maria elena boschi

“PER IL COLLE VA BENE ANCHE UN NOME DEL CENTRODESTRA” – LA MOSSA DELLA RENZIANA MARIA ELENA BOSCHI: “SE CI SONO LE CONDIZIONI, LA MAGGIORANZA PER ELEGGERE IL CAPO DELLO STATO PUÒ ESSERE DIVERSA DA QUELLA DI GOVERNO” – “LETTA SEMBRA AVERE OCCHI SOLO PER LA MELONI MA QUEI VOTI NON BASTANO PER ELEGGERE IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA”. DRAGHI O BERLUSCONI? NON GIOCHIAMO AL TOTONOMI. SAREBBE IL MOMENTO DI UNA DONNA. E NON SOLO PER IL COLLE…” – E SULLE ELEZIONI ANTICIPATE

ERNESTO MENICUCCI per il Messaggero

maria elena boschi alla leopolda 8

 

Onorevole Boschi, come interpreta le parole della conferenza stampa di fine anno di Mario Draghi? Una discesa in campo per il Quirinale?

«Può darsi che sullo sfondo ci sia anche il Colle. Ma innanzitutto vedo l'orgoglio di chi ha messo in salvo il Paese. Un anno fa rischiavamo l'autodistruzione con Conte, ora siamo un modello per l'Europa».

 

Ma Italia Viva lo voterebbe?

«Se si creassero le condizioni politiche, certamente. Ma il tema non è solo chi va al Quirinale ma anche e soprattutto chi sta al Governo. Rischiamo di perdere i soldi europei, abbiamo rallentato sulle terze dosi per colpa del ministro Speranza, siamo arrivati lunghi sulla legge di bilancio».

maria elena boschi luciano violante

 

E in quel caso, chi vedrebbe come figura a Palazzo Chigi?

«Se si parte con il sudoku dei nomi non si finisce più. Per il Paese c'è bisogno di arrivare al 2023. So per certo che Letta e Conte hanno bisogno delle elezioni anticipate, così come le vorrebbe la Meloni».

 

Esiste il rischio paventato da Draghi: se la maggioranza non tiene sul Quirinale, si va alle urne?

«No. Da sempre maggioranza parlamentare e maggioranza presidenziale sono due aggregazioni diverse, non necessariamente convergenti. Se si va al voto è per Letta, Meloni, Conte».

 

MARIA ELENA BOSCHI GIULIO BERRUTI FOTO CHI

IV non rischia di uscire dal voto ridimensionata, rispetto alla forza che ha oggi in Parlamento?

«Direi il contrario. Italia Viva ha solo il 4% dei parlamentari. E nei sondaggi siamo più o meno su quella cifra, anche se io penso che otterremo molti più voti. Ieri due nuove deputate hanno aderito a Iv, segno della credibilità del nostro progetto. Il problema semmai è del M5S che dal 33% non arriverà al 10%».

 

Nell'elezione del Capo dello Stato, vanno tenuti presenti solo i voti del 2018 o la proiezione dei sondaggi?

«Non decidono i sondaggi, non decidono le testate economiche internazionali, non decidono le cancellerie europee. Decide il Parlamento, come dice la nostra Costituzione».

 

Le prime reazioni dei partiti sono state per lo più negative. È uno stop all'ipotesi Draghi?

maria elena boschi alla leopolda 4

«Se ne riparlerà a gennaio. Noi non stoppiamo nessuna ipotesi, ora l'unica cosa che va stoppata è il contagio».

 

Il presidente della Repubblica deve essere eletto a larga maggioranza o bastano 505 voti?

«La Costituzione dice che bastano 505 voti. Il buon senso suggerisce di lavorare per la maggioranza più larga».

 

Voterebbe un presidente proposto dal centrodestra?

renato brunetta maria elena boschi

«Certo. Il problema non è la provenienza della proposta, se di destra o di sinistra. Ma la qualità della persona, l'orizzonte europeista e atlantico, la capacità di essere davvero il garante di tutti.

