michelangelo pistoletto

“ESPOSI CON WARHOL MA CON LUI NON ANDAVO D’ACCORDO. LA VENERE DEGLI STRACCI? LA COMPRAI IN UN BAZAR DI STATUE DA GIARDINO. ICONICA? MA CHE NE SO…” – IL PISTOLOTTO DI MICHELANGELO PISTOLETTO, MAESTRO DELL’ARTE POVERA - “OGNI COSA, NELL’UNIVERSO COME NELLA QUOTIDIANITÀ, È DATA DAL CONNETTERSI DI DUE ELEMENTI CHE NE CREANO UN TERZO. QUALUNQE COPPIA FUNZIONA COSI’. IO MI SVEGLIO ALLE 5 DEL MATTINO E SCRIVO PIZZINI A MIA MOGLIE" – IL GALLERISTA CHE PARLO’ MALE DI LUI A AGNELLI (“QUANDO FECI I QUADRI SPECCHIANTI DISSE ALL’AVVOCATO: “MI VERGOGNO, E’ IMPAZZITO”), LE NOZZE A CUBA – “IO SENATORE A VITA? NON HO TEMPO”

Candida Morvillo per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

michelangelo pistoletto

Il maestro dell’Arte Povera Michelangelo Pistoletto ha novant’anni e la faccia e il fisico di Sean Connery. È in completo nero, giacca coi polsini di pelle. Per ore, fa su e giù per la stanza cercando di spiegarmi come l’arte l’ha portato a scoprire la «Formula della creazione» detta anche del «Terzo paradiso» ed esposta all’Onu di Ginevra e ad Assisi, e del perché la sua Venere degli stracci chiama per nome le coscienze di tutti noi. Cammina, si accalora, parla di pace preventiva e demopraxia e di come tutti noi, insieme, possiamo ancora salvare il mondo.

 

Si ferma, sbotta: «Sembra che mi carichi dell’universo, ma per forza: è tutto sballato». La Fondazione Pistoletto Città dell’arte Biella è popolata di giovani che seguono corsi che vanno da Moda Sostenibile a Design e Arte per la Trasformazione Sociale Responsabile.

 

Sono ventisettemila metri quadrati, dove il maestro ha ritagliato per sé questa sala da pranzo con due suoi quadri specchianti alle pareti e un tavolo ingombro di carte e poi un salottino, cucina e due camere monacali.

 

Gli chiedo se è qui che crea e se crea ancora oggetti oltre a idee. Lui: «In questa casa, non c’è distinzione tra vita e lavoro». Finalmente, si siede. Mi mette davanti una ceramica verde fatta di tre ciotoline attaccate: due ai lati, una più grande al centro.

michelangelo pistoletto e la venere degli stracci a napoli

Chiedo: l’ha fatta lei? «No».

 

A che serve?

«A niente. Ricalca il segno del Terzo paradiso. Potrei mettere un liquido di un colore di qua e un altro qui che passerebbero al centro diventando un colore che non esisteva: è uno strumento domestico nel quale c’è la formula della creazione.

 

Ogni cosa nell’universo come nella quotidianità è data dal connettersi di due elementi che ne creano un terzo. La natura e l’ingegno umano creano, incontrandosi, la società. Da qui, la teoria della trinamica: uno più uno fa tre. L’ha apprezzata anche Guido Tonelli, lo scopritore del Bosone di Higgs».

 

michelangelo pistoletto annunciazione collezione terrae motus reggia di caserta

Mi faccia un esempio adattato alla vita quotidiana.

«Qualunque coppia funziona così. Io e mia moglie da 57 anni siamo le due persone del Terzo paradiso che, incontrandosi qui al centro, formano un piccolo grande governo. Non siamo sempre in accordo, lei ha un’autonomia fortissima. Io mi sveglio alle cinque del mattino, scrivo un pizzino della giornata da mettere in pratica con la sua collaborazione e il confronto fra noi genera qualcosa che prima non c’era».

 

Come è nato il simbolo?

«L’ho disegnato sulla sabbia incrociando due volte la linea dell’infinito. Ma nasce dai quadri specchianti, che accolgono l’infinito perché vi si rispecchia tutto ciò che esiste».

 

Perché mentre dipingeva il primo ebbe uno shock e dovette sospendere il lavoro?

michelangelo pistoletto

«Stavo raffinando un fondo nero per renderlo lucido: nella luminosità cercavo la mia identità e le risposte che mi ponevo da bambino: chi sono? Perché esisto? Lavoravo sull’autoritratto, ma non avrei immaginato che avrei visto apparire anche tutto quello che c’era dietro di me, cioè la verità, poiché io ero dipinto da me e quindi non ero vero, ma era vero ciò che appariva dietro di me e questa era la rivelazione totale. Lo specchio accoglie tutto: lo spazio e il tempo; la massa e l’energia».

 

E accoglie chi lo guarda.

«Cercavo me stesso e ho trovato il “noi”. Ho capito che nessuno può escludere gli altri e che l’incontro fra io e tu è il principio della società».

 

C’è un politico che ha fatto qualcosa di concreto per il Terzo paradiso?

«Un politico della politica in generale? No. No».

 

Cos’è la demopraxia che ha inventato?

«La parola l’ha creata mio genero Paolo Naldini, che dirige la Fondazione, sta per Demos, popolo, e praxis, pratica. Cerchiamo di realizzarla seguendo un libricino giallo dove c’è scritto tutto.

michelangelo pistoletto venere degli stracci

 

Intanto, Biella è diventata Città Creativa Unesco e noi abbiamo incluso altri 74 Comuni, creando la Città Arcipelago, in cui il Terzo paradiso inizia a realizzarsi perché abbiamo tanta natura quanto artificio, ci sono campi, risaie, boschi, c’è la natura che diventa città, non è solo la città che si imbelletta di natura come fanno altrove. Riuniamo organizzazioni pubbliche e private in tavoli di lavoro su temi come l’energia pulita o produrre il cibo senza inficiare il suolo».

 

Lei che bambino è stato?

«A scuola, mi dicevano che dovevo credere in Dio e Mussolini, ma a casa non trovavo adesione in queste cose. Per cui, ero un bambino che cercava qualcosa in cui credere».

 

Primo ricordo?

michelangelo pistoletto

«Il giorno del 1943 in cui mio padre aprì la porta del suo studio di pittore a Torino e trovò il pavimento sfondato da una bomba inesplosa: se fosse scoppiata, avrebbe ucciso tutti noi, ammassati sotto, nel rifugio antiaereo».

 

La sua prima opera?

«Il caso volle che mia madre m’iscrivesse a un corso di pubblicità grafica di Armando Testa e che, frequentandolo, vidi per la prima volta le tele squarciate di Lucio Fontana.

Pensai: se un’artista ha il coraggio di produrre cose del genere, deve avere una motivazione e se io trovo la mia, posso essere un artista anch’io. Iniziai con gli autoritratti perché volevo conoscermi».

michelangelo pistoletto

 

Il caso è un suo tema. Davvero la sua fortuna fu ascoltare, per caso, il suo gallerista Mario Tazzoli che parlava male di lei a Gianni Agnelli?

«Quando feci i quadri specchianti, lui non li capì, ma avevamo un contratto e perciò li espose. Sentii che diceva ad Agnelli: “Mi vergogno, è impazzito”. Rimasi sconvolto e scappai a Parigi. Siamo nel’63, vado e Ileana Sonnabend, ex moglie di Leo Castelli, il gallerista newyorkese della Pop Art, vede un mio quadro, mi fa un contratto e mi ritrovo a esporre con Jasper Johns, Roy Lichtenstein e Andy Warhol. Il caso è stato un mio alleato, ma ci ho messo del mio: il caso è un gioco in cui devi prendere la palla al balzo».

 

Perché disse addio ai big della Pop Art nel giro di un anno?

andy warhol

«Perché, per stare con loro, mi si chiede di dimenticare di essere europeo. E perché la Pop Art ha come sfondo il sistema consumistico».

 

Mi racconta una sua discussione con Andy Warhol sulla mercificazione dell’arte?

«Secondo lei, io vado a parlare con Warhol che accetta di essere il marchio del consumismo? Io, nel 1964, ho convogliato artisti, poeti e musicisti nello Zoo per combattere l’imperialismo nell’arte e ho fatto gli Oggetti in meno: tutti diversi, coi quali nessuno poteva identificarmi. Ho fatto poi la sfera di giornali che va per strada e coinvolge la gente. Tutto quello che ho fatto coinvolge e attiva le persone».

 

Davvero la sua Venere degli stracci arriva da un rivenditore di statue da giardino?

«L’ho vista, l’ho comprata, l’ho portata nel mio studio. Non sapevo che farne. C’era un mucchio di stracci e le ho detto: tienimi su questi».

michelangelo pistoletto e maria pioppi

 

Come si spiega che sia diventata così iconica?

«Che ne so. La gente riconosce negli stracci qualcosa che vive quotidianamente, i propri abiti, la loro parte più dolorosa, che è lo spreco».

 

Perché si è sposato solo nel 2017? E perché a Cuba?

«Per avere una garanzia pratica reciproca. Eravamo all’Avana per un Forum dell’Onu ed era l’anniversario dei nostri 50 anni».

 

 

(...)

 

Ha mai pensato di fare il senatore a vita?

«No, e non ho tempo di andare là. Qui, creo quello che non c’è. Lì, devi essere al servizio quello che c’è».

 

A 70 anni dal primo autoritratto, la sensazione di non conoscersi le rimane?

«Rimane, ridimensionata. Oggi, io so che sono l’universo, ma non so cosa c’è oltre l’universo».

 

(...)

michelangelo pistoletto foto di baccomichelangelo pistoletto Pistoletto e Kounellis by cristina ghergo (2)michelangelo pistolettoil terzo paradiso di pistolettoil terzo paradiso di pistolettomichelangelo pistoletto mela rigeneratail terzo paradiso di pistoletto 1il terzo paradiso di pistoletto 5il terzo paradiso di pistolettoPISTOLETTO 1

 

Ultimi Dagoreport

dagospia 25 anni

DAGOSPIA, 25 ANNI A FIL DI RETE - “UNA MATTINA DEL 22 MAGGIO 2000, ALL’ALBA DEL NUOVO SECOLO, SI È AFFACCIATO SUI COMPUTER QUESTO SITO SANTO E DANNATO - FINALMENTE LIBERO DA PADRONI E PADRINI, TRA MASSACRO E PROFANO, SENZA OGNI CONFORMISMO, HAI POTUTO RAGGIUNGERE IL NIRVANA DIGITALE CON LA TITOLAZIONE, BEFFARDA, IRRIDENTE A VOLTE SFACCIATA AL LIMITE DELLA TRASH. ADDIO AL “POLITICHESE”, ALLA RETORICA DEL PALAZZO VOLUTAMENTE INCOMPRENSIBILE MA ANCORA DI MODA NEGLI EX GIORNALONI - “ET VOILÀ”, OSSERVAVA IL VENERATO MAESTRO, EDMONDO BERSELLI: “IL SITO SI TRASFORMA IN UN NETWORK DOVE NEL GIOCO DURO FINISCONO MANAGER, BANCHIERI, DIRETTORI DI GIORNALI. SBOCCIANO I POTERI MARCI. D’INCANTO TUTTI I PROTAGONISTI DELLA NOSTRA SOCIETÀ CONTEMPORANEA ESISTONO IN QUANTO FIGURINE DI DAGOSPIA. UN GIOCO DI PRESTIGIO…”

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…