salvini

“ANCHE LA MIA FIDANZATA MI DICE CHE SE VOGLIO STARE AL GOVERNO DEVO DIMAGRIRE” – MI SA CHE SALVINI AL GOVERNO NON CI VUOLE ANDARE VISTO CHE TRA CAFFE’, CIOCCOLATA E PROSCIUTTI LA SUA DIETA SE NE VA A RAMENGO – IL CAPITONE SI SENTE LA VITTORIA IN TASCA E SI DICE “DELUSO, DISPIACIUTO E AMAREGGIATO" PER IL FATTO CHE "APPENA FACCIO UNA PROPOSTA SI TIRA IN BALLO PUTIN” – L’INVIDIA PER DUE PESCATORI…

Marco Imarisio per il Corriere della Sera

 

salvini caffè

«Abbiamo tempo per un caffè?». Alle nove del mattino il sole batte già forte sulla spianata del Sacrario Militare di Redipuglia. Matteo Salvini ha la faccia stropicciata. La sera prima è andato a letto all’una, dopo una giornata cominciata a Laives in Alta Adige, proseguita con gli incontri con i cittadini a Bolzano, Rovereto e Treviso, finita a notte fonda alla festa della Lega alle Vecchie Pescherie di Marano Lagunare. Oggi si è svegliato alle sette, rassegna stampa con il suo portavoce, un collegamento radio effettuato con voce sul cavernoso andante. Si è cambiato la Lacoste sull’auto della scorta, per mettersi una camicia bianca più consona al primo appuntamento.

 

Adesso è qui, sulla Scalea con le tombe dei caduti della Grande Guerra, la scritta «Presente» sulla scalinata. Poche parole, poche persone, data l’ora. Qualche amministratore leghista, il presidente della Regione Massimiliano Fedriga. Molte foto, invece. Contano il luogo, simbolico come pochi e le immagini prese dal suo addetto ai social, destinate a finire subito in rete. Saggiamente, lui aspetta di ritornare in basso per dirsi «deluso, dispiaciuto e amareggiato» per il fatto che «appena faccio una proposta si tira in ballo Putin».

 

salvini

Arriva l’agognato momento caffè, non l’ultimo della giornata, sul lato opposto della strada. Anna Cisint, la sindaca di Monfalcone, gli mette in mano una cartelletta con dentro una proposta di legge sui ricongiungimenti familiari. «Accogliere solo chi è in grado di mantenere e di mantenersi». Mi sembra puro buon senso, dice lui, usando una espressione sulla quale esercita da anni il monopolio. Sotto una pergola all’ombra, conversa con assessori e sindaci. Racconta della visita a Modica e gli chiedono se ha mangiato la celebre cioccolata. «Ma non lo vedete che metto il Dietor nella tazzina? Sono a dieta stretta, anche la mia fidanzata mi dice che se voglio stare al governo devo dimagrire…».

 

salvini prosciutto

Adesso si comincia davvero. Quaranta minuti d’auto ed ecco San Daniele in Friuli, con piazza Vittorio Emanuele II addobbata da un gazebo formato gigante della Lega e foto di Salvini ovunque. Prima la visita alla Biblioteca guarneriana, un gioiello. In programma ci sarebbe l’incontro in municipio con gli imprenditori della zona. «Ma siccome abbiamo cinque minuti di anticipo andiamo a salutare i nostri in piazza. E facciamoci un altro caffè». I cinque minuti diventano quaranta, ma sono quelli che spiegano più di ogni altra cosa Matteo Salvini. La folla è il suo ambiente naturale. Il segretario leghista ci mette una fisicità che non ha nessun altro politico italiano. Una signora che si dichiara madre di cinque figli lo avvicina per un selfie. Lui chiede di salutare tutti i ragazzi, dal primo all’ultimo. «Buona vita ragazzo» augura a ognuno di loro dandogli il cinque con la mano.

 

salvini nutella

Un vecchio militante in camicia verde sudato fradicio lo abbraccia, lui lo stringe ancora più forte. «Ottant’anni non sono niente, sei un ragazzo anche tu». A quota cento abbiamo fermato la conta dei selfie a cui si sottopone. Non importa se dice una cosa, «Parliamoci chiaro, le elezioni le abbiamo già vinte», e dieci minuti dopo il suo contrario, «Sia chiaro che è tutto ancora in bilico». L’aspetto più importante del suo modo di stare tra la gente è questo darsi in modo così convinto e corporeo, che poi è la maniera per dire sono uno di voi, uno come voi.

 

«Senta segretario. Siete sicuri di essere davvero uniti? Perché a vedervi non sembra davvero». Alla prima domanda che risuona nell’aula consiliare, Salvini replica dicendo che si deve pensare ai bisogni della gente. «Non mi ha risposto» bofonchia l’autore del quesito, mentre ci dirigiamo verso la Casa del prosciutto, per una visita che rimanderà la dieta a data da destinarsi. Intanto, il gazebo viene subito smontato. «Oggi giornata di lusso» dice Salvini ai membri del suo staff. A fine serata, raggiungerà la fidanzata Francesca all’hotel veneziano per un aperitivo privato con la troupe del documentario su Franco Zeffirelli del quale lei è produttrice.

 

L’ultima tappa in Friuli-Venezia Giulia è verso San Vito al Tagliamento, altri ottanta chilometri di auto. Anche alla LEF, centro di formazione per aziende, Salvini non nasconde il suo senso di estraneità all’Unione europea, della quale parla come se fosse una entità aliena che imponendo sanzioni «dolorose solo per Milano, Palermo, Torino» e giù uno dei suoi classici elenchi di città o di professioni. Lo attende un altro pranzo, il terzo del giorno. Lui e Fedriga, sempre un passo indietro, bene attento a lasciargli la scena, vengono fatti sedere a un tavolo sopra al quale incombe una bandiera dell’Ucraina.

matteo salvini francesca verdini

 

«Se questo libro lo avesse scritto uno del Pd, ci avrebbero aperto il Tg1, il Tg2, il Tg3…» Sulla terrazza dell’hotel Carlton di Venezia, affacciata sul Canal Grande, dove presenta «È l’Italia che vogliamo», il manifesto della Lega appena uscito firmato Alessandro Amadori e Giuseppe Valditara, torna un vittimismo piuttosto frequente in questo periodo. «Come se non si sentisse più al centro dell’attenzione» dice un assessore regionale di passaggio. Un altro caffè, un altro attacco a Enrico Letta, suo bersaglio preferito. «Dice che ci sono poche persone a vedermi? A lui basterebbe un bar per farci stare tutti».

 

Nella hall, prima di andare a Mestre per la riunione con quattrocento amministratori locali, Salvini ripropone un aneddoto già raccontato a inizio giornata. Nell’ultima visita in Sicilia lo ha colpito l’incontro con due persone che hanno trascorso l’intera giornata a pescare. Dice che ha invidiato la loro libertà. E per un attimo, tra un selfie e l’altro, sembra crederci davvero.

martina valdes salviniMATTEO SALVINI E GIORGIA MELONI A CERNOBBIO

 

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?