: GIUSI BARTOLOZZI, CAPO DI GABINETTO DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, NORDIO. DEL RESTO, È UNA MAIL DELLA “ZARINA” A DIMOSTRARE CHE A VIA ARENULA SAPESSERO DELL’ARRESTO DEL TORTURATORE LIBICO GIÀ DOMENICA 19 GIUGNO, E NON LUNEDÌ 20, COME SEMPRE SOSTENUTO DA NORDIO – DI FRONTE ALL’IPOTETICA CACCIATA DELLA BIONDISSIMA GIUSI, PERÒ, NORDIO S’È SUBITO OPPOSTO: GIAMMAI! D'ALTRONDE LA DECISIONE, SECONDO IL MINISTRO, È STATA PRESA DIRETTAMENTE A PALAZZO CHIGI…

mantovano belloni almasri ursula von der leyen bjoern seibert gianni caravelli

BELLONI, UN ERRORE DOPO L’ALTRO. QUANDO SBATTÈ LA PORTA DEL DIS, ESSENDO ENTRATA IN CONFLITTO CON IL CAPO DELL’AISE, GIANNI CARAVELLI, COLPEVOLE DI NON FARE RIFERIMENTO A LEI MA AL SOTTOSEGRETARIO ALFREDO MANTOVANO, SCELSE IL MOMENTO MENO OPPORTUNO: L’ESPLOSIONE DEL CASO ALMASRI - DOPO LO SCHIAFFO A MANTOVANO, ORA HA MOLLATO UNA SBERLA A URSULA, DECIDENDO DI FARE LE VALIGIE ANZITEMPO NEL MOMENTO DI DEBOLEZZA MASSIMA DI VON DER LEYEN: LA QUESTIONE DEI DAZI E LA MOZIONE DI SFIDUCIA DEGLI EUROPARLAMENTARI DI ULTRA-DESTRA - E OGGI BELLONI SI RITROVA, COME DICONO IN CERTI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ‘’SENZA I CRISMI’’ DI AFFIDABILITÀ PER ASPIRARE A UNA PRESIDENZA IN QUALCHE PARTECIPATA DI STATO, DOVE URGE UNA PRESENZA FEMMINILE, COME L’ENI...

giorgia meloni ursula von der leyen elly schlein

FLASH! - AVVISATE MELONI: IL VOTO DI FRATELLI D'ITALIA NON DOVREBBE SERVIRE NEL VOTO DI SFIDUCIA PRESENTATA DA 76 EURODEPUTATI DI ESTREMA DESTRA NEI CONFRONTI DELLA COMMISSIONE E DI URSULA VON DER LEYEN - LA TAFAZZIANA MINACCIA DI ASTENSIONE DEL GRUPPO PSE DEI SOCIALISTI EUROPEI (PD COMPRESO) SAREBBE RIENTRATA: IL LORO VOTO A FAVORE DELLA SFIDUCIA A URSULA SAREBBE STATO COPERTO DALLA CAMALEONTE MELONI, IN MANOVRA PER "DEMOCRISTIANIZZARSI" COL PPE, SPOSTANDO COSI' A DESTRA LA MAGGIORANZA DELLA COMMISSIONE...