giuseppe conte ciuffo capelli

“L'ITALIA È DIVENTATA FRAGILE MA NON CI SARÀ AUSTERITÀ” - CONTE ALLA RESA DEI CONTI: SEI MESI FA IL GOVERNO PREVEDEVA 1,5% DI PIL NEL 2019, ORA SIAMO ALLO 0,2% E IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E' COSTRETTO AD AMMETTERE LA BRUSCA FRENATA (E RESTA LO SPETTRO DELLA PROCEDURA EUROPEA) – LA PROMESSA: LA FLAT TAX SI FARA’ DOPO L' ESTATE, GLI INTERVENTI SARANNO PROGRESSIVI

GIUSEPPE CONTE AL VINITALY

Ilario Lombardo per “la Stampa”

 

Nonostante tutto Giuseppe Conte si aggrappa al suo ottimismo. Arriva a Bruxelles con la voglia di spandere sorrisi e di dirsi tranquillo, «a dispetto di ciò che viene raccontato».

C' è la Brexit che incombe e un Consiglio europeo straordinario a cui partecipare. Ma il premier italiano si ritaglia qualche minuto per rispondere a domande che provano a mettere in discussione la sua imperturbabilità. L' economia parla chiaro, non ci si può girare troppo intorno. Sei mesi fa il governo prevedeva 1,5 per cento di Pil nel 2019. A dicembre sono scesi all' 1. Ora il Def ha fissato un più realistico 0,2. Siamo al 4 mese di quell' anno che Conte ha definito imprudentemente «bellissimo».

Conte al Salone del Mobile

 

Dove sono finite le promesse e come si farà a evitare la recessione? «Stiamo affrontando un quadro economico che si è complicato anche per effetto di una perniciosa guerra dei dazi. Il settore dell' industria dell' auto rischia di risentirne fortemente. Quello delle costruzioni in Italia ha accumulato negli ultimi anni alcune evidenti fragilità». È una diagnosi tutta in difesa mentre il debito continua a salire come certificato dal Def, l' Italia è nel mirino del Fmi come fattore di instabilità dell' eurozona. «Sarebbe un errore ritrarsi in una logica di austerità - risponde Conte - Porterebbe conseguenze ancora più pesanti».

 

matteo salvini giuseppe conte a pian de giullari firenze

Resta, comunque, lo spettro della procedura europea. Scenari potenzialmente disastrosi per l' Italia, di fronte ai quali il premier non può fare altro che aggrapparsi all' unico dato sbandierato dall' intero governo come speranza di salvezza: «La produzione industriale è cresciuta per due mesi consecutivi: è aumentata dello 0,8 per cento a febbraio rispetto al mese precedente e dell' 1,9 a gennaio. Era da fine 2017 che non si vedeva un bimestre così positivo in alcuni settori come quello dei beni di consumo, e questo rimbalzo ha sorpreso i mercati che invece si attendevano un dato negativo. A tal punto che alcuni analisti nazionali e internazionali (Prometeia e Barclays) hanno fatto sapere che rivedranno al rialzo le loro stime del Pil per il primo trimestre del 2019».

 

giuseppe conte al salone del mobile 1

Ma questo basta davvero?

«Noi fin qui abbiamo seminato, ora dobbiamo raccogliere i frutti delle misure già adottate, i cui effetti devono ancora manifestarsi appieno». Intanto il decreto crescita e rimborsi ai truffati delle banche non vedono la luce, mentre la maggioranza litiga su una misura, la flat tax, che lo stesso ministro dell' Economia Giovanni Tria ha definito impossibile senza l' aumento dell' Iva. Non è poco serio che in un quadro così difficile e senza aver ancora goduto dei «frutti» delle misure adottate si parli già di un provvedimento enorme come la tassa piatta?

 

Ed è qui che Conte esercita le sue arti da avvocato mediatore, dovendo trovare un equilibrio tra Matteo Salvini che la chiede a gran voce e Luigi Di Maio che frena, proponendo una maggiore progressività. «La flat tax si farà, perché è nel programma e perché la disciplina fiscale va semplificata e la pressione fiscale va alleggerita». Conte non crede alla data di scadenza di questo governo che tutti intravedono dopo le elezioni europee. E su questo fonda il suo ragionamento sulle imponenti risorse da trovare, 23 miliardi solo per sterilizzare l' Iva.

giuseppe conte al salone del mobile 4

 

Non tutto sarà fatto subito, neanche la flat tax: «Ricordiamo che abbiamo una prospettiva di governo che coincide con l' intera legislatura. Questo ci consente di programma gli interventi su base progressiva, mano a mano che libereremo risorse con una oculata spending review e una revisione delle tax expenditures, con una politica di contrasto dell' evasione e dell' elusione fiscale». Ogni parola è declinata al futuro, alla scommessa sulla seconda parte del 2019. «È per questo che anche nel Def ci siamo affidati a stime prudenti, attente alla tenuta dei conti pubblici. Ma al contempo dobbiamo registrare l' arrivo di questi dati con grande fiducia nel futuro». La riforma fiscale, promette, comincerà il suo cammino dopo l' estate e non è detto che avrà gli stessi connotati dell' aliquota unica o duplice promessa in campagna elettorale dalla Lega e poi nel contratto di governo.

jean claude juncker giuseppe conte 1

 

Conte oppone alle critiche le norme sulla semplificazione e contro gli ostacoli burocratici.Assicura che il decreto sui truffati dalle è in «dirittura finale» ma non dice quando: «Accusare il governo di ritardi è un paradosso. Abbiamo messo a disposizione un miliardo e mezzo per i rimborsi. Ho incontrato i rappresentanti di tutti i risparmiatori. Li ho invitati a suggerire le fattispecie che serviranno a rendere tipizzati gli illeciti per facilitare la liquidazione degli indennizzi anche per le richieste che verranno sottoposte al vaglio della commissione tecnica».

 

Nel decreto crescita, «che stiamo chiudendo» inseriranno «la modifica della norma primaria sugli indennizzi». Nessuna crisi, dunque. Altri quattro anni così, tra liti quotidiane di Lega e 5 Stelle, sono tanti. Anche il premier pensa che sia solo la campagna elettorale e che dopo la navigazione andrà meglio? O sono fondate le voci insistenti di un rimpasto? «Le discussioni - risponde - sono state sempre indirizzate a trovare le migliori soluzioni. Confronti su aggiustamenti di poltrone non sono mai avvenuti e dubito che avverranno. Andiamo avanti così».

GIUSEPPE CONTE BEVE UN CAFFE' IN SENATO

Ultimi Dagoreport

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...