renzi calenda

“UN ACCORDO CON RENZI NON È NÉ SCONTATO NÉ BANALE” - UN EGO COME QUELLO DI CARLO CALENDA PUO’ ALLEARSI SOLO CON SE STESSO: “CON RENZI CI SONO RAPPORTI DETERIORATI NEL TEMPO E CI DIVIDONO ALCUNE SCELTE. PRENDERÒ MOLTI VOTI IN USCITA DAL CENTRODESTRA, CI SARÀ UNA GRANDE ONDA DI CONSENSO COME È ACCADUTO A ROMA: POSSO MANDARE FORZA ITALIA SOTTO IL 3% - SICCOME NON SI SENTE IN GRADO DI RAPPRESENTARE TUTTA LA SINISTRA, IL PD METTE DENTRO CHIUNQUE. TEMEVANO CHE FRATOIANNI E BONELLI ANDASSERO CON CONTE. A FARE COSA, MELÉNCHON CON LA POCHETTE? PER LA SINISTRA SARÀ UNA SCONFITTA CLAMOROSA”

Stefano Cappellini per “la Repubblica”

 

renzi calenda

Calenda, come si sente dopo aver tradito l'accordo con il Pd?

«Non ho tradito alcun patto. Con grande sofferenza mi sono sfilato da una coalizione Frankenstein».

 

Lei ha sottoscritto il 2 agosto con Enrico Letta un accordo che prevedeva il divieto di candidare, tra gli altri, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli nei collegi uninominali, quindi sapeva bene che sarebbero stati in coalizione.

«Certo che sapevo di Fratoianni, Bonelli e Di Maio. Ma con Enrico ero stato chiaro: vuoi farli entrare? Falli entrare, ma non reggo la chiusura di un patto scritto anche con loro e serve un codice di condotta, non posso tollerare un bombardamento mediatico contro di me. Che invece, puntuale, è cominciato un minuto dopo la chiusura dell'intesa con il Pd».

calenda letta

 

Che differenza faceva se Fratoianni e Bonelli entravano con un patto firmato o senza?

«L'accordo col Pd era figlio di un negoziato durissimo e un compromesso. Così invece si erano create due ali della coalizione, una delle quali contraria a tutto quello che dice l'altra».

 

Ma il patto sottoscritto dal Pd con i rossoverdi parla di difesa della Costituzione. Cosa la turbava?

carlo calenda enrico letta

«Intanto se firmi un secondo patto, la gente non ci capisce più nulla. E poi se imbarchi Sinistra italiana e Verdi con la logica che devi difendere la Costituzione, allora perché non Conte? Io a Enrico l'ho detto in tutti i modi nei giorni tra il mio accordo e quello con la sinistra, gli avrò mandato 30 messaggi: fermati, stai buttando un'occasione, non prendo più un voto dal centrodestra».

 

E Letta?

«Diceva: non ti preoccupare, con loro sarà un patto leggerissimo. Forse qualcuno tra i radicali, che hanno fatto il gioco delle tre carte, lo aveva convinto che io non sarei tornato indietro, magari con la storia che sennò avrei dovuto raccogliere le firme per presentarmi».

renzi di maio calenda

 

Non le deve raccogliere?

«No, ne sono certo, in ogni caso non ho problemi a farlo».

 

Poi va in tv e annuncia la rottura senza nemmeno avvertire Letta.

«Se qualcuno continua a ripetere questa storia dovrò chiedere a Letta il permesso di leggere i 30 messaggi. Tre ore prima del programma di Annunziata chiamo Franceschini e gli confermo la decisione: questa coalizione non si tiene in piedi. E lui capisce perfettamente».

 

Sta dicendo che Franceschini le ha dato ragione?

letta bonelli fratoianni

«Questo deve chiederlo a lui. Il problema del Pd è sempre lo stesso, siccome non si sente in grado di rappresentare tutta la sinistra, mette dentro chiunque. Temevano che Fratoianni e Bonelli andassero con Conte. A fare cosa, Melénchon con la pochette? È finita a bordello e per la sinistra sarà una sconfitta clamorosa».

 

Il che significa che, anche grazie a lei, sarà una trionfale vittoria della destra.

«Di questo rischio ho una consapevolezza tale che ho fatto di tutto per mettermi insieme al Pd, ma non è detto che Meloni vinca. Prenderò molti voti in uscita dal centrodestra, ci sarà una grande onda di consenso come è accaduto a Roma».

 

calenda renzi

Sa chi sarebbe stato eletto se le comunali di Roma fossero state un collegio uninominale? Michetti.

«Se vado bene toglierò tantissimi consensi alla destra nel proporzionale e questo compenserà il risultato dei collegi, anzi il saldo per loro sarà negativo. Posso mandare Forza Italia sotto il 3%».

 

Addirittura.

«Senza offesa per nessuno, la parte sana di Forza Italia è con me».

ANGELO BONELLI NICOLA FRATOIANNI

 

Farà un accordo con Matteo Renzi?

«Ci incontreremo per discuterne, perché un accordo tra di noi non è né scontato né banale. Con Renzi ci sono rapporti deteriorati nel tempo, ci unisce una consonanza programmatica e ci dividono alcune scelte. Non avrei mai fatto un accordo di governo con i 5S».

 

In caso di accordo, lista unica o liste in coalizione?

«Preferisco la seconda ipotesi».

 

carlo calenda enrico letta 2

Cosa farebbe Calenda nei primi 100 giorni a Palazzo Chigi che Fratoianni e Bonelli non le avrebbero fatto fare?

«Procedure d'urgenza per costruire i due rigassificatori, anche militarizzando i siti, riforma del reddito di cittadinanza, cancellazione del bonus 110% sostituito con una legge sull'efficientamento energetico, vendita dell'Ilva di Taranto e introduzione del salario minimo, ma su questo saremmo stati d'accordo. Con loro non avrei potuto mantenere la linea di politica internazionale»

 

La destra invece manterrà la linea?

«Meloni, dovesse vincere, farà fatica a trovare un leader europeo che le stringa la mano, sottovaluta il passato del suo partito. Non che io pensi che lei sia fascista, ma in Europa non aver mai pronunciato parole vere di condanna per il regime non è questione sottovalutata come da noi».

 

ANGELO BONELLI NICOLA FRATOIANNI

Sull'Ucraina Calenda ha la stessa linea di Di Maio, però per lei Di Maio è il male.

«Di Maio è il politico più screditato del Paese. Lo ritenesse utile, sarebbe pronto a dire che è un fascista della prima ora".

 

Di lei sa cosa dicono? Che se fosse premier e Twitter criticasse una legge, lei la ritirerebbe.

«Sciocchezze. Quando ho firmato il patto con Letta, che continuo a stimare, ho difeso a spada tratta la scelta anche davanti alla rivolta di una parte del mio mondo. Ho avuto 1500 tessere di Azione restituite in giorno».

 

E ora sono tornati?

«Quasi tutti, ma la tessera gliel'ho fatta pagare di nuovo».

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."