giuseppe conte beppe grillo virginia raggi

“AH, VIRGINIA, CE NE FOSSERO DI AVVOCATI BRAVI COME TE...”. GRILLO CON UNA FRASE TUMULA CONTE E FA CAPIRE CHE IN FUTURO NON GLI DISPIACEREBBE AVERE LA SUA COCCA RAGGI ALLA GUIDA DEL M5S – “UNA TOSTA CHE SA RESISTERE AGLI ATTACCHI E NON PERDE MAI LUCIDITÀ” – QUANDO VIDE CHE CONTE ANNASPAVA GIA' DOPO L'ESTATE, BEPPEMAO AVEVA PENSATO A RAGGI E APPENDINO COME VICE. NON SE NE FECE NULLA, E GRILLO ANCORA SI MORDE LE MANI - I DI MAIO BOYS: "CONTE E' COTTO, PRIMA O POI SI ARRIVERA' ALLA RAGGI"

 

Tommaso Labate per il "Corriere della Sera"

 

grillo raggi

«Amiche mai», sintetizzano quelli che giurano di conoscerle bene entrambe, le due protagoniste «local» del Movimento Cinque Stelle dei bei tempi andati, rimando nostalgico all'epoca gloriosa in cui il successo nelle urne nazionali veniva accompagnato dalle clamorose conquiste delle Capitali d'Italia del passato remoto e del presente, Torino e Roma.

 

E adesso che «l'opzione donna» per la leadership si affaccia tra le ipotesi allo studio di Beppe Grillo per uscire dal pantano di carte bollate che ha portato alla destituzione di Giuseppe Conte, tutti tornano a guardare verso di loro. Loro sono Virginia Raggi e Chiara Appendino, le «amiche mai», due rette parallele che parevano destinate a non incontrarsi. Roma di qua, Torino di là; lo studio Previti dove si è fatta le ossa la prima da una parte, la Juventus, dov' era professionalmente cresciuta la seconda, dall'altra; gli studi di Diritto della prima, la laurea in Economia internazionale e management della seconda.

virginia raggi in versione gladiatrice twittata da beppe grillo

 

Gelida e diffidente l'una, decisamente più empatica l'altra, Raggi e Appendino sono state divise da un destino che ha sorpreso tutti i loro compagni di strada del Movimento e forse, nel bene e nel male, anche loro stesse. Nell'efficace sintesi di un grosso calibro del gotha grillino, «all'improvviso è successo quello che nessuno di noi aveva messo in preventivo: abbiamo pensato per anni che la poltrona da primo cittadino avrebbe portato Virginia a una condanna in primo grado e invece è finita che la condanna è arrivata per Chiara».

 

Quella condanna in primo grado per falso in atto pubblico che aveva spinto l'allora sindaca di Torino a non ricandidarsi per un secondo mandato; cosa che invece Raggi ha fatto a Roma, arrivando addirittura fuori dal podio. Il 25 ottobre scorso, poco prima delle elezioni amministrative, eccole insieme in uno dei rari momenti trascorsi fianco a fianco, corredati dall'immancabile foto pubblicata sui social. «Credo che quello con Virginia sia stato il primo pranzo senza guardare l'orologio», annotava Appendino. «Un'occasione per confrontarci e parlare anche di tanti progetti per il nostro futuro», aggiungeva Raggi. Le condanne in primo grado della prima, al momento, sembrano sbarrarle la strada della possibile leadership pentastellata a cui ambisce la seconda, decisamente più popolare nel popolo del M5S che nel Palazzo.

grillo raggi

 

Nella guerra di nervi contro Giuseppe Conte, iniziata dopo lo scontro sulla candidatura al Quirinale di Elisabetta Belloni, Luigi Di Maio le ha coinvolte entrambe; Raggi incontrandola alla Farnesina, Appendino sentendola per telefono e dandone notizia alla stampa. L'ex sindaca di Roma ha la stima di Beppe Grillo, un legame antico con Alessandro Di Battista (che oggi è fuori dal Movimento), un rapporto stretto con alcuni calibri del Movimento che non vivono a Roma (l'europarlamentare Dino Giarrusso era stato invitato a salire sul palco nel comizio finale della sua campagna elettorale per le Comunali di Roma, alla Bocca della Verità); l'ex prima cittadina di Torino, che sta alla finestra, ha una rete di rapporti interni al Cinque Stelle ugualmente consolidata e la stima di Giuseppe Conte, che l'ha voluta nella segreteria nazionale poi decaduta appresso alla sua leadership.

 

beppe grillo con roberto fico e virginia raggi

Entrambe, come base d'asta, sognavano e sognano di proseguire in Parlamento la carriera istituzionale interrotta nell'autunno scorso (anche se Raggi è consigliera comunale di Roma). La storia dei prossimi giorni potrebbe prevedere, chissà, un salto in avanti. L'«opzione donna» è una formula che passa di bocca in bocca. Anche se l'uscita dal tunnel non s' intravede. Neanche all'orizzonte.

 

TORNANO IN SCENA LE EX SINDACHE: UN RUOLO ANCHE PER CHIARA E VIRGINIA

Mario Ajello per "il Messaggero"

 

BEPPE GRILLO E VIRGINIA RAGGI

«Ah, Virginia, ce ne fossero di avvocati bravi come te...». Grillo dice così a Virginia. Con chiara allusione a Conte che pur essendo giurista ha sbagliato a fare lo statuto inguaiando se stesso e tutti gli altri? Quel che è certo è che, nella sua sortita a Roma, il Fondatore si è rivolto alle doti politiche - lui gliene riconosce tante - e alle qualità professionali della Raggi. Beppe la chiama al telefono mentre lui sta con gli altri big (ma lei no, perché sprovvista di green pass) all'Hotel Parco dei Principi per salvare il salvabile, poi eccola con Grillo e Conte nello studio del notaio Luca Amato che sta a via Po.

 

virginia raggi beppe grillo a porta a porta

Non fidandosi tecnicamente di Giuseppi, Grillo si è affidato a Virginia. A lei ha chiesto più volte spiegazioni e aiuto: «Vedi, cara, qui mi sembrano tutti impazziti...». Ha bisogno di una donna Grillo, tra tante comari maschi che litigano sul ballatoio, e la donna affidabile per lui non da oggi è Virginia: «Una tosta che sa resistere agli attacchi e non perde mai lucidità». No, ora Beppe non può scalzare Conte a favore della sua pupilla. Un Piano B, o Piano V, che a Di Maio non sarebbe dispiaciuto affatto. Non è questa l'aria, e tuttavia le donne del movimento - Raggi ma anche Chiara Appendino, ex sindaca di Torino - sono quelle su cui Grillo ripone molte speranze. Le giudica, tra tutte le sue creature, le migliori, sicuramente le più capaci a coniugare il messaggio grillino delle origini con una duttilità politica tipica di chi, nel bene o nel male, si è trovata a gestire la Capitale e una delle città più importanti del Nord.

 

appendino raggi

LE MOSSE Appena Beppe vide che Conte annaspava nella guida del movimento, già da dopo l'estate aveva pensato: Raggi e Appendino come vice, ecco l'unico modo per rilanciarci. Non se ne fece nulla, e Grillo ancora si morde le mani. Ora la carta Chiara sarebbe una carta di pacificazione. Nella nuova leadership, quale che ne sarà la forma, la Appendino è destinata ad esserci. Perché è un outsider, non è mai stata trascinata nella guerra civile tra stellati e ha fatto la mossa abile, quando pareva che Conte potesse diventare il padrone del movimento, di non farsi cooptare in alcun modo da lui. Che il suo mentore (ossia Grillo) giudica «senza visione politica né capacità organizzative».

 

virginia raggi giuseppe conte

Rispetto alla Appendino (su cui però pendono due condanne), il peso della Raggi è superiore. Cattivi rapporti con Conte (non gli ha mai perdonato il blando appoggio nella corsa al bis come sindaca e la sparizione al momento della sconfitta) e ottimi con Grillo (la chiama «la nostra gran guerriera»), con Di Maio e anche con Dibba. E' un trait d'union tra il grillismo delle origini e il post-contismo Virginia. «Prima o poi si arriverà a lei, perché Conte è cotto», assicurano i dimaiani. Non è detto che sbaglino.

VIRGINIA RAGGI GIUSEPPE CONTEgiuseppe conte virginia raggi 2LUIGI DI MAIO - BEPPE GRILLO - GIUSEPPE CONTEvirginia raggi giuseppe conte luigi di maio giuseppe conte meme by carliconte di maioCUPIO DISSOLVI - IL POST CRIPTICO DI BEPPE GRILLO SULLA GUERRA DI MAIO CONTEAPPENDINO RAGGI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…