enrico letta matteo salvini renzi giuseppe conte carlo calenda luigi di maio

“NEL CENTRODESTRA LA CHIAMANO INTESA, MA È STATA UNA RESA DI SALVINI E BERLUSCONI” – LETTA PENSA CHE BASTI L’ACCORDO CON CALENDA PER RIAPRIRE UNA PARTITA AL MOMENTO GIA’ CHIUSA E ATTACCA: “QUANDO SALVINI HA DECISO CHE NON CORREVA DA PREMIER MA DA MINISTRO DELL’INTERNO DI MELONI, È FINITA LÌ: BANDIERA BIANCA DI SALVINI E BERLUSCONI” – LA BORDATA CONTRO “LA SCELTA SCIAGURATA” DEI 5 STELLE – “CALENDA? SAPRÀ FARE DA MAGNETE PER I VOTI DI CENTRODESTRA. CI SIAMO SCOPERTI A SINISTRA? LA SINISTRA SIAMO NOI” (ENRICHE’, FACCE RIDE)

Venanzio Postiglione per il Corriere della Sera

 

Soddisfatto?

«Molto. Perché l’obiettivo era difficile e perché diamo il senso della svolta».

Alla vigilia sembrava più no che sì.

letta calenda

«Ci ha aiutato lo spirito costruttivo: le cose complicate, alla fine, danno più gioia. Va bene per quello che dice al Paese e perché genera energie. Ricevo un diluvio di commenti».

 

Cosa dicono?

«Sono complimenti. Perché abbiamo tolto il nostro interesse di parte a favore dell’interesse generale».

 

Patto con Calenda appena firmato. Enrico Letta, leader del Pd, oggi pomeriggio incontra Fratoianni e Bonelli, che stanno aprendo un nuovo fronte: «Li vedrò subito, il loro ruolo lo considero fondamentale».

 

Ripartiamo dall’accordo. Quanto è stato complesso?

«Il punto vero? Il paragone con i tempi rapidi per il patto dell’altra alleanza. Che hanno fatto in 48 ore: la chiamano intesa, ma è stata una resa. Quando Salvini ha deciso che non correva da premier ma da ministro dell’Interno di Meloni, è finita lì: per arrendersi basta un minuto. Bandiera bianca di Salvini e Berlusconi».

 

La vostra, però, stava diventando la telenovela dell’estate.

ENRICO LETTA CARLO CALENDA

«Non è così. Tredici giorni fa il governo Draghi era nelle sue piene funzioni. Ci voleva il tempo necessario per un’intesa equilibrata e per una coalizione più larga, anche con i Verdi, Sinistra italiana, Impegno civico. Un lavoro intelligente per superare gli ostacoli, la possibilità di avere più liste».

 

Il termine è poco elegante, ma forse rende l’idea: Carlo Calenda non è ingombrante?

«La personalità di Calenda non la scopriamo adesso. È nota a tutti. Ma io ho agito separando aspetti personali e politici e lui è stato davvero costruttivo. L’obiettivo è dare all’Italia un’alternativa rispetto alla vittoria della destra, che veniva considerata ineluttabile».

 

Cosa si aspetta?

benedetto della vedova enrico letta carlo calenda 2

«Calenda saprà fare da magnete per i voti di centrodestra. Così come noi, con la nostra lista, assieme a Roberto Speranza, avremo un grande successo nell’elettorato di sinistra e di centrosinistra. Ripeto: il traguardo politico è importante, i nodi caratteriali vengono dopo».

 

Collegi uninominali: 70 per cento al Pd, 30 per cento per Azione e +Europa. Traduzione libera: avete ceduto.

«Guardi, io ho pensato all’obiettivo generale che è essere competitivi e provare a vincere. Se fossimo usciti senza un’intesa avremmo trasmesso il messaggio dei perdenti in partenza, per via della legge elettorale che obbliga ad aggregarsi. Gli altri, di là, tutti insieme e noi tutti divisi. No. Sarebbe stato un disastro e la dinamica della campagna sarebbe partita in avvitamento. Invece da oggi è chiaro che siamo in campo per vincere e la dinamica sarà positiva. Certo, in numeri precisi sarebbe stato 76 a 24, ma preferisco puntare a conquistarne tanti di seggi piuttosto che distribuire tra i miei tanti collegi perdenti».

