draghi tatò conte

“DRAGHI? FOSSI IN LUI PUNTEREI AL QUIRINALE, NON A PALAZZO CHIGI” – “KAISER FRANZ” TATO’ DISTRUGGE CONTE: “SONO ORRIPILATO. SIAMO SOTTERRATI DA DEBITI ENORMI. AL GOVERNO DI GENTE CAPACE NON CE N’E’ MOLTA. CHI CRITICA IL MES TEME L'INTERVENTO DELL'EUROPA SUL BILANCIO ITALIANO? MA MENOMALE SE ARRIVA QUALCUNO PIÙ BRAVO DI NOI A FARE I CONTI" - BERLUSCONI? UN BATTUTISTA GENIALE. DICEVA CHE OGNI VOLTA CHE INCROCIAVA IL MIO SGUARDO SI SENTIVA UN COSTO DA ABBATTERE"

franco tato

Giulia Cazzaniga per "la Verità"

 

Il soprannome, imperiale, se lo è guadagnato con la sua durezza nel risanare le aziende: Kaiser Franz. Ha la fama del tagliatore di teste sia in Germania, dove a lungo ha lavorato, che in Italia: è stato l' amministratore delegato di Mondadori, Fininvest, Enel, Treccani. Raggiungiamo Franco Tatò al telefono, a qualche mese da una caduta che lo ha portato in rianimazione.

 

Draghi

Se l' è vista brutta?

«Sì. Ma oggi ne sono quasi contento: sono un po' in là con gli anni, l' incidente è stato come una "sveglia". Mi ha lasciato anche una cicatrice sulla fronte che mi dà un' aria piratesca».

 

È successo in Puglia, nella sua masseria. Qualche anno fa la Frankfurter Allgemeine Zeitung scriveva che lei era in procinto di lasciare «quest' Italia malata». Quindi non se n' è andato per davvero?

«Dopotutto sono stato oltre confine per più di 20 anni. Oggi mi chiedo se avrei forse fatto bene a partire ancora. Ma resto a Milano e a Fasano ho la mia seconda casa.

Piccola, tra gli ulivi: mia moglie e io siamo molto affezionati a quel posto».

 

cenacolo con franco tato' e sonia raule

L' Italia è malata anche in senso stretto, oggi. Solo di Covid?

«Lo è da più punti di vista. E a noi italiani dispiace la ormai totale incapacità di identificare il bene comune e realizzare qualcosa non per interessi particolari. Ma questo lo diceva già Guicciardini nel Cinquecento, quindi non le sto dando alcuna notizia».

 

Governo e virus. Ho sbirciato su Twitter e scoperto che lei rilancia i commenti di Paolo Gentiloni, che fa confronti dei numeri tra Italia e Germania. A proposito: classe 1932, lei ogni giorno pubblica qualcosa sui social. Tanti quadri su Facebook, e su Twitter un po' di politica e di filosofia.

franco tato'

«Vero, sono molto attivo. Facebook mi aiuta a realizzare un consiglio di Goethe per la felicità: si dovrebbe, ogni mattina, vedere un bel quadro, leggere una bella poesia, ascoltare qualche canzone. E dire qualche parola gentile. La pagina è diventata una sorta di diario per mia figlia, che ha quasi 19 anni ed è ancora "educabile" alla bellezza».

 

Torniamo alla pandemia?

«Il governo era impreparato ma non riesco a fargliene una colpa. Mi chiedo però perché i tedeschi - più disciplinati e meno socievoli di noi, tengono naturalmente le distanze - reagiscono in maniera super seria e chiudono tutto, quando da noi i morti sono sei volte tanti».

sonia raule tato

 

Rispunta la sua anima tedesca? «Più rigore»?

«A vantaggio della Germania va anche che c' è meno polemica interna. C' è pure qualche negazionista, ma c' è una minore propensione alla autopubblicità e alle interviste a decine di virologi».

 

E però il governo italiano lo promuove? Dica la verità, non taglierebbe qualche testa?

«Non lo faccio questo gioco, perché non ho una veste per risponderle. So solo che occorrono persone competenti e capaci. Non mi sembra ce ne siano molte al governo. È che io sono della vecchia generazione, quella che ha studiato. Quando vedo affidare compiti delicati a chi non ha una preparazione scolastica che lo abiliti a muoversi con disinvoltura tra i dossier governativi... mi preoccupo».

 

Qualcuno a cui manca la laurea?

sonia raule franco tato

«Ci si può formare lavorando e avere successo senza. Ma la preparazione è essenziale. Tutti i governi italiani sono stati il prodotto di compromessi tra interessi sottostanti e non hanno mai privilegiato merito o preparazione, solo l' appartenenza».

 

Di che interessi parla?

sonia raule franco tato

«Di tutti i generi. La dialettica tra le posizioni produce decisioni deboli, che privilegiano certe "tribù" invece di gestire con professionalità l' interesse di tutti. Ma non è un problema solo italiano, visto quel che è successo negli Usa».

 

E che cosa è successo negli Usa secondo lei?

«Ho studiato in America negli anni Cinquanta. Con i miei amici di allora - alcuni sono docenti ad Harvard - condivido il ricordo di quanto abbiamo amato quell' America e la sua democrazia, un Paese straordinario, che oggi non riconosco più. È polarizzata, inconciliabile.

 

Colpa di Donald Trump? Mi colpisce quante persone lo abbiano votato. E così anche in Italia mi chiedo cosa sia successo, se ci sono personaggi come Matteo Salvini».

GIUSEPPE CONTE CONFERENZA STAMPA

 

Di solito si paragona Trump più a Berlusconi che al leader del Carroccio.

«Non va al golf ma al Papeete, non risiede in una mega villa ma mangia cannoli o pezzi di pizza sbrodolandosi. Ma sono solo differenze esteriori. È passata l' idea che per risolvere i problemi si debbano battere i pugni sul tavolo. E chiedere mille per avere cento. Una minoranza consistente di persone ha posizioni estreme. E - davvero mi spiace dirlo - alcune tesi della destra sono analoghe a quelle che mossero il fascismo».

giuseppe CONTE TELEFONINO

 

Nei sondaggi il centrodestra è in vantaggio. Sta dicendo che sarebbe meglio non tornare al voto?

franco tato marisela federici giovanni ferreri

«Se le urne riflettessero i sondaggi attuali, il post voto sarà un disastro peggiore di quanto non lo siano le ragioni per tornarci. Manca un programma di maggioranza che unifica e include».

 

Nelle proiezioni il secondo partito è il Pd.

«Ma sì, è la stessa cosa. E il teatro inscenato da Matteo Renzi fa parte della medesima mentalità: siamo in tre, vogliamo contare per 50 con una retorica pesante e strategica.

Avvilente il tema del contrasto: partecipare alla spartizione del bottino. Per quei soldi dall' Europa, una vera occasione, ci vuole una squadra di persone competenti. E non troppo numerosa, con il rischio che le si chieda di disegnare un cavallo e partorisca un cammello».

chicco testa franco tato'

 

Manager? Imprenditori? Tra i suoi allievi c' è qualcuno per cui scriverebbe una raccomandazione?

«No. Gli imprenditori non hanno dimostrato di essere dei grandi risolutori, veda Berlusconi. Mi spiace dirlo, lo conosco bene, è un uomo che ha grandi meriti. Ma la politica è cosa complessa. Certo, oggi lui ha il merito di mantenere una dialettica democratica nel centrodestra».

 

Altra digressione: davvero disse di lei che quando incrociava il suo sguardo lui, Berlusconi, si sentiva un costo da abbattere?

«Sì, in una conferenza stampa. È un geniale battutista, ci siamo molto divertiti».

 

Torno alla crisi: gli imprenditori il polso dovrebbero però averlo...

«Mi chiedo perché non stiano lanciando idee per immaginare un Paese diverso. Forse hanno detto la loro nella prima fase, sono stati bacchettati e oggi preferiscono star zitti. Oppure le faccio un' ipotesi ottimista».

 

franco tato sonia raule

Magari.

«Non ci si lamenta se c' è troppa pioggia: il vero imprenditore trova il modo di guadagnare, produrre, creare lavoro, in qualsiasi condizione. La società alla fine di questo processo sarà completamente diversa».

Intanto però...

«La crisi economica è molto seria e difficile. Il problema è come la si affronta. I ristori - premetto - sono giusti dal punto di vista sociale ed etico. Ma - e ora sto estremizzando - se si porta a pensare che lavorare non è necessario perché lo Stato dà il fatturato è pericoloso. Si potevano progettare ristori che orientassero la ripresa in senso più moderno e più produttivo: legandoli ad esempio a miglioramenti tecnologici o gestionali».

 

Se in 7 anni non siamo riusciti a spenderne 40, di miliardi dei fondi strutturali, ma solo 16, ce la possiamo fare con i 209 in arrivo?

TATO E SONIA RAULE , MASSERIA IN PUGLIA

«I soldi europei li abbiamo sprecati o dimenticati. Mancava un progetto, il mettersi d' accordo sulle priorità. Ma si tira su un asilo, una casa della cultura. È questo che ci uccide: la mancanza di visione».

 

Una ricetta?

«Il settore che necessita di investimenti colossali è l' educazione. L' Italia è ferma da anni: programmi vecchi e gap di competenza Nord-Sud. Abbiamo un numero spaventoso di università e produciamo meno laureati di tutti gli altri Paesi. E quelli che si laureano, tranne che al Politecnico di Milano o di Torino o in pochi altri centri di eccellenza, quando arrivano sul mercato del lavoro devono ricominciare a imparare. Questo sì, è un problema drammatico. Possiamo importare competenze, o decidere di produrle ed esportarle, in modo competitivo».

TATO' E RAULE

 

Avrebbe preso anche il Mes?

«Ah certo, subito. Avrei fatto un piano per la medicina rivoluzionario, immediato. Consiglio di farsi una passeggiata negli ospedali romani: non c' è bisogno di andare in Calabria per vedere l' orrore. Raccapricciante. Manca pure la pulizia dei corridoi. Chi critica il Mes teme l' intervento dell' Europa sul bilancio italiano? Ma menomale se arriva qualcuno più bravo di noi a fare i conti. Ma non è previsto».

 

Quando dice «qualcuno più bravo» pensa a uno come Mario Draghi? Era al Tesoro quando lei era all' Enel.

«Sì, abbiamo lavorato insieme. È una delle persone più preziose che l' Italia abbia prodotto. Ma se fossi in lui non ci penserei nemmeno a governare il Paese. A parte che non è un ragazzo. Forse l' obiettivo giusto è la presidenza della Repubblica...».

 

Sonia Raule e Franco Tato

Dica la verità, come si sente un risanatore di conti ad assistere a quattro scostamenti di bilancio in un anno, per 120 miliardi? O era «debito buono», da fare?

«No, io sono orripilato. Il debito buono si fa con i buoni investimenti. È una cosa da prima elementare. L' Italia da sempre fa debito cattivo per spese correnti. O per investimenti sbagliati. Con quel che ci è costata l' Ilva mandavamo a studiare a Oxford tutta la Basilicata. Siamo sotterrati da debiti enormi. Avranno pure un interesse molto basso, ma a un certo punto li dovremo restituire. La gente pensa sia questione di anni, ma si sbaglia».

 

È spaventato?

berlusconi franco tatò a telecamere

«Lo sono. Occorreranno decenni. C' era la pandemia e certe spese erano giuste, inevitabili. Ma ora facciamo la corsa a prendere i soldi e non ci preoccupiamo di alcun miglioramento. Mia figlia forse la scamperà, ma ai miei nipoti non so davvero cosa potrà accadere».

franco tatòmario draghi al meeting di rimini 5mario draghi al meeting di rimini 2mario draghi al meeting di rimini 1mario draghi al meeting di rimini 3mario draghi al meeting di rimini 6franco tatò

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO