vladimir putin joe biden

“BIDEN È RAGIONEVOLE E COSTRUTTIVO, DIVERSO DA TRUMP” - COM’È ANDATO L’INCONTRO TRA PUTIN E "SLEEPY JOE"? PER VLAD BENISSIMO: HA OTTENUTO VISIBILITÀ E HA FATTO VEDERE CHE LUI È DISPONIBILE AL DIALOGO. MA È SOLO FACCIATA: SUI TEMI PIÙ SPINOSI NON C’È ACCORDO – BIDEN GLI HA CHIESTO TRE COSE: BASTA CYBER ATTACCHI, STOP ALLE OSTITLIÀ IN UCRAINA E LA SCARCERAZIONE DI NAVALNY. E LO “ZAR” HA FATTO IL VAGO. E HA USATO IL PALCOSCENICO DI GINEVRA PER IL SOLITO SHOW: “IN AMERICA NON HAI TEMPO DI APRIRE LA BOCCA E TI SPARANO…” - VIDEO

 

 

 

 

CONFERENZA STAMPA DI VLADIMIR PUTIN DOPO L'INCONTRO CON BIDEN

COSA VUOLE BIDEN DA PUTIN? – "SLEEPY JOE" SA CHE L’UE NON PUÒ NON AVERE RAPPORTI CON MOSCA: PER QUESTO LE "UNICHE" PRETESE CHE AVANZA SONO: CESSAZIONE DEI CYBER ATTACCHI, STOP ALLE OSTILITÀ CON L’UCRAINA E UN ATTO DI CLEMENZA NEI CONFRONTI DI NAVALNY - LA STRETTA DI MANO A GINEVRA: “PENSO CHE SIA SEMPRE MEGLIO INCONTRARSI FACCIA A FACCIA” - UN CRONISTA CHIEDE A BIDEN SE CI SI PUÒ FIDARE DI VLAD E LUI SEMBRA ANNUIRE, MA LA CASA BIANCA SMENTISCE… – VIDEO + FOTO

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/cosa-vuole-biden-putin-ndash-quot-sleepy-joe-quot-sa-che-rsquo-ue-273672.htm

 

Antonella Scott per www.ilsole24ore.com

vladimir putin joe biden.

 

Missione compiuta, a Ginevra. Almeno, è questa la versione dei fatti di Vladimir Putin, il primo a parlare ai giornalisti - russi e stranieri - accreditati al Cremlino. Il presidente russo ha definito il suo primo “faccia a faccia” con Biden «costruttivo, non ostile, concreto».

 

Ha parlato con rispetto del proprio interlocutore, scrollando le insinuazioni. Ha annunciato il rapido ritorno nelle rispettive sedi dei due ambasciatori, Anatolij Antonov e John Sullivan, richiamati a Mosca e Washington nei mesi scorsi; ha citato gruppi di lavoro concordati per lavorare sui vari dossier, a partire dal disarmo e sicurezza informatica.

joe biden vladimir putin 9

 

Russi e americani riprenderanno i negoziati sul controllo degli armamenti. In sintesi, ha riferito Putin, a Ginevra è stato espresso «desiderio comune di capirsi e di cercare la strada per riavvicinare le posizioni».

 

Ma sui temi più spinosi, dall’Ucraina alla repressione dell’opposizione in Russia, i punti di vista sembrano rimasti molto lontani. Ansioso di prolungare il proprio momento sotto i riflettori internazionali, Putin ha dato personalmente la parola a molti più giornalisti del previsto, brillante e ironico.

 

CONFERENZA STAMPA DI VLADIMIR PUTIN DOPO L'INCONTRO CON BIDEN

Tornando però all’attacco degli Stati Uniti quando ha ripetuto le sue risposte standard sul destino di Navalny («ha infranto la legge ed è tornato consapevole di quello che faceva») o sull’imprevedibilità delle azioni russe sul palcoscenico internazionale: «Forse è prevedibile quello che hanno fatto gli Usa ritirandosi dai trattati sulla difesa spaziale?».

 

Putin era atterrato in Svizzera all’orario previsto, mezzogiorno e mezza, e poco dopo Joe Biden lo ha raggiunto a Villa La Grange: «È sempre meglio vedersi di persona», gli ha detto. La missione da compiere era spezzare il circolo vizioso che negli ultimi anni ha creato tra Mosca e l’Occidente una catena senza fine di aggressioni, ostilità, violazioni di impegni presi e norme internazionali, incomprensioni, sanzioni e controsanzioni.

villa la grange a ginevra sede dell'incontro biden putin

 

«Signor presidente - ha detto Putin dopo le prime strette di mano -, la ringrazio per aver preso l’iniziativa di incontrarci oggi. I rapporti tra Russia e Stati Uniti hanno visto accumularsi diversi problemi, tanto che è necessario intervenire ai massimi livelli. Spero che il nostro incontro sia produttivo».

 

vladimir putin con il presidente svizzero guy parmelin

«Come ho detto fuori - gli ha risposto il presidente americano - è meglio incontrarsi faccia a faccia per cercare di definire i campi in cui condividiamo degli interessi. Cooperando. E dove non è così, definire relazioni prevedibili e razionali». Poi Biden ha aggiunto, probabilmente sapendo bene di scegliere le parole giuste: «Tra due grandi potenze». Il riconoscimento di una parità geopolitica Russia-Stati Uniti: è questa l’offerta che Biden spera di vedere accolta con concessioni russe.

 

joe biden e vladimir putin se la ridono

La scelta di Ginevra doveva essere di buon auspicio, almeno sul fronte della non proliferazione nucleare. È qui che nel 1985 Ronald Reagan e Mikhail Gorbaciov si incontrarono per la prima volta, mettendo le basi per i grandi accordi tra Stati Uniti e Unione Sovietica sul disarmo.

 

Nessuno sperava che tra Vladimir Putin e Joe Biden sbocciasse - tardiva - quella stessa “chimica”. Ma il presidente Biden è convinto che le relazioni personali possano molto per facilitare i legami tra i leader e, di conseguenza, lo sblocco dei problemi che sono chiamati ad affrontare. Dopo una pessima partenza, Putin e Biden ci hanno riprovato: nella diffidenza generale, date le dimensioni delle questioni aperte e le distanze incolmabili tra i due Paesi.

 

incontro biden putin

«Abbiamo un sacco di arretrati da affrontare», aveva detto alla vigilia il portavoce del presidente russo, Dmitry Peskov. A Villa La Grange la prima parte del summit - in formato ristretto insieme ai capi delle rispettive diplomazie, il ministro degli Esteri russo Serghej Lavrov e il segretario di Stato americano Antony Blinken - è durata due ore.

 

I temi in agenda

vladimir putin joe biden 5

Poi Putin e Biden hanno proseguito il confronto nel formato allargato alle delegazioni. Per la parte americana, a Biden e Blinken si sono uniti il consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan; Victoria Nuland, sottosegretario di Stato per gli Affari politici; l’ambasciatore a Mosca, John Sullivan; Eric Green e Stergos Kaloudis, esperti di Russia presso il Consiglio di Sicurezza nazionale. Per la parte russa si è aggiunto Jurij Ushakov, consigliere di Putin per la politica estera; Serghej Ryabkov, vice di Lavrov; il generale Valerij Gherasimov, capo di stato maggiore; Dmitrij Kozak, numero due nell’amministrazione presidenziale, con in mano il dossier Ucraina; Aleksandr Lavrentev, rappresentante speciale per la Siria; il portavoce Dmitrij Peskov e Anatolij Antonov, ambasciatore a Washington.

joe biden vladimir putin

 

Nell’elenco presentato alla vigilia dal consigliere Ushakov, i temi in agenda erano: stato e prospettive di sviluppo delle relazioni bilaterali; stabilità strategica, norme di comportamento nella sicurezza informatica e lotta ai crimini informatici. In seguito questioni bilaterali, anche sul fronte economico; le sfide comuni legate al cambiamento climatico, all’Artico, la lotta al coronavirus.

 

vladimir putin atterra a ginevra

Per dessert, aveva scherzato Ushakov (non era prevista cena insieme, né conferenza stampa congiunta né dichiarazioni comuni), era prevista l’analisi di tutti i problemi internazionali in cui Russia e Stati Uniti potrebbero aiutarsi a vicenda: il nodo del programma nucleare iraniano; la minaccia talebana sull’Afghanistan; la ricostruzione in Siria, il Medio Oriente. La Corea del Nord, il Nagorno-Karabakh. E naturalmente l’Ucraina, il fronte da cui il recente degrado russo-americano ha avuto inizio.

la sala dell'incontro biden putin a ginevra vladimir putin joe biden. 23vladimir putin joe biden joe biden con il presidente svizzero guy parmelin 2vladimir putin joe biden. 4joe biden vladimir puin antony blinken joe biden vladimir putin sergei lavrov vladimir putin joe biden. il corteo di putin tra le strade di ginevra joe biden a ginevra incontro biden putin vladimir putin joe biden time joe biden vladimir putin incontro joe biden vladimir putin vladimir putin joe biden joe biden vladimir putin 3 l'aereo di putin arriva a ginevra joe biden. vladimir putinantony blinken joe biden vladimir putin sergei lavrov valery gerasimov, dmitry peskov e yuri ushakov

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?