giorgia meloni mario draghi

LA “DRAGHETTA” INDOSSA L’ELMETTO – GIORGIA MELONI HA GARANTITO A DRAGHI CHE LA LINEA SULL’INVIO DI ARMI ALL’UCRAINA NON CAMBIERÀ. I DUE HANNO PARLATO GIÀ DEL QUINTO DECRETO DI SOSTEGNO A KIEV: DRAGHI VUOLE ASPETTARE LE ELEZIONI PER EVITARE POLEMICHE STRUMENTALI DA PARTE DI CONTE. UNA VOLTA CHE SARÀ CHIARO IL RISULTATO, D’INTESA CON LA NUOVA MAGGIORANZA, ARRIVERÀ L’OK ALLA LEGGE /CHE NON HA BISOGNO DEL VIA LIBERA DEL PARLAMENTO)

Ilario Lombardo per “La Stampa”

 

giorgia meloni durante il confronto con letta

Ci potrebbe volere ancora più di un mese prima di vedere nascere il nuovo governo. Ma i tempi della guerra non sono quelli della politica. L'Ucraina ha bisogno al più presto di aiuti e armi, preziosissimi ora che la controffensiva di Kiev sta piegando le forze di Mosca a Est.

 

Mario Draghi si è posto la questione di cosa fare, visto che la sua avventura a Palazzo Chigi sta volgendo al termine e la materia dei supporti militari se è già di per sé politicamente incandescente, in piena campagna elettorale potrebbe diventare esplosiva.

In ballo c'è un quinto decreto interministeriale.

 

GIORGIA MELONI MARIO DRAGHI BY DE MARCO

Un'ultima spedizione, una tranche riferita al quarto, dovrebbe partire la prossima settimana. Ma la Difesa è già al lavoro sul nuovo invio e il ministero guidato da Lorenzo Guerini ha avviato, assieme alle forze armate, la ricognizione sulle dotazioni da destinare agli ucraini. Per evidente opportunità il governo sta aspettando le elezioni del 25 settembre. Ma l'intenzione sarebbe di non trascinare il via libera fino all'insediamento del nuovo esecutivo, che è probabile non vedrà la luce prima di fine ottobre.

 

Giorgia Meloni ha già fatto sapere che la linea rimarrà la stessa. Una rassicurazione che ha dato anche personalmente a Mario Draghi. Non solo: nelle interlocuzioni di queste settimane tra Fratelli d'Italia e Palazzo Chigi è stato già toccato pure il tema del quinto decreto.

LA STRETTA DI MANO TRA DRAGHI E ZELENSKY

 

E di fatto, la totale condivisione sulla necessità di non far mancare il sostegno a Kiev è stata interpretata come un consenso a non ritardare il nuovo pacchetto di aiuti. In teoria il perimetro degli affari correnti tracciato dal capo dello Stato Sergio Mattarella per definire i poteri del premier dimissionario comprende il rispetto dell'indirizzo del Parlamento uscente e degli impegni internazionali.

 

Il decreto non ha bisogno di via libera parlamentari perché previsto dallo stato di emergenza per assistenza e soccorso alla popolazione ucraina, già votato dalle Camere e in scadenza il 31 dicembre. Ma il premier vuole comunque muoversi con assoluta cautela e, dopo gli scontri con il leader del M5S Giuseppe Conte, evitare di finire nel tritacarne elettorale. Oppure: essere accusato di interferire con gli interessi del futuro governo.

guerra in ucraina

 

A questo punto, l'ipotesi che circola a Palazzo Chigi è di attendere di conoscere i vincitori delle elezioni e, di intesa con i partiti che formeranno la nuova maggioranza, dare l'ok al decreto. È probabile che accadrà nella prima metà di ottobre.

 

Il lavoro, intanto, è stato già avviato. Ieri durante il colloquio telefonico con Volodymyr Zelensky, Draghi ha confermato il «continuo» sostegno all'Ucraina «in tutti gli ambiti», e dunque anche quello militare, come stabilito dagli accordi con gli alleati.

 

SALVINI - MELONI - BERLUSCONI BY GIANNELLI

Giovedì scorso, durante il summit del Gruppo di contatto per la Difesa dell'Ucraina, a Ramstein, in Germania, la Nato ha ribadito l'impegno a rifornire Kiev di equipaggiamenti militari. Il segretario Jens Stoltenberg ha sottolineato la necessità di inviare il più presto possibile questi aiuti, proprio per consolidare i recenti successi contro l'esercito di Vladimir Putin. Al vertice ha partecipato anche Guerini. Il ministro si è soffermato a parlare con l'americano Lloyd J. Austin III e l'ucraino Oleksii Reznikov. Ai colleghi ha dato rassicurazioni sulle nuove forniture e ha spiegato che «finché ci sarò io l'Italia continuerà a fare la sua parte e a supportare la resistenza di Kiev».

 

La sensazione però è che anche il prossimo governo non si sottrarrà. Persino il capo della Lega Matteo Salvini, che fino a qualche mese fa diceva di guardare con orrore alle armi, si è convertito e ha dato garanzie in questo senso.

controffensiva ucraina nella regione di kharkiv 5

 

«La linea che terremo sul piano umanitario, finanziario e militare - conferma il sottosegretario alla Difesa, Giorgio Mulè, di Forza Italia - sarà assolutamente sovrapponibile a quella che il governo uscente ha tenuto in questi mesi, e sarà condivisa come sempre con i nostri alleati europei e atlantici».

 

È quello che ha ripetuto durante la visita nella capitale ucraina di cinque giorni fa, anche Adolfo Urso, il presidente FdI del Copasir, la commissione parlamentare di controllo dei servizi segreti, uno dei candidati a succedere a Guerini al ministero della Difesa. Il tema delle armi sarà cruciale anche durante la prossima legislatura.

controffensiva ucraina nella regione di kharkiv 6

 

Ne è una prova il voto contrario dei senatori del M5S all'avvio dei programmi di riarmo, ieri in commissione Difesa. «È una questione di democrazia, di rispetto del Parlamento e delle sue prerogative - hanno detto gli uomini di Conte - Decisioni come queste, che vincolano i governi dei prossimi 15-20 anni a spese multimiliardarie, vanno esaminate con attenzione e conderazione da un Parlamento pienamente legittimato e operativo». -

controffensiva ucraina nella regione di kharkiv 2giorgia meloni dopo l'incontro con draghi 2controffensiva ucraina nella regione di kharkiv 7ZELENSKY - DRAGHI - SCHOLZ - MACRONcontroffensiva ucraina nella regione di kharkiv 4comizio di giorgia meloni dopo il voto al senato su draghi 3MARIO DRAGHI VOLODYMYR ZELENSKY mario draghi volodymyr zelensky giorgia meloni confronto con enrico letta al corriere della sera1

Ultimi Dagoreport

consiglio supremo difesa mattarella meloni fazzolari bignami

DAGOREPORT - CRONACA DI UN COMPLOTTO CHE NON C’È: FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, CONSIGLIERE DEL QUIRINALE, SI SARÀ ANCHE FATTO SCAPPARE UNA RIFLESSIONE SULLE DINAMICHE DELLA POLITICA ITALIANA IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027. MA BELPIETRO HA MONTATO LA PANNA, UTILE A VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ E A DARE UN ASSIST A FRATELLI D’ITALIA, SEMPRE PRONTA ALLA LAGNA VITTIMISTA – A QUEL TORDO DI GALEAZZO BIGNAMI È SCAPPATA LA FRIZIONE. E DOPO IL SUO ATTACCO AL COLLE, IL SOLITAMENTE CAUTO GIOVANBATTISTA FAZZOLARI È INTERVENUTO PRECIPITOSAMENTE PER SALVARGLI LA FACCIA (E LE APPARENZE CON IL COLLE) - BELPIETRO ESONDA: "ISTITUZIONALMENTE SCORRETTA LA REPLICA DEL QUIRINALE"

alessandra smerilli riccardo campisi alessandra smerilli papa leone xiv

DAGOREPORT - CHI POTRÀ AIUTARE PAPA PREVOST A RIPIANARE IL DEFICIT ECONOMICO DELLA SANTA SEDE? - LEONE XIV EREDITA DA BERGOGLIO UNA COMMISSIONE PER LA RACCOLTA FONDI PER LE CASSE DEL VATICANO, PRESIEDUTA DA MONSIGNOR ROBERTO CAMPISI E IN CUI C’E’ ANCHE LA SUORA ECONOMISTA ALESSANDRA SMERILLI – I DUE HANNO UNA FREQUENTAZIONE TALMENTE ESIBITA DA FARLI DEFINIRE LA “STRANA COPPIA”. SONO ENTRAMBI AMANTI DELLO SPORT, DELLE PASSEGGIATE, DEI VIAGGI, DEL NUOTO IN ALCUNE PISCINE ROMANE ED ANCHE NEL MARE DI VASTO, DOVE SPESSO I DUE SONO VISTI IN VACANZA - LA SALESIANA SMERILLI, IN TEORIA TENUTA A VIVERE IN UNA COMUNITÀ DELLA SUA CONGREGAZIONE, VIVE IN UN LUSSUOSO APPARTAMENTO A PALAZZO SAN CALLISTO, DOVE LA SERA È DI CASA MONSIGNOR CAMPISI, SPESSO CON ALTRI OSPITI ATTOVAGLIATI AL SUO TAVOLO…

nicola colabianchi beatrice venezi alessandro giuli gianmarco mazzi

FLASH! - DA ROMA SALGONO LE PRESSIONI PER CONVINCERE BEATRICE VENEZI A DIMETTERSI DA DIRETTORE DELL’ORCHESTRA DEL VENEZIANO TEATRO LA FENICE, VISTO CHE IL SOVRINTENDENTE NICOLA COLABIANCHI NON CI PENSA PROPRIO ALLE PROPRIE DIMISSIONI, CHE FAREBBERO DECADERE TUTTE LE CARICHE DEL TEATRO – ALLA RICHIESTA DI SLOGGIARE, SENZA OTTENERE IN CAMBIO UN ALTRO POSTO, L’EX PIANISTA DEGLI ANTICHI RICEVIMENTI DI DONNA ASSUNTA ALMIRANTE AVREBBE REPLICATO DI AVER FATTO NIENT’ALTRO, METTENDO SUL PODIO LA “BACCHETTA NERA”, CHE ESEGUIRE IL “SUGGERIMENTO” DI GIULI E CAMERATI ROMANI. DUNQUE, LA VENEZI E’ UN VOSTRO ‘’PROBLEMA”…

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…