franco gabrielli giuseppe conte gennaro vecchione

“LA DIFFERENZA CON LA FONDAZIONE CYBER PROPOSTA DAL GOVERNO CONTE È SOSTANZIALE” – FRANCO GABRIELLI SPIEGA COME FUNZIONERÀ L’AGENZIA PER LA CYBERSICUREZZA NAZIONALE E SCOTENNA “GIUSEPPI”: “ALL’INTERNO DI AISE E AISI, NON SONO MANCATE INCOMPRENSIONI E ANCHE INSOFFERENZA VERSO UNO STRUMENTO CHE RAFFORZAVA ULTERIORMENTE LE PREROGATIVE DEL DIS. QUELLA FONDAZIONE SEMBRAVA UNO SPIN-OFF DELL’INTELLIGENCE CON LA MISSIONE DI GESTIRE I FONDI EUROPEI E PRESENTAVA PERALTRO UNA STRUTTURA MOLTO ARZIGOGOLATA” – “LA TERZA AGENZIA OLTRE A AISI E AISE? NON SERVE. GIÀ NEL 2007 RITENEVO COME ORIZZONTE PIÙ OVVIO LA CREAZIONE DI UN’UNICA AGENZIA PER L’INTELLIGENCE ITALIANA…”

Francesco Bechis per www.formiche.net

 

franco gabrielli foto di bacco

“Non dobbiamo fare presto, ma fare prima”. Franco Gabrielli lo ripete più volte. La sicurezza nazionale non è solo una gara di velocità. È un orizzonte che si sposta di continuo, e richiede il giusto mix di visione e realismo.

 

Il sottosegretario di Stato con delega all’intelligence e alla sicurezza, già capo della Polizia e della Protezione civile e prefetto di Roma, ci accoglie nel suo ufficio a Palazzo Verospi. I primi sei mesi al governo con Mario Draghi sono stati tutto fuorché ordinaria amministrazione. Sotto la sua regia come autorità delegata agli 007 è stata costruita un tassello alla volta la nuova Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn), la struttura che vigilerà sulla resilienza cibernetica dell’Italia.

Cybersicurezza

 

Una riforma, spiega Gabrielli in questa intervista a Formiche.net, che risponde a un’emergenza, l’ondata di attacchi cyber portata dalla pandemia. Ma riflette anche un progetto di ampio respiro per riordinare le competenze e valorizzare le professionalità dell’intelligence italiana.

 

Perché proprio ora serve l’Agenzia?

In verità è un’esigenza sentita da almeno dieci anni. La resilienza cibernetica del nostro Paese ha bisogno di una struttura appositamente dedicata. La nascita dell’agenzia serve a fare chiarezza e rimettere ordine fra le diverse competenze.

RANSOMWARE

 

A partire dall’intelligence, cui la direttiva Gentiloni del 2017 ha affidato la responsabilità della difesa cibernetica del Paese. Un errore?

Non un errore, ma una scelta figlia delle circostanze, così come delle sollecitazioni da parte dell’Ue. Quando ho ricevuto il mio attuale incarico ho apprezzato in negativo una serie di fibrillazioni nel comparto per la collocazione al suo interno di un compito, la difesa cyber, percepito come confliggente con la missione delle agenzie.

FRANCO GABRIELLI ADOLFO URSO

 

Quindi?

Quindi abbiamo deciso, con il fondamentale impulso del presidente del Consiglio e la collaborazione del Copasir e delle altre commissioni parlamentari, di dar vita a una riforma per razionalizzare la governance. E mettere un argine, fra l’altro, a una certa bulimia istituzionale: basti pensare che nel 2018 sono state istituite 23 autorità nazionali Nis (Network and information systems, ndr). Oggi ce ne sarà solo una, all’interno dell’agenzia.

 

Cos’altro non ha funzionato?

FRANCO GABRIELLI NUNZIA CIARDI

C’è stata una eccessiva sovrapposizione di diverse istituzioni che ha inevitabilmente creato un percorso a due velocità. Penso al dl 105/2019 che ha inaugurato il “perimetro cyber”. Il centro di controllo collocato al Mise doveva assumere settanta ingegneri informatici ma non è mai decollato. Il Csirt (Computer incident response team, ndr), che invece era sotto la supervisione del Dis, ha vissuto un’evoluzione molto più rapida.

 

cyber security 4

Nell’ultimo anno c’è stata una crescita esponenziale di attacchi cibernetici in Italia. L’ultimo, il ransomware che ha colpito i server della regione Lazio, ha messo nel mirino i dati di sei milioni di persone. Come spiega questa escalation?

