mario draghi sergio mattarella

“COSA FARESTI AL MIO POSTO?”, “DOVRESTI RESTARE” – LA MORAL SUASION DI DRAGHI SU MATTARELLA NELLE ORE CONCITATE DEL VOTO SUL QUIRINALE – MARIOPIO HA CAPITO DI ESSERE VISSUTO CON FASTIDIO DAI PARTITI ED ESCLUDE DI FARE IL FEDERATORE DEI CESPUGLI DI CENTRO - MARIOPIO RESTANDO AGGANCIATO AL SUO RUOLO ISTITUZIONALE PUNTA A PROTEGGERE IL SUO GOVERNO DALLE BEGHE CHE VERRANNO IN CAMPAGNA ELETTORALE – LA STILETTATA A TAJANI

Francesco Verderami per il Corriere della Sera

 

sergio mattarella e mario draghi

Da ieri restano orfani quanti speravano di fondare un partito di Draghi senza Draghi, trasformando il premier in un brand per il loro merchandising elettorale. Ma se l'ex capo della Bce non sarà di nessuno, è perché fino al 2026 sarà di tutti. Il voto dell'attuale Parlamento sul Pnrr ha posto infatti un'ipoteca sul futuro Parlamento, siccome il Piano - in base ai trattati - rappresenterà la parte più rilevante del prossimo governo e avrà un valore vincolante per le Camere, le Regioni, persino per la Pubblica amministrazione.

 

Così anche quanti vogliono sbarazzarsi del premier e non vedono l'ora di riprendersi ciò che considerano loro, saranno costretti a fare i conti con la sua eredità. Perciò ieri Draghi ha fatto Draghi. Escludendo un impegno politico durante e dopo il voto, è rimasto agganciato al suo ruolo istituzionale. E tenendosi lontano dalle beghe dei partiti ha iniziato a proteggere il suo governo dalle beghe che verranno in campagna elettorale.

sergio mattarella mario draghi

 

D'altronde, fin dall'inizio della sua esperienza si mostrò guardingo davanti alle espressioni festanti che il Palazzo gli tributava: «Anche di una colf si dice bene nei primi sette giorni», sorrise con una delle sue solite battute. Con il passare del tempo ebbe contezza di essere vissuto «con fastidio» dai partiti e il passaggio del Quirinale è stato emblematico.

 

Al di là degli errori commessi nella vicenda - anche per l'assenza di un regista politico che gli evitasse un'esposizione diretta - Draghi è rimasto amareggiato per il fatto che non gli sia stato riconosciuto il ruolo svolto proprio nell'ultimo tornante della corsa per il Colle: quando cioè rappresentò a Mattarella il «pericoloso livello di confusione» che si era prodotto e gli chiese di rivedere i suoi progetti personali. «Cosa faresti al mio posto?», gli domandò il capo dello Stato. «Dovresti restare». Adesso - come racconta un autorevole ministro - «è tornato sulla palla, perché è suo e nostro interesse che l'azione di governo vada a buon fine».

 

giuliano amato mario draghi sergio mattarella 1

Per farlo, Draghi ripropone il metodo applicato fin da quando è entrato a palazzo Chigi: se c'è qualcosa che non va, lo dice. In passato ha fatto così con Letta e più volte con Salvini. Ieri è stato il turno di Conte e dei grillini, additati per le falle nel progetto del superbonus che hanno prodotto «azioni fraudolente per oltre due miliardi». E poco gli importa se i Cinquestelle siano insorti: la sua priorità è tutelare la crescita del Paese minacciata da quelle nuvole nere di cui aveva parlato con il presidente della Repubblica: la fiammata inflattiva e il balzo dei costi dell'energia, che minano la ripresa. Immaginando di diventare sempre più il bersaglio dei partiti con l'avvicinarsi delle urne, Draghi ha preso ad attaccare per difendersi e portare a compimento il progetto del Pnrr: la sua vera scommessa.

 

Ecco il motivo per cui ha reagito dinnanzi all'ennesima punzecchiatura, stavolta giunta da Tajani. Tra i due ci sono vecchie storie tese, risalgono alla formazione del governo, quando il premier non accolse la richiesta di Berlusconi d'inserire il dirigente forzista nella lista dei ministri. «Non posso farlo, perché lui è un leader di partito», spiegò Draghi. «Il leader sono io», rispose piccato il Cavaliere. Ieri Tajani, parlando dell'ex capo della Bce, ha detto di vederlo come «un eccellente presidente del Consiglio europeo o della Commissione europea». Una sorta di promoveatur ut amoveatur.