E se fosse Berlusconi?

«Non giochiamo al totonomi».

 

Se non fosse Draghi, sarebbe il momento di una donna al Colle? E chi, nel caso?

maria elena boschi.

«Continuo a non giocare al totonomi. Figuriamoci se io non riconosco il valore della questione femminile, ma è il momento di una donna non solo per il Colle a essere onesti».

 

C'è lo spazio per un riavvicinamento tra voi e il Pd?

«Il PD deve scegliere il proprio futuro. In tutta Europa assistiamo a una divisione tra l'ala riformista e l'ala radicale. In Italia la partita è semplice: il PD sceglie di rappresentare l'ala riformista o fare la cinghia di trasmissione alla piazza di Maurizio Landini? Questo è il tema».

 

Dove crede che sia la collocazione di Italia Viva?

draghi letta

«Noi siamo i riformisti. Quelli che votano il JobsAct, non quelli che scioperano contro Draghi. quelli che stanno con Macron, non con i Gilet Gialli. Sono gli altri che cambiano posizione, noi stiamo sempre sempre dalla stessa parte.

 

Lei ha parlato di ok al metodo Salvini. Non è singolare che siate più in linea con il leader leghista che con il Pd?

SILVIO BERLUSCONI - IL PATRIOTA - MEME

«Noi rivendichiamo di aver avuto il coraggio e la forza di evitare i pieni poteri di Salvini quando era potente e popolare. Ma oggi che lui propone un tavolo di lavoro per scegliere assieme il Presidente della Repubblica è ovvio che ci stiamo. Letta sembra avere occhi solo per la Meloni ma quei voti non bastano per eleggere PdR»

 

Capitolo vaccini. Cosa farebbe per frenare Omicron?

«Vaccinare. Fare le terze dosi subito: eravamo in testa e purtroppo il ministro Speranza si è adagiato sugli allori. Ora dobbiamo correre. Un anno fa abbiamo dovuto discutere con Speranza per fare i tamponi in farmacia. Oggi diciamo di stringere i tempi e i bulloni per vaccinare di più e correre sulla terza dose». Rischiamo nuovi lockdown? «Spero di no. Sono dell'idea che se devono esservi nuovi lockdown è giusto che siano solo per i non vaccinati».

letta meloniMEME SU BERLUSCONI AL QUIRINALEMEME DI SILVIO BERLUSCONI AL QUIRINALEmaria elena boschi foto di bacco (2)

Ultimi Dagoreport

dagospia 25 anni

DAGOSPIA, 25 ANNI A FIL DI RETE - “UNA MATTINA DEL 22 MAGGIO 2000, ALL’ALBA DEL NUOVO SECOLO, SI È AFFACCIATO SUI COMPUTER QUESTO SITO SANTO E DANNATO - FINALMENTE LIBERO DA PADRONI E PADRINI, TRA MASSACRO E PROFANO, SENZA OGNI CONFORMISMO, HAI POTUTO RAGGIUNGERE IL NIRVANA DIGITALE CON LA TITOLAZIONE, BEFFARDA, IRRIDENTE A VOLTE SFACCIATA AL LIMITE DELLA TRASH. ADDIO AL “POLITICHESE”, ALLA RETORICA DEL PALAZZO VOLUTAMENTE INCOMPRENSIBILE MA ANCORA DI MODA NEGLI EX GIORNALONI - “ET VOILÀ”, OSSERVAVA IL VENERATO MAESTRO, EDMONDO BERSELLI: “IL SITO SI TRASFORMA IN UN NETWORK DOVE NEL GIOCO DURO FINISCONO MANAGER, BANCHIERI, DIRETTORI DI GIORNALI. SBOCCIANO I POTERI MARCI. D’INCANTO TUTTI I PROTAGONISTI DELLA NOSTRA SOCIETÀ CONTEMPORANEA ESISTONO IN QUANTO FIGURINE DI DAGOSPIA. UN GIOCO DI PRESTIGIO…”

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…