mario draghi consiglio europeo

I CITTADINI EUROPEI HANNO LA SENSAZIONE DI ESSERE STATI INGANNATI DA ASTRAZENECA” - AL CONSIGLIO EUROPEO, DRAGHI SALE IN CATTEDRA E PRIMA MOLLA CEFFONI ALL’AZIENDA BRITANNICA E POI SCUOTE I LEADER EUROPEI NON CONVINTI DELLA LINEA DURA SUI VACCINI: “NON POSSIAMO RESTARE INERMI DI FRONTE AL MANCATO RISPETTO DEI CONTRATTI” - LE 30 MILIONI DI DOSI, RITROVATE AD ANAGNI, NON USCIRANNO DALL'UE - IL MINISTRO BRITANNICO MATT HANCOCK “SVELA” LA DIFFERENZA NELLE CONSEGNE DEI VACCINI: “NOI CON ASTRAZENECA ABBIAMO UN CONTRATTO IN ESCLUSIVA…”

1 - ASTRAZENECA, NO ALL'EXPORT DRAGHI: EUROPEI INGANNATI LONDRA: PRECEDENZA A NOI

Marco Conti per “il Messaggero”

 

MARIO DRAGHI AL CONSIGLIO EUROPEO

Il braccio di ferro con AstraZeneca e il governo britannico è appena all' inizio. La Commissione Europea esce dal Consiglio europeo che si è concluso ieri sera, con in tasca la pistola del blocco alle esportazioni dei vaccini verso Londra o altrove «se non c è reciprocità». I numeri illustrati ad inizio della riunione dalla presidente della Commissione Ursula Von der Leyen, con tanto di diapositive, sono pesantissimi.

 

Nel primo trimestre AstraZeneca ha consegnato a Bruxelles 30 milioni di dosi invece dei 120 milioni previsti e per il secondo ne promette 70 milioni invece di 180. Ma ciò che più innervosisce i Ventisette sono i numeri dell' export forniti dalla presidente della Commissione: «88 milioni le dosi di siero distribuite ai paesi dell' Unione» e «77 milioni le dosi esportate», di cui «21 verso il Regno Unito» e «31 milioni verso i 54 Paesi che rientrano nell' iniziativa Covax» che aiuta i paesi più deboli.

astrazeneca

 

Un saldo per certi versi negativo rispetto a ciò che viene prodotto sul suolo europeo. Soprattutto se rapportato alle grandi quantità che vengono destinate dall' azienda anglo-svedese al Regno Unito che ha invece bloccato l' esportazione del siero prodotto da AstraZeneca sul suolo britannico. Mentre i Ventisette discutevano del blocco e di come riequilibrare le dosi in modo da andare incontro all' Austria di Sebastian Kurtz che a suo tempo rinunciò ai vaccini Pfizer e Moderna puntando su AstraZeneca (Draghi: «Kurtz non otterrà una sola dose in più di quelle che spettano all' Austria»), sono planate sulla videconferenza le dichiarazioni del ministro della sanità britannica.

 

MARIO DRAGHI AL CONSIGLIO EUROPEO

Secondo Matt Hancock - a quanto riportato dal Financial Times - la differenza del risultato in termini di dosi consegnate al Regno Unito e alla Ue dipende dal fatto che il contratto firmato dalla Commissione prevede che AstraZeneca si impegni a fare i migliori sforzi per rispettare gli impegni mentre il contratto firmato con il governo britannico rispecchia «un accordo in esclusiva per cui è questo che prevale sul primo». Una lettura che risente del clima post-Brexit, visto che nei contratti Ue c'è però anche una clausola che prevede come le consegne all' Unione Europea «non possono essere ostacolate da accordi con altri paesi».

 

matt hancock

Un rebus complicato da sciogliere che rischia di spostarsi sul piano legale, anche perché la Commissione europea ha già inviato ad AstraZeneca una lettera per aprire una discussione allo scopo di risolvere la disputa. Una procedura, prevista dal contratto firmato Ue-AstraZeneca, che avvia un confronto bonario, ma che, in caso di fallimento, apre la strada alle carte bollate. Nella riunione l'Italia di Draghi si è schierata in maniera netta sulla linea della Von der Leyen insieme a Francia e Germania.

 

«I cittadini europei si sentono delusi da AstraZeneca», ha detto Draghi raccontando ciò che è accaduto ad Anagni. Inviti alla prudenza nell' uso del blocco dell' export sono arrivati dai primi ministri di Olanda, Belgio e Svezia che temono conseguenze anche per le aziende che rispettano gli accordi come Pfizer e Moderna.

 

impianto catalent di anagni

Il crescente nervosismo del governo inglese si spiega anche con quanto scritto dal Telegraph. Il quotidiano britannico racconta che la presidente della Commissione europea avrebbe detto agli ambasciatori dei vari Paesi Ue che Londra senza i vaccini AstraZeneca prodotti in Europa non riuscirà a inoculare la seconda dose ai 26 milioni di britannici che hanno già ricevuto la prima. Il blocco delle fiale dallo stabilimento di Leiden in Olanda, che produce per Londra non avendo furbescamente richiesto il timbro dell' Ema, diventa quindi realistico.

 

L' intervento del presidente Usa Joe Biden non ha mutato il clima. Gli Stati Uniti hanno dosi in eccedenza ma c' è il divieto di export sino a quando tutti gli americani non saranno vaccinati anche se lo scambio di materie prime per preparare il siero è in corso.

la prima conferenza stampa di joe biden

 

2 - IL PREMIER PRESSA VON DER LEYEN: REGOLE PIÙ DURE SULL'EXPORT, RILANCIO STILE USA

Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera”

 

Quando Mario Draghi prende la parola, nel corso del Consiglio europeo, si rivolge alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ma anche ai colleghi di quegli Stati, in testa il Belgio e l' Olanda, che non sono convinti della linea dura. Vuole scuoterli, sapere se i vertici della Ue, e gli altri membri del Consiglio, hanno davvero intenzione di mettere alle strette le aziende farmaceutiche che non rispettano gli obblighi contrattuali assunti con Bruxelles.

 

vaccino astrazeneca

L' Unione europea deve far sentire la propria voce, anche con decisioni molto risolute, esorta Draghi, dando corpo al timore (collettivo del resto) di non riuscire a mantenere gli impegni con i propri cittadini: «Non possiamo restare inermi di fronte al mancato rispetto dei contratti» da parte delle case farmaceutiche, in particolare di AstraZeneca.

Perché «i cittadini europei hanno la sensazione di essere stati ingannati» dalle multinazionali dei vaccini.

 

Il capo del governo ripercorre i tratti salienti della vicenda dei vaccini AstraZeneca, quasi 30 milioni di dosi, ritrovati nello stabilimento della Catalent, ad Anagni. Chiede direttamente alla von der Leyen se ritenga «giusto o meno che una tale quantità non debba restare dentro i confini dell' Unione europea».

sebastian kurz

 

La risposta appare univoca, affermativa, la presidente della Commissione promette che così sarà, che non usciranno dalla Ue, anche se la rassicurazione contrasta con le dichiarazioni dell' azienda stessa, secondo la quale più di 10 milioni di dosi sono destinate ai Paesi più vulnerabili, appartenenti al circuito degli aiuti Covax, cui anche l' Italia contribuisce finanziariamente.

 

mario draghi al senato 1

La sensazione del resto è quella di un Consiglio europeo in qualche modo spiazzato dall' incertezza della situazione, preda di divisioni interne fra gli Stati membri e vittima dell' indecisione della Commissione stessa, che non ha ancora chiaro se procedere con un' azione legale nei confronti di AstraZeneca, se bloccare effettivamente le esportazioni dei vaccini prodotti dentro i confini della Ue, o se invece continuare con la strategia di un pressing diplomatico molto forte che però finora non ha dato abbondanti frutti. Mario Draghi è più incline alle prime ipotesi, del resto finora è stato l' unico capo di governo a bloccare un lotto di AstraZeneca, applicando il regolamento europeo sulle esportazioni in modo molto rigido.

 

mario draghi conferenza stampa

E appoggia l' inasprimento delle regole annunciato dalla stessa Commissione. Draghi ha anche condiviso la proposta di introdurre un certificato verde digitale per i cittadini europei che sono stati vaccinati, diretto alla ripresa di una maggiore libertà di spostamento. Ma ha anche rimarcato la complessità del progetto: «Gli Stati membri avranno bisogno di tutto l' aiuto che la Commissione può dare, perché avere piattaforme nazionali e renderle interoperabili non è un risultato banale». Un sistema complesso, che per essere messo a terra in modo efficiente, per Draghi, dovrà anche occuparsi di «evitare discriminazioni tra le persone».

 

Nel corso dell' eurosummit seguito al Consiglio il capo del governo ha ripreso la parola e invitato tutti a non commettere errori durante la ripresa economica: «Dobbiamo disegnare una cornice per la politica fiscale che sia in grado di portarci fuori dalla crisi e prendere esempio dagli Stati Uniti che hanno un' unione dei mercati dei capitali e un' unione bancaria completa, elementi chiave del ruolo internazionale del dollaro».

Una cornice cui Draghi ha aggiunto «un impegno politico da prendere, anche se di lungo periodo, quello della creazione di un titolo comune europeo, verso il quale dobbiamo iniziare a incamminarci».

Ultimi Dagoreport

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...