 

E qui si riaprirà la contesa. Chi va nei singoli posti?

ENRICO LETTA CARLO CALENDA

«Mai vista una composizione delle liste facile. Sarà un lavoro difficilissimo, in particolare ora che si riducono i parlamentari di un terzo. Però è il nostro momento: lavoreremo con i parlamentari, con i territori, con le federazioni, avremo una grande spinta. Tanti possono restare delusi. Ma l’attività cominciata con le agorà darà i suoi frutti».

 

La battaglia sarà ai limiti dell’impossibile.

«I collegi decisivi sono una cinquantina e ci concentreremo su quelli. Non pochi. E do atto a Calenda di aver fatto un passo avanti significativo, che ha consentito l’intesa: non correrà nel collegio uninominale di Roma 1, una scelta anche simbolica, proprio nello spirito di superare i veti. Le identità si vedranno nel proporzionale, con i leader di tutte le forze politiche».

 

Chi ha avuto l’idea di non candidare i capi dei partiti nei collegi, chiave dell’accordo?

«Un lavoro collettivo. Ci siamo seduti al tavolo e molte soluzioni sono state trovare direttamente lì, con l’idea di restare dentro fino alla chiusura. Sembra un dettaglio ma c’è una decisione che ha aiutato molto: spegnere i telefonini. Nessuno ha parlato con altri».

enrico letta giuseppe conte matteo salvini matteo renzi meme by carlo

Il centrodestra vi sta bersagliando.

«Dalle reazioni di Meloni e Salvini capisco che non se l’aspettavano. Scommettevano sul fallimento e sugli aspetti caratteriali, appunto: i commenti stizziti confermano che è stata la scelta giusta. Siamo competitivi e mettiamo paura. Ne approfitto per suggerire al centrodestra di non spartirsi già i ministeri: Salvini ha prenotato il Viminale, ma è meglio aspettare».

 

L’Agenda Draghi esiste o è sparita?

«Nell’accordo il comune sostegno al premier è stato il fattore fondamentale. È un punto di partenza e ci consente un lavoro in continuità. Ma ogni partito ha la sua autonomia e la settimana prossima con Speranza, con i Democratici e progressisti, presenteremo il nostro programma: guardando al futuro, anche oltre l'Agenda, per esempio sui diritti civili. Un progetto che non è più il governo di unità nazionale, ma immagina una maggioranza liberale, democratica, europeista, appunto progressista».

 

Ecco. Come si direbbe in politichese, con Calenda vi siete scoperti a sinistra.

«La sinistra siamo noi. Il punto è voler vincere. Ho messo da parte il mio ego, da un anno e mezzo faccio il federatore, dopo aver trovato a sinistra un mondo con tanti veti e rancori».

 

5 Stelle li ha persi per strada...

MATTEO SALVINI ENRICO LETTA MEME

«Siamo stati lineari e non mi pento del rapporto con loro. In fondo l’esecutivo Draghi è nato anche grazie all’evoluzione del Movimento. Poi c’è stata una scelta sciagurata, lo dico con amarezza, e Salvini e Berlusconi ne hanno approfittato per buttare giù il governo. Ma ora tanti ex 5 Stelle lasciano la deriva del loro partito e vengono con noi».

 

Segretario, lei è fiducioso, ma i sondaggi raccontano un’altra storia. Con il centrodestra avanti.

«Io leggo le tendenze. Due partiti in calo, Lega e Forza Italia. Fratelli d’Italia in buona salute. E noi 4 in crescita, parlo di Pd, Calenda e +Europa, la federazione di Sinistra italiana e Verdi, Impegno civico che è appena nato. La dinamica è chiara. Ricordate il 2013 e il 2018? Tanti elettori decidono negli ultimi dieci giorni. E noi daremo il massimo».

 

Anche con proposte nuove?