La pandemia ha allargato esponenzialmente la platea digitale, aumentando di conseguenza l’esposizione al rischio cyber. Gli attacchi ransomware sono solo una faccia della medaglia, preoccupante per l’aumento vertiginoso nell’ultimo anno. Secondo i dati di un osservatorio indipendente il fatturato di queste gang di ricattatori del web è passato da undici miliardi di dollari nel 2020 a venti miliardi solo nei primi sei mesi del 2021.

VITTORIO COLAO

 

Cosa farà l’Agenzia per difendere le infrastrutture italiane?

Si occuperà della resilienza cibernetica dei soggetti essenziali per la sicurezza dello Stato, pubblici e privati. Una necessità fotografata dai numeri. Quando il ministro Colao, che ha un retroterra professionale di successo nel settore privato, sottolinea che il 95% dei server della Pubblica amministrazione italiana presenta criticità, lancia un allarme che va preso sul serio. E qui faccio un’ulteriore premessa.

mario draghi giuseppe conte

 

Prego.

L’Agenzia non sarà la panacea di tutti i mali né la soluzione di tutti i problemi. La resistenza del sistema Paese alle aggressioni nel dominio cibernetico non si realizza in qualche mese e neanche in qualche anno, è un percorso che vedrà il contributo fondamentale di altri apparati, dalle forze di polizia, cui spetta la cosiddetta cyber-investigation, alle operazioni di cyber-intelligence del comparto. Anche per questo è previsto un tagliando del Parlamento nell’ottobre del 2022. In questo momento stiamo lavorando ai quattro regolamenti attuativi del decreto.

 

L’Agenzia sarà fuori dal comparto intelligence?

SERGIO MATTARELLA FRANCO GABRIELLI

Sì, ma comunque nell’alveo della sicurezza nazionale. Rendere il sistema resiliente agli attacchi cibernetici è la precondizione per la sicurezza. Per sventare un furto in un appartamento è necessario prima rafforzare la struttura con un sistema di allarme. E assicurarsi che chi lo programma sia una persona di fiducia.

 

L’anno scorso il governo Conte-bis voleva istituire l’Istituto italiano di cybersicurezza (Iic). Cosa cambia fra l’Agenzia e la fondazione proposta dall’ex premier?

conte vecchione

La differenza è sostanziale. Quella fondazione sembrava piuttosto uno spin-off dell’intelligence con la missione di gestire i fondi europei per la cybersicurezza e presentava peraltro una struttura molto arzigogolata, a metà fra pubblico e privato, con un sistema di controlli con diverse complessità operative. All’interno delle due agenzie, Aise e Aisi, non sono mancate incomprensioni e anche insofferenza verso uno strumento che rafforzava ulteriormente le prerogative del Dis nel campo della cybersecurity.

 

franco gabrielli foto di bacco

Scendiamo nei dettagli: quante persone lavoreranno nell’agenzia cyber?

Una settantina di professionisti è già pronta a trasferirsi dal Dis, il Mise e l’Agid, arriveremo a trecento persone nel breve periodo. Ma nel medio l’obiettivo è avvicinarci a mille, cioè a un numero simile a quello delle agenzie di Francia e Germania.

 

Gli stipendi saranno equiparati a quelli di Banca d’Italia. Perché?

giuseppe conte gennaro vecchione

È il giusto trattamento economico per attirare professionalità che altrimenti metterebbero a disposizione le loro competenze per il settore privato. Se riusciremo a richiamare dall’estero anche un solo ingegnere di talento sarà una vittoria. Ci sarà grande turn-over, creeremo una forza lavoro specializzata che poi potrà trovare spazio in altri ambiti della PA.

 

Un compito chiave dell’agenzia sarà completare il Perimetro di sicurezza nazionale cibernetica, già costruito sotto la regia del Dis. Due anni fa un rapporto del Copasir ha lanciato l’allarme sulla presenza di fornitori cinesi nella rete 5G italiana, alleati come Stati Uniti e Regno Unito hanno disposto un bando dalla rete. Il perimetro è sufficiente?

franco gabrielli fabrizio curcio

Disporre un bando non è semplice, perché in Europa non esiste una posizione unitaria, fra chi preme per stringere le maglie, chi vuole allargarle e chi, invece, rimanda in là il problema. Ma un bando, soprattutto, non è sufficiente: dobbiamo indicare un’alternativa. Questa è una delle missioni cruciali dell’Agenzia: lavorare per l’autonomia tecnologica, che è necessariamente una prospettiva europea. Il perimetro cyber avrà il compito non solo di difendere, ma anche di far crescere le piccole e medie aziende nazionali nel settore digitale.

 

franco gabrielli foto di bacco

Se l’agenzia si occuperà della difesa, ai Servizi resta l’attacco. Crede che serva istituire una terza agenzia, oltre ad Aisi ed Aise, per la cyber-intelligence?

Assolutamente no. Già nel 2007, quando è stata completata la riforma del comparto con la legge 124, ritenevo come orizzonte più ovvio la creazione di un’unica agenzia per l’intelligence italiana. Nel mondo cyber,così come nell’Ecofin, la distinzione fra interno ed esterno non esiste.

 

Negli ultimi tempi si è tornato a parlare di riforma della 124. Bisogna rimetterci mano?

Un aggiornamento è necessario. Premetto che si tratta di una legge parlamentare, approvata da uno schieramento unanime, e dunque spetterà al Parlamento la prima parola. La 124 ha avuto un compito importante, riequilibrare il sistema realizzato con la legge 801 del 1977, con un servizio generalista, il Sismi, e uno un po’ meno performante, il Sisde.

 

Perché l’ipotesi di un servizio unico fu scartata?

FRANCO GABRIELLI

Credo che allora, come adesso, si facesse difficoltà ad accettare l’idea di una sola agenzia per il timore che questa possa accentrare il potere nelle sue mani, diventando una sorta di “Spectre”. Ma sono timori infondati, se a questa struttura si affianca un più rigido sistema di bilanciamenti e controlli. Io sono convinto che avremo sempre più bisogno di un apparato di intelligence forte, performante, affrancato da altri apparati che con l’intelligence non hanno nulla a che vedere.

 

Come la National Security Agency americana?

cyber security 3

Difficile importare dall’estero un modello prescindendo dalle condizioni storiche e normative. Spesso si guarda giustamente, ad esempio, all’esperienza israeliana, senza ricordare che Israele è una nazione in guerra da settant’anni. L’eccellenza per loro non è un’opzione, è una necessità. Deve esserlo anche per il nostro Paese.

franco gabrielli foto mezzelani gmt107cyber security 2

 

Conte e Gennaro Vecchione RANSOMWARE RANSOMWARE giuseppe conte gennaro vecchione 1cyber security 1

Ultimi Dagoreport

2025mellone

CAFONAL! - DIMENTICATE I GRANDI MATTATORI, ANGELO MELLONE È CAPACE DI SPETALARE FIORELLO IN 15 SECONDI - ATTORE, CANTANTE, SCRITTORE, POETA, SHOWMAN MA SOPRATTUTTO GRAN CAPO DELL'INTRATTENIMENTO DAYTIME DELLA RAI, IL BEL TENEBROSO DI TELE-MELONI, IN ATTESA DI VOLARE A SAN VITO LO CAPO (TRAPANI), PRESIDENTE DI GIURIA DELL'IRRINUNCIABILE CAMPIONATO DEL MONDO DI COUS COUS, ANZICHÉ SBATTERSI COME UN MOULINEX PER METTER SU TRASMISSIONI DECENTI PER RICONQUISTARE LA SUPREMAZIA DELLA RAI SU MEDIASET, LO RITROVIAMO COL SUO OUTFIT DA CHANSONNIER MAUDIT, ESIBIRE IL SUO STRAZIANTE RECITAR CANTANDO AL “JAZZ&IMAGE LIVE COLOSSEO FESTIVAL 2025” AL PARCO DEL CELIO, ACCOLTO DA UN FOLTO PARTERRE DI INVITATI CON L’APPLAUSO INCORPORATO (MATANO, CERNO, DESARIO, RONCONE, STRABIOLI, GINO CASTALDO, DARIO SALVATORI E TANTE RAI-GIRLS CAPITANATE DALLE PANTERONE-MILF, ANNA FALCHI ED ELEONORA DANIELE) - DEL RESTO, DITEMI VOI COME SI FA A FREGARSENE DELL’INVITO DEL DIRIGENTE RESPONSABILE DI UNA PLETORA DI PROGRAMMI, RISPONDENDO AL TARANTOLATO TARANTINO: “GRAZIE, MA NEMMENO SOTTO ANESTESIA”? - VIDEO

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO