raffaele fitto nel 2001

“DECIDE GIORGIA” – IL DEMOCRISTIANISSIMO RAFFAELE FITTO NON COMMENTA LE VOCI DI UN SUO TRASLOCO A BRUXELLES COME SUPER-COMMISSARIO ALLA COESIONE E AL PNRR. DEL RESTO, PROPRIO IL SILENZIO È STATO LA SUA FORZA IN QUESTI MESI, IN CUI HA DOVUTO LAVORARE A TESTA BASSA SUL RECOVERY, PROVANDO A GESTIRE LE MATTANE DEI “FRATELLI DI GIORGIA” – FIGLIO D’ARTE (SUO PADRE, DON TOTÒ, È STATO GOVERNATORE DELLA PUGLIA PRIMA DI LUI), L’EX “BAMBINO” DELLA POLITICA HA UN OTTIMO RAPPORTO CON URSULA. MA COME SOSTITUIRLO?

1 - ORBÁN SHOW: "NO A ECR, NO A QUESTA COMMISSIONE". E MELONI TRATTIENE IL FIATO

Estratto dell’articolo di Simone Canettieri per “il Foglio”

 

giorgia meloni raffaele fitto 2 giugno 2023

[…] Non è un caso che dalla stanza dell’incontro esca prima di tutti Raffaele Fitto, indiziato per il nuovo ruolo brussellese. Dimagrito (come diversi ministri del governo Meloni, tutti di FdI) e sempre cauto. I cronisti lo salutano con un “ciao, commissario”, lui, curiale, risponde “fate i bravi”. E se ne va. Resta da ascoltare la coppia Meloni-Orbán.

 

 

2 - «DECIDE GIORGIA», IL MANTRA DI FITTO CHE ASPETTA L’EUROPA TRA LEALTÀ E SILENZI

Estratto dell’articolo di Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”

 

RAFFAELE FITTO NEL 2008

Se gli riuscirà il colpaccio di traslocare da Roma a Bruxelles, sarà anche grazie a una virtù che gli amici gli riconoscono e i nemici gli invidiano. Raffaele Fitto è un politico che sa stare zitto. Non straparla in tv, non straborda sui social e non va a caccia di interviste, l’esatto opposto di tanti suoi colleghi di governo.

 

Avvicinato sotto Palazzo Chigi dai giornalisti, che volevano sapere se sarà lui il commissario italiano in Europa, il pettinatissimo superministro del Pnrr si è portato l’indice sul mento e lo ha piantato lì, istantanea del leader indaffarato e schivo: «Adesso abbiamo la cabina di regia, il Cdm, la conferenza stampa...». Sì, ma ha le valigie pronte? «Buon lavoro, grazie».

 

raffaele fitto ursula von der leyen

Più l’Europa si avvicina, più Fitto si mostra lontano dal traguardo. Il suo mantra è «decide Giorgia», impasto democristianissimo di lealtà, diplomazia e scaramanzia. E se la premier Meloni ancora non ha deciso, è perché la assillano i dubbi. È «un fuoriclasse» e non vorrebbe privarsene.

 

SALVATORE FITTO

[…] la storia politica dell’ex «Bambino» della politica pugliese è lunga decenni. Il padre Salvatore Fitto, potentissimo presidente della Regione ribattezzato Don Totò, muore nel 1988 in un incidente stradale. Raffaele è un «rampollo» di 19 anni e a 20 balza dal banco del liceo a quello di consigliere regionale, eletto con la Democrazia cristiana e protetto dalla mamma, Rita Leda Dragonetti. Come ha più volte raccontato, «la mia vita cambiò in un minuto». Dal ciuffo alla Alan Sorrenti giovane, alla riga da una parte.

 

RAFFAELE FITTO NEL 2001

Dalle camicie svolazzanti, ai cravattoni azzurri. Dalla passione per le moto, all’amore per le preferenze: 284.547 in una sola circoscrizione alle Europee del 2014. Ha militato nella Dc, nel Ppi, nel Cdu, nei Cristiani democratici per la libertà, da lui fondati e poi confluiti in Forza Italia. È stato deputato con FI e con il Pdl e ministro con Berlusconi. Ha rotto con il Cavaliere e presieduto Noi con l’Italia, fino ad approdare in FdI.

 

[…] Belle vittorie: nel 2000 si prende la Puglia, il più giovane presidente di sempre. Clamorose sconfitte: nel 2005 Niki Vendola lo batte per 14 mila voti e nel 2020 perde contro Michele Emiliano. E svariate ripartenze, che ama raccontare con metafore evangeliche: «Sono morto e risorto tre o quattro volte».

 

NICHI VENDOLA - RAFFAELE FITTO

Questa volta il volo a Bruxelles non sarebbe una resurrezione, perché Fitto non è mai stato così vivo. La premier lo ha ringraziato proprio ieri, […]  senza rivelare quel che gli avrebbe detto faccia a faccia: «Raffaele, non possiamo rischiare di buttar via tutto. Se vuoi andare in Europa devi trovarmi la persona giusta».

 

Affidare le deleghe del Piano al sottosegretario Mantovano, già oberato di lavoro tra Cdm, migranti e servizi segreti, rischia di essere un azzardo. E non trova conferme l’ipotesi di spartire tra Giorgetti e Leo i dossier di Fitto, così tanti e importanti da aver suscitato invidie e gelosie nel governo e nel partito.

RAFFAELE FITTO E IL SIMBOLO DEL SUO MOVIMENTO

 

E se i nemici mettono in giro la voce che negli anni da parlamentare europeo e co-presidente del gruppo Ecr «non è riuscito a imparare l’inglese», gli amici lo descrivono come l’unica vera carta che la leader della destra può giocarsi.  […]

 

3 - FITTO, L'ASPIRANTE CALCIATORE CHE STUDIA DA COMMISSARIO "GIORGIA LO SA, SONO PRONTO"

Estratto dell’articolo di Giuseppe Colombo per “la Repubblica”

 

raffaele fitto silvio berlusconi

È pronto a dire sì. Con l'equilibrismo democristiano che richiama i suoi esordi nello scudo crociato. Ora che si è scoperto candidato solitario a commissario europeo, quel dna politico torna conveniente. Per questo a chi ha avuto modo di sentirlo nelle ultime ore, Raffaele Fitto da Maglie, la città che ha dato i natali ad Aldo Moro, ha risposto sempre allo stesso modo: «Qualsiasi cosa deciderà Giorgia, per me va bene».

 

È più di una disponibilità: è un affidamento totale alla volontà della premier, che di "Raffa" si fida a tal punto da avergli affidato le relazioni con Bruxelles e i 194,4 miliardi del Pnrr. Un atto dovuto dopo che è stato lui, nella scorsa legislatura, a prepararle il terreno in Europa, guidando da capogruppo l'avanzata dei Conservatori nell'emiciclo di Strasburgo.

 

RAFFAELE FITTO MATTEO SALVINI

Per questo, nelle ore frenetiche dei negoziati per i top jobs, Fitto è la "carta" della necessità. E quella che conviene di più a Meloni, soprattutto se alla fine sarà Ursula von der Leyen a guidare la nuova Commissione europea.

 

È con lei che il ministro con quattro deleghe (Affari europei, Pnrr, Coesione e Sud) ha coltivato nell'ultimo anno e mezzo la postura della mediazione, mentre in Italia i colleghi sovranisti al governo imprecavano contro l'Europa cattiva. È toccato a lui sobbarcarsi l'ingrato compito di ripetere in patria che non si può remare contro l'Ue.

 

raffaele fitto e giorgia meloni ad aosta

«A Ursula cosa dico, che prima ci siamo impegnati a fare una cosa e poi abbiamo cambiato idea?», è il ritornello che più di un ministro si è sentito ripetere quando ha provato a perorare cause ardite. Qualche volta ha vinto lui, come sul passaggio al mercato libero dell'energia. Altre volte ha fatto dietrofront rispetto agli auspici iniziali: fosse per lui, l'Italia avrebbe dovuto adottare la direttiva Bolkestein per mettere a gara le concessioni balneari senza battere ciglio.

 

RAFFAELE FITTO DA BAMBINO CON IL PADRE SALVATORE

[…] Figlio d'arte, poi cultore della terza via: lontano dagli eccessi del berlusconismo, dal quale alla fine si è staccato. Mai vicino ai rigurgiti fascisti che riecheggiano, oggi, dentro FdI. Anche se la modalità "quarta gamba" del centrodestra non sempre è stata fortunata. Ma poi è arrivato l'incontro con Giorgia, «che è la più brava», come ripete a chiunque gli chieda un commento sulla premier.

 

Ora è pronto a traslocare a Bruxelles. E pazienza se il Pnrr ha di fronte ancora due anni in cui bisognerà spingere sull'acceleratore. Lui, il regista del Piano, è convinto che oramai il grosso è stato fatto: la revisione - è il ragionamento - ha ingranato la marcia giusta verso l'estate del 2026. […]

stefano bonaccini raffaele fitto giorgia meloni RAFFAELE FITTO - GIORGIA MELONI ursula von der leyen stefano bonaccini raffaele fitto MANIFESTAZIONE PDL A VIA DEL PLEBISCITO AGOSTO RAFFAELE FITTO BRUNO VESPA E RAFFAELE FITTORAFFAELE FITTOraffaele fitto giorgia meloni vito bardi

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)