«Soprattutto. Idee forti, come vedrete. Credo che nel centrodestra si siano venduti troppo presto la pelle dell’orso. Non vogliamo che l’Italia finisca tra un partito che sceglie Orbán e un altro che apprezza Putin. Meloni e Salvini ci porterebbero con i sovranisti, fuori dal cuore dell’Europa. È questo che vogliamo? Meloni al posto di Draghi? Io dico che la partita è aperta e la giochiamo».

ENRICO LETTA MATTEO SALVINIEnrico Letta, Giorgia Meloni, Patrizia de Luise, Luigi Contu, Giuseppe Conte, Matteo Salvini - FOTO ANSAenrico letta matteo salvini meeting rimini letta meloni salvini

 

Ultimi Dagoreport

cdp cassa depositi e prestiti giovanbattista fazzolari fabio barchiesi giorgia meloni giancarlo giorgetti dario scannapieco francesco soro

DAGOREPORT - QUALCOSA DEVE ESSERE SUCCESSO IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE. CHE VIRUS HA COLPITO PALAZZO CHIGI PER PASSARE DA AMATO E LETTA A TALE GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI, UN TIPINO CHE FINO AL 2018, RICOPRIVA IL RUOLO DI DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA ALLA REGIONE LAZIO? - CHE È SUCCESSO A CASSA DEPOSITI E PRESTITI (CDP), HOLDING PUBBLICA CHE GESTISCE I 300 MILIARDI DI RISPARMIO POSTALE DEGLI ITALIANI, PER RITROVARCI VICEDIRETTORE GENERALE, CON AMPIE DELEGHE, DAL PERSONALE E GLI INVESTIMENTI ALLA COMUNICAZIONE, IL 43ENNE FABIO BARCHIESI, CHE ORA ASSUME ANCHE LA CARICA DI AD DI CDP EQUITY, LA PIÙ IMPORTANTE SOCIETÀ DEL GRUPPO? - COME SI FA A RICOPRIRE DI RUOLI NEVRALGICI DI POTERE L’EX FISIOTERAPISTA DI MALAGO' CHE NON HA MAI RICOPERTO IL RUOLO DI AMMINISTRATORE NEMMENO NEL SUO CONDOMINIO, CHE BALBETTA UN INGLESE APPENA SCOLASTICO E HA ALLE SPALLE UNA LAUREA IN ECONOMIA OTTENUTA, PRESSO LA SELETTIVA UNIVERSITÀ TELEMATICA UNICUSANO, A CUI SI AGGIUNGE UNA CATTEDRA, A CONTRATTO, ALLA LINK, L’ILLUSTRISSIMA UNIVERSITÀ DI VINCENZO SCOTTI? - ALL’ANNUNCIO DELLA NUOVA CARICA DI BARCHIESI, LO SCONCERTO (EUFEMISMO) È PIOMBATO NELLE STANZE DEL MEF, PRIMO AZIONISTA DI CDP, MENTRE PER LE FONDAZIONI BANCARIE L’ULTIMA PRESA DI POTERE DEL DUPLEX FAZZO-BARCHIESI, IN SOLDONI, E' “IL PIÙ GROSSO SCANDALO POLITICO-FINANZIARIO MAI VISTO NEL BELPAESE...”

maurizio landini giorgia meloni

IL SESSISMO È NELLA CONVENIENZA DI CHI GUARDA – LA SINISTRA DIFENDE LANDINI CHE HA DEFINITO “CORTIGIANA” GIORGIA MELONI: PENSATE COSA SAREBBE SUCCESSO NEL "CAMPO LARGO" E NEI GIORNALI D'AREA SE L’AVESSE DETTO SALVINI DI UNA BOLDRINI QUALSIASI. AVREMMO AVUTO PAGINATE SUL SESSISMO DEL BIFOLCO PADANO. MA IL SEGRETARIO DELLA CGIL È "UN COMPAGNO CHE SBAGLIA", E ALLORA VA DIFESO: “È SOLO UN EQUIVOCO” – NON CHE LA DESTRA DIFETTI DI IPOCRISIA: GIORGIA MELONI SI INDIGNA PER "CORTIGIANA" EPPURE E' LA MIGLIORE ALLEATA DI TRUMP, UNO CHE SI VANTAVA DI "AFFERRARE TUTTE LE DONNE PER LA FICA”

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO