murales di putin a bucarest

“ARRIVERÀ IL MOMENTO IN CUI, CI SIA PUTIN O MENO AL POTERE, BISOGNERÀ PARLARE CON LA RUSSIA" – LO STORICO PAUL KENNEDY, AUTORE DEL FONDAMENTALE “ASCESA E DECLINO DELLE GRANDI POTENZE”, AVVERTE L’OCCIDENTE: "NON POSSIAMO ESCLUDERE MOSCA PER SEMPRE O ESILIARLA IN SIBERIA. PUTIN DEVE CHIUDERE LA DISASTROSA ESPERIENZA UCRAINA. NON C’È ALCUNA CHANCE DI VITTORIA. SERVE UN COMPROMESSO DA RICERCARE ALLE NAZIONI UNITE” - LA FUTURA INEVITABILE SPACCATURA TRA USA ED EUROPA: “QUANDO IL COLLANTE DEL COMUNE NEMICO FINIRÀ EMERGERANNO LE DIFFERENZE” 

Alberto Simoni per “La Stampa”

 

Per Paul Kennedy, lo storico che nel 1987 con il suo «Ascesa e declino delle grandi potenze» ha fornito una chiave di lettura della storia e della Guerra fredda diventata un caposaldo della geopolitica, «l'errore da evitare è estrapolare il conflitto ucraino dal contesto globale».

 

Lo storico Paul Kennedy

«È sicuro che fra sei mesi quando magari ci sentiremo per gli auguri di fine anno, non parleremo dell'Iran e della sua bomba atomica? Se mi avesse chiamato sei mesi fa invece avremmo parlato solo di Cina e ancora di Cina». Gli eventi passano, non le quinte che ne fanno da cornice poiché lo scenario è sempre «il mondo globale», è lì che si riverberano i fatti.

 

La conversazione con Paul Kennedy avviene via Zoom. È collegato dal suo studio alla Yale University e più che un'intervista quella che fa con La Stampa, è una lezione che porta su binari inaspettati e rivela aneddoti. Come quando ricorda il sesto senso di Henry Kissinger: «Scovava talenti della politica europea e americana, un giorno mi invitò a un brunch a casa sua, l'ospite era una giovane politica originaria della Germania dell'Est: Angela Merkel. L'aveva scoperta prima di tutti».

 

O ridendo dice che i cinesi sono oggi i più avidi lettori del suo saggio e che da lì arriva il grosso dei diritti d'autore. «Evidentemente si sentono veramente una grande potenza».

 

Professore, cosa ha cambiato finora nello scenario europeo l'attacco russo all'Ucraina?

«L'invasione ha provocato "conseguenze non previste": la Svezia e la Finlandia entreranno nella Nato, chi l'avrebbe mai pensato qualche mese fa. E chi avrebbe mai pensato a un governo tedesco a trazione social-democratica allontanarsi da Mosca e incrementare le spese militari».

 

PUTIN BIDEN

Come se ne esce?

«Diffido da chi ha soluzioni pronto uso e dice che bisogna fare così o così. Ma penso che arriverà il momento in cui, ci sia Putin o meno al potere, bisognerà parlare con la Russia. Non possiamo escluderla per sempre o esiliarla in Siberia».

 

Come si arriva a quel momento per evitare il "paradosso" della deportazione russa in Siberia?

«Diciamo che se fossi un consigliere di Putin gli direi per prima cosa di chiudere questa disastrosa esperienza ucraina. Non c'è alcuna chance di vittoria, né di tenere parti dell'Ucraina. Serve un compromesso da ricercare probabilmente alle Nazioni Unite, in un luogo e con persone per definizione neutrali che possano trovare la miglior via per mettere fine a questo conflitto.

 

Poi bisogna rivolgersi al popolo russo, in modo onesto, spiegando che pensavamo ci fossero un complotto e sentimenti antirussi in Ucraina, ma che ora un compromesso con Kiev è fondamentale. E credo che la maggioranza della popolazione sarebbe sollevata vedendo la fine del conflitto. I russi hanno visto i loro figli e i loro nipoti morire indossando la divisa di un esercito fiacco e inefficace. Così come i russi furono contenti di lasciare l'Afghanistan, lo saranno anche di uscire dall'Ucraina. Infine, c'è un aspetto legato alla ricostruzione, alla modernità se vogliamo. È fondamentale dare speranza e prospettive alla gente».

vladimir putin joe biden ginevra 2021

 

In che modo?

