soldati russi

“FORSE A PUTIN RESTANO POCHI GIORNI PRIMA CHE LA UNZIONE DEL VITTORIOSO INIZI A SECCARSI” - DOMENICO QUIRICO E IL FALLIMENTO DELLA GUERRA LAMPO DI MOSCA: “PUO’ SUBENTRARE NEI RUSSI UN ACRE SCONFORTO. MA COME! PUTIN AVEVA PROMESSO DI RESTAURARE L'URSS E NON RIESCE A BATTERE NEPPURE GLI UCRAINI! IL DISFATTISMO OSA ALZARE GLI OCCHI FIN ALLE SUPREME STANZE DEL CREMLINO, SUBENTRA UNA LASCIVA PIGRIZIA. È LA MALEDIZIONE DEI DITTATORI: O VINCONO SUBITO O IL LORO POTERE SI SBRICIOLA…”

Domenico Quirico per “la Stampa”

 

DOMENICO QUIRICO

La guerra lampo, rapida brutale implacabile. Che cosa assomiglia di più ai dittatori, agli autocrati? Schiacciare il nemico come un maglio, non lasciagli il tempo di riflettere discutere e fare distinguo, seminare morte, la guerra che dura poco più di un respiro. Piazza pulita, tutti gli angolini ripuliti, come si è già opportunamente eseguito all'interno dei confini. Tutti gli implacabili, i prepotenti, i signori della guerra descritti come pratici, realisti, machiavellici l'hanno sognata, organizzata, ordinata ai generali. Perfino quelli più derelitti, con i soldati in ciabatte e fasce mollettiere, i fucili vecchi: una settimana e tutto deve esser finito, eseguire.

 

vladimir putin

Marsch! Bisogna approfittare delle occasioni della Storia. Il modello è sempre stato il nibelungico stato maggiore tedesco, i generali che cronometravano le avanzate come fossero convogli ferroviari. Ordine numero uno: non perdere tempo, al padrone serve subito la vittoria. Masse di acciaio si precipitano nelle pianure come una valanga stormi di aerei precedono l'apocalisse annientando ogni ostacolo, le fanterie seguono con il cuore in gola solo per prendere atto, per alzare le bandiere della vittoria su edifici distrutti e per scopar via gli improbabili superstiti imbambolati, increduli che non sono riusciti a sparare nemmeno un colpo. Resta da celebrare solo il trionfo assiro babilonese.

 

bombardamenti ucraina

Questo è lo schema della guerra perfetta, l'illustrazione a colori della guerra. E i cortigiani in uniforme, le trippe cariche di medaglie preventive, si ingegnano meglio che si può a far sì che la guerra somigli a quella guerra perfetta che gli è stata ordinata ruvidamente. Loro si sforzano di seguire le regole che si sono dati, attaccare sempre, spietatezza, decisione. Potrebbe darsi così che la guerra acconsenta, obbediente e collaborativa, a rassomigliare a se stessa. È la guerra che solo i dittatori possono fare, senza esitazioni collettive, noiose catene di comando, incertezze, dubbi riflessioni, mugugni.

missile sul palazzo del governo di kharkiv 3

 

Un annuncio in tv o dal balcone e via si colpisce e distrugge. Loro vogliono spazio, spazio sempre più grande. Ma hanno contro di sé il tempo. Sono le democrazie ovviamente imbelli e tentennanti che hanno bisogno di dividere le responsabilità e i meriti, riflettono sulla possibilità e i rischi della sconfitta. Gli autocrati tutto scatto brio spavalderia sono obbligati a vincere subito e a vincere trionfalmente.

 

putin

Il successo è il loro unico carisma, costruito sulla sottomissione degli individui al culto dell'Uomo. Se la vittoria non arriva e subito, e gli staterelli resistono allora cominciano i mormorii, gli incerti prendono coraggio, le madri e gli affaristi protestano, quelli che fino al giorno prima erano pronti a morire e i fidatissimi si defilano, discutono, orribile arroganza, forse perfino congiurano. Respinto il raiss o lo zar nel nulla del mancato trionfo, plasmano a poco a poco la necessità di non condividerne la sconfitta.

missile sul palazzo del governo di kharkiv 4

 

Forse a Putin "palkin", il bastonatore, restano pochi giorni prima che la unzione del vittorioso inizi a seccarsi, subentri nei russi un acre sconforto: ma come! Aveva promesso di restaurare l'Urss e non riesce a battere neppure gli ucraini! Il disfattismo osa alzare gli occhi fin alle supreme stanze del Cremlino, subentra una lasciva pigrizia.

 

Le pianure che portano a Kiev sembrano perfette per queste cavalcate trionfali, autostrade senza fine per le masse dei carri russi che abbracciano le città e le scavalcano, costringendole a una rapida resa. La vecchia antica guerra di massa e non quella di colpi di mano e specialisti che sembrava ormai la normalità del ventunesimo secolo. Poi la guerra ha sconvolto i piani, rovesciato le carte dei generali. Accade sempre. La guerra non è una avventura, è una malattia.

 

putin e lukashenko guardano le esercitazioni militari

Appena un giorno sembra essere rimasta in piedi la blitzkrieg putiniana. Poi è entrato in azione il fattore che i generali sempre omettono, la eterna implacabile usura della guerra. Sul campo di battaglia e sulle truppe brevemente vittoriose piano piano è calata la nebbia. Non quella meteorologica (anche se talvolta è stata sufficiente per scombinare ingegnose strategie). Ma la nebbia dell'imperfezione e dell'imprevisto che avvolge i progetti umani. Come ingranaggi perfetti che la frizione dell'uso deforma e inceppa. Gli ucraini che i generali avevano previsto nei piani alla voce: truppe mediocri mal addestrate e armate sommariamente, incredibile! resistono.

 

missile sul palazzo del governo di kharkiv 6

Quel villaggio derelitto e insignificante che alla fine della prima giornata di battaglia doveva esser già alle spalle di molti chilometri è ancora lì che sputa fuoco, blocca le colonne, costringe a perdere tempo. La distruzione degli aeroporti non è stata così definitiva come annunciavano i primi bollettini dei comandanti che hanno, è umano, la tendenza ad abbellire le cose , a dar per raggiunto quello che è solo per strada.

 

E poi i rifornimenti: si consumano più proiettili del previsto ma a causa dei combattimenti i convogli sono in ritardo, bisogna fermarsi e attendere. Maledetti poltroni dell'Intendenza, scansafatiche della retrovia. Lo Stato maggiore spedisce minacce e ordini che non arrivano da nessuna parte. Le strade sono imbottigliate, i telefoni guasti. Le informazioni sulle posizioni del nemico è il nemico stesso a fornirle, mitragliando e spezzonando. L'intelligence ha fatto delle ipotesi. Ma adesso sono diventate solo ipotesi.

 

Esplosioni a Kharkiv 2

Non possiamo mica assumerci l'incarico di spiegare noi la guerra allo stato maggiore, replicano piccati alle accuse. Spetnatz e paracadutisti, isolati, si arrendono e si perdono come si perdono bagagli nell'arruffarsi delle coincidenze ferroviarie. Le perdite aumentano e le morti dei soldati non sembrano più maestose ed eroiche ma solo strazianti, inutili. Non sono che il segno dell'impotenza, il risultato dell'impotenza.

 

Forse nel giudicare la rinata potenza militare russa abbiamo dimenticato che gli eserciti come tutte le istituzioni valgono quanto valgono gli uomini. E i sistemi oligarchici secernono spesso i mediocri, scelgono gli obbedienti i furfanti astuti per legarli con una complicità che i migliori rifiutano.

 

zelensky putin

Eppure Putin ha preparato la sua armata che doveva iniziare a ridisegnare gli equilibri in Europa con sette anni di prove generali in Siria: lì ha provato le nuove armi pagate con gas e petrolio che hanno sostituito i vecchi arsenali della arrugginita Unione sovietica. Gli ufficiali hanno scaldato i muscoli e le ambizioni bombardando i siriani, jihadisti e non. In fondo la Siria è stata la gigantesca Guernica di Putin di cui ha approfittato, lesto come Franco negli anni Trenta, l'alleato Bashar. Un poligono zeppo di gente e bersagli veri, città su cui collaudare tranquillamente l'efficacia delle distruzioni prodotte dalle super bombe. Cavie. Si pensava già agli ucraini.-

rifugiati ucraini 11rifugiati ucraini 12

Ultimi Dagoreport

cdp cassa depositi e prestiti giovanbattista fazzolari fabio barchiesi giorgia meloni giancarlo giorgetti dario scannapieco francesco soro

DAGOREPORT - QUALCOSA DEVE ESSERE SUCCESSO IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE. CHE VIRUS HA COLPITO PALAZZO CHIGI PER PASSARE DA AMATO E LETTA A TALE GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI, UN TIPINO CHE FINO AL 2018, RICOPRIVA IL RUOLO DI DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA ALLA REGIONE LAZIO? - CHE È SUCCESSO A CASSA DEPOSITI E PRESTITI (CDP), HOLDING PUBBLICA CHE GESTISCE I 300 MILIARDI DI RISPARMIO POSTALE DEGLI ITALIANI, PER RITROVARCI VICEDIRETTORE GENERALE, CON AMPIE DELEGHE, DAL PERSONALE E GLI INVESTIMENTI ALLA COMUNICAZIONE, IL 43ENNE FABIO BARCHIESI, CHE ORA ASSUME ANCHE LA CARICA DI AD DI CDP EQUITY, LA PIÙ IMPORTANTE SOCIETÀ DEL GRUPPO? - COME SI FA A RICOPRIRE DI RUOLI NEVRALGICI DI POTERE L’EX FISIOTERAPISTA DI MALAGO' CHE NON HA MAI RICOPERTO IL RUOLO DI AMMINISTRATORE NEMMENO NEL SUO CONDOMINIO, CHE BALBETTA UN INGLESE APPENA SCOLASTICO E HA ALLE SPALLE UNA LAUREA IN ECONOMIA OTTENUTA, PRESSO LA SELETTIVA UNIVERSITÀ TELEMATICA UