domenico arcuri maurizio belpietro

“ALLA FACCENDA CHE IMBARAZZA ARCURI, IL QUALE MENTRE C'ERA CHI INCASSAVA MILIONI NON SI È ACCORTO DI NIENTE, È STATO MESSO IL SILENZIATORE” – BELPIETRO RANDELLA I GIORNALI CHE HANNO FATTO PIPPA SULLO SCANDALO DELLE MASCHERINE: “NEL GIORNO DEI SEQUESTRI QUALCUNO HA PENSATO BENE DI METTERE LA NOTIZIA DI TAGLIO BASSO, REGALANDO PIÙ SPAZIO ALLE CONFESSIONI DI ROCCO CASALINO. PER FORTUNA IERI IL 'FINANCIAL TIMES' INVECE DI CHIUDERE UN OCCHIO HA ACCESO UN FARO…”

Maurizio Belpietro per "La Verità"

 

belpietro

Nel massimo riserbo avevano iscritto nel registro degli indagati una decina di persone, tra cui lo stesso Domenico Arcuri e alcuni funzionari della struttura che fa capo all'amministratore delegato di Invitalia. L'ipotesi di reato per cui la Procura di Roma procedeva era di corruzione che poi, con il procedere delle indagini, sarà derubricata a traffico d'influenze illecite, con la richiesta di uscita di scena dello stesso Arcuri e dei suoi collaboratori, la cui posizione sarà archiviata.

 

DOMENICO ARCURI 1

Tuttavia, a prescindere da chi fosse stato iscritto e da chi poi sia stato prosciolto, quando La Verità per prima parlò di un affare di oltre 1 miliardo e di una fornitura di 800 milioni di mascherine, chiunque si occupi di inchieste giudiziarie legate alla salute, per di più in un periodo in cui l'epidemia mieteva migliaia di morti, avrebbe dovuto far drizzare le orecchie. Un'operazione del genere, con tanti soldi pubblici, non la si vede tutti i giorni e l'idea che qualcuno fosse riuscito a speculare sulla pelle degli italiani, mettendosi in tasca decine di milioni, avrebbe dovuto indurre qualsiasi cronista giudiziario a gettarsi a capofitto nell'inchiesta.

 

MARIO BENOTTI

Invece, curiosamente, dopo lo scoop del nostro giornale nessuno si è mosso. Sulle principali testate italiane non si sono visti titoli in prima pagina, ma neppure notizie in cronaca. Niente. Un quotidiano nazionale, che già si è distinto nel rivelare notizie esclusive su Benetton, sul Papa, su Renzi (l'iscrizione nel registro degli indagati dell'ex presidente del Consiglio e degli ex ministri Boschi e Lotti è stata anticipata in esclusiva dal nostro giornale), racconta l'esistenza di un affare miliardario e di una commissione da decine di milioni incassata da sconosciuti intermediari, ma la grande stampa non fa un plissé.

 

maurizio belpietro

Certo, noi ci possiamo rallegrare, perché se gli altri non scrivono e noi pubblichiamo, i lettori prima o poi si accorgono che ci sono testate che danno le notizie e altre che le nascondono. Tuttavia, al di là dei ragionamenti di bottega che possono perfino farci felici, nei giorni in cui rivelammo l'esistenza dell'inchiesta sulle mascherine, in redazione ci siamo stupiti del silenzio della maggior parte degli organi d'informazione. «Come è possibile non riprendere lo scoop?», ci chiedevamo, «non stiamo parlando di merendine fatte sparire al compagno di classe: qui ci sono in ballo decine di milioni che, dalla sera alla mattina, senza neppure avere alle spalle alcuna esperienza, qualcuno ha incassato».

 

MARIO BENOTTI 1

Lo yacht comprato con quei soldi usciti dal forziere dello Stato, le case, le auto di lusso erano lì da vedere. Non era un mistero come fossero stati investiti quei guadagni arrivati tanto in fretta: manco il tempo di incassare la commissione e i mediatori l'avevano subito spesa e frazionata in molti rivoli. Da novembre in poi abbiamo scritto molto della strana fornitura, riportando anche gli improbabili curricula dei broker diventati milionari dalla sera alla mattina.

 

DOMENICO ARCURI

Sì, seguendo l'inchiesta fin dal primo giorno, abbiamo potuto anticipare tutto, compreso il numero di contatti telefonici fra il giornalista Mario Benotti e il commissario Arcuri: oltre 1.200, tra telefonate e sms. Le nostre ricostruzioni erano talmente dettagliate che, come scrivono i magistrati nelle loro ordinanze, gli stessi indagati cominciarono ad allarmarsi e ad agitarsi. Il resto, come sapete, è cronaca, con i sequestri e le perquisizioni di pochi giorni fa.

 

Se abbiamo ripercorso l'iter di un'indagine che i nostri lettori conoscono bene, è per segnalare come attorno alla faccenda sia scesa una cappa di silenzio. Mentre noi in solitudine pubblicavamo, altri si distraevano. E dire che a volte per molto meno, per esempio per la storia dei camici della Lombardia, dove non c'è stato alcun danno per la Regione, abbiamo visto titoli e titoli in prima pagina. Invece, attorno a questo caso è calata la censura. Addirittura, nel giorno dei sequestri - ribadiamo, milionari - qualcuno ha pensato bene di mettere la notizia di taglio basso, regalando più spazio alle confessioni di Rocco Casalino, quasi che le seconde siano più importanti dei primi.

 

FORNITORI DI MASCHERINE ALL ITALIA - APPALTI DEL COMMISSARIO DOMENICO ARCURI

Insomma, alla faccenda che imbarazza Domenico Arcuri, il quale mentre c'era chi incassava milioni non si è accorto di niente, è stato messo il silenziatore. Per fortuna ieri il Financial Times, cioè uno dei quotidiani più autorevoli d'Europa, invece di chiudere un occhio ha acceso un faro, dedicando al caso un titolo in prima pagina e uno in quinta. Chissà se questo basterà a qualche collega per accorgersi della vicenda. Chissà soprattutto se Mario Draghi, sempre attento alla stampa finanziaria, si sarà accorto del curioso acquisto che vede parte lesa la struttura delle emergenze. Cioè, i contribuenti.

domenico arcuridomenico arcuri by oshomario benotti (ri)costruzioneMAURIZIO BELPIETRO

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?