«Spendere tempo e risorse per migliorare il tessuto economico e sociale distrutto della Russia. Basta uscire 50 chilometri da Mosca o da San Pietroburgo e si entra in un universo di difficoltà, arretratezza, povertà. Ferrovie, negozi, magazzini, non c'è nulla che abbia un barlume di modernità, di attrattività. Il Paese è 80 anni indietro in termini di sviluppo sociale, culturale ed economico».

 

Gli europei ragionano di difesa e sicurezza comune ma al dunque sembrano non arrivare mai. Si può essere potenza globale anche senza l'hard power?

«Sappiamo che fra i Paesi europei ci sono delle differenze e delle grandi e piccole rivalità, eppure vi è un sostrato culturale, una comunanza di vedute che va oltre il mercato unico, i commerci e il Pil; è quella la forza dell'integrazione che consente all'Europa di essere vista come una forza nel suo insieme nonostante appunto le differenze fra i Paesi membri».

 

È sufficiente per essere una grande potenza del XXI secolo?

«Un budget per la sicurezza e un'integrata politica difensiva sono importanti, ma gli interessi nazionali e di campanile dei singoli Stati per ora prevalgono. Eppure, come ho detto prima, c'è qualcosa in più, appunto la comunanza culturale, che fa dell'Europa un attore importante. Merkel, ad esempio, è stata una interprete di questa visione».

 

vladiimir putin dona un mazzo di fiori ad angela merkel

L'ex cancelliera ha sempre tentato il dialogo e fatto affari con Putin. Ora in molti le rinfacciano quell'approccio.

«Non era l'unica a cercare un compromesso con la Russia.

Fior di intellettuali, politici, media hanno sostenuto il dialogo fino all'ultimo. Merkel ha tentato per anni di portare la Russia sotto la stessa tenda europea, fatta di partnership e collaborazione. Qualcosa che va oltre i rifornimenti di gas o i legami economici finanziari».

 

La guerra in Ucraina ha saldato Usa ed Europa. Siamo in una dimensione di relazioni stabili fra le due sponde dell'Atlantico?

«Ritengo che siamo arrivati al punto massimo, il picco di positività nel rapporto fra Ue e Usa. C'è un nemico comune che ha unito anche i sentimenti, come se gli europei comprendessero meglio l'anima dell'America e ovviamente viceversa, nel nome di una sorta di "Noi non siamo come Putin"».

 

MACRON - PUTIN - MERKEL

Quanto durerà questo clima positivo?

«Quando il collante russo si asciugherà le differenze fra Europa e Usa emergeranno. E le relazioni diventeranno molto complicate».

 

Perché?

«Se pensiamo in termini globali l'Europa ha un'agenda diversa da quella statunitense. Se invece ci soffermiamo sugli Stati Uniti ci sono segnali interni inequivocabili: gli Usa non prestano molta attenzione all'Europa e stanno andando in una direzione sbagliata. La prima è quella che ha imboccato il Partito repubblicano, qualcosa di sinistro persino di malvagio si è intrufolato in quel mondo. Sono proni a Trump. Il Gop ha perso la sua forte indipendenza, il suo atlantismo, il sostegno alle organizzazioni internazionali».

Il saggio di Paul Kennedy Ascesa e declino delle grandi potenze

 

Ora però c'è un presidente democratico alla Casa Bianca che ripete "l'America è tornata".

«Sì, ma il partito ha svoltato a sinistra, è concentrato su temi specifici, l'inclusività e altre questioni - come l'aborto e il cambiamento climatico - e poco interessato alle relazioni con l'Unione europea o alla riforma del consiglio di Sicurezza dell'Onu o ad altre questioni di politica estera. Ecco perché quando la minaccia russa sarà svanita anche l'Europa sarà vista come un "animale sociale, culturale e politico diverso" dall'America. E non sarà semplice trovare punti di contatto».

Consiglio di sicurezza Onuvertice biden putin sull ucrainaassemblea generale onu voto sull espulsione della russia dal consiglio dei diritti umani

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?