 

LETTA DRAGHI

«Ringrazio i molti politici che con straordinaria sollecitudine mi candidano per tanti posti», ha replicato Draghi: «Ma se decidessi di trovarmi un lavoro lo farei da solo». Il modo tranciante con cui ha sgombrato il campo da ogni futura prospettiva politica - «lo escludo, sono stato chiaro?» - rende di fatto impraticabile qualsiasi ipotesi che possa immaginarlo ancora a palazzo Chigi. Draghi tiene al suo profilo istituzionale. E un conto è aver fatto il presidente del Consiglio perché chiamato dal capo dello Stato a formare un gabinetto di emergenza nazionale «senza colore politico», nel finale di una legislatura. Altra cosa sarebbe guidare subito dopo le elezioni un gabinetto retto da una maggioranza parlamentare, pure se fosse di larghe intese. Il rapporto con i partiti sarebbe diverso, anche in Consiglio dei ministri: dove da primus super pares, che è il suo status attuale, diverrebbe un primus inter pares. Insomma, gli orfani di Draghi si dovranno rassegnare a non poterlo strumentalizzare.

draghi letta

 

Gli altri potranno prepararsi a sostituirlo con un «premier politico», sapendo tuttavia che dovranno muoversi nel solco delle scelte fatte dall'attuale governo. In questo senso va interpretato il tour per l'Italia che il premier ha iniziato, e che serve - spiega un rappresentante dell'esecutivo - a «rafforzare la sua immagine nell'anno di campagna elettorale». Perché i partiti - per quanto malmessi - stanno già iniziando la competizione. E la sfida si giocherà attorno al perimetro di palazzo Chigi. Oggi con la riforma del Csm, domani con la Finanziaria.

 

MATTEO SALVINI MARIO DRAGHI

Ultimi Dagoreport

consiglio supremo difesa mattarella meloni fazzolari bignami

DAGOREPORT - CRONACA DI UN COMPLOTTO CHE NON C’È: FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, CONSIGLIERE DEL QUIRINALE, SI SARÀ ANCHE FATTO SCAPPARE UNA RIFLESSIONE SULLE DINAMICHE DELLA POLITICA ITALIANA IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027. MA BELPIETRO HA MONTATO LA PANNA, UTILE A VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ E A DARE UN ASSIST A FRATELLI D’ITALIA, SEMPRE PRONTA ALLA LAGNA VITTIMISTA – A QUEL TORDO DI GALEAZZO BIGNAMI È SCAPPATA LA FRIZIONE. E DOPO IL SUO ATTACCO AL COLLE, IL SOLITAMENTE CAUTO GIOVANBATTISTA FAZZOLARI È INTERVENUTO PRECIPITOSAMENTE PER SALVARGLI LA FACCIA (E LE APPARENZE CON IL COLLE) - BELPIETRO ESONDA: "ISTITUZIONALMENTE SCORRETTA LA REPLICA DEL QUIRINALE"

alessandra smerilli riccardo campisi alessandra smerilli papa leone xiv

DAGOREPORT - CHI POTRÀ AIUTARE PAPA PREVOST A RIPIANARE IL DEFICIT ECONOMICO DELLA SANTA SEDE? - LEONE XIV EREDITA DA BERGOGLIO UNA COMMISSIONE PER LA RACCOLTA FONDI PER LE CASSE DEL VATICANO, PRESIEDUTA DA MONSIGNOR ROBERTO CAMPISI E IN CUI C’E’ ANCHE LA SUORA ECONOMISTA ALESSANDRA SMERILLI – I DUE HANNO UNA FREQUENTAZIONE TALMENTE ESIBITA DA FARLI DEFINIRE LA “STRANA COPPIA”. SONO ENTRAMBI AMANTI DELLO SPORT, DELLE PASSEGGIATE, DEI VIAGGI, DEL NUOTO IN ALCUNE PISCINE ROMANE ED ANCHE NEL MARE DI VASTO, DOVE SPESSO I DUE SONO VISTI IN VACANZA - LA SALESIANA SMERILLI, IN TEORIA TENUTA A VIVERE IN UNA COMUNITÀ DELLA SUA CONGREGAZIONE, VIVE IN UN LUSSUOSO APPARTAMENTO A PALAZZO SAN CALLISTO, DOVE LA SERA È DI CASA MONSIGNOR CAMPISI, SPESSO CON ALTRI OSPITI ATTOVAGLIATI AL SUO TAVOLO…

nicola colabianchi beatrice venezi alessandro giuli gianmarco mazzi

FLASH! - DA ROMA SALGONO LE PRESSIONI PER CONVINCERE BEATRICE VENEZI A DIMETTERSI DA DIRETTORE DELL’ORCHESTRA DEL VENEZIANO TEATRO LA FENICE, VISTO CHE IL SOVRINTENDENTE NICOLA COLABIANCHI NON CI PENSA PROPRIO ALLE PROPRIE DIMISSIONI, CHE FAREBBERO DECADERE TUTTE LE CARICHE DEL TEATRO – ALLA RICHIESTA DI SLOGGIARE, SENZA OTTENERE IN CAMBIO UN ALTRO POSTO, L’EX PIANISTA DEGLI ANTICHI RICEVIMENTI DI DONNA ASSUNTA ALMIRANTE AVREBBE REPLICATO DI AVER FATTO NIENT’ALTRO, METTENDO SUL PODIO LA “BACCHETTA NERA”, CHE ESEGUIRE IL “SUGGERIMENTO” DI GIULI E CAMERATI ROMANI. DUNQUE, LA VENEZI E’ UN VOSTRO ‘’PROBLEMA”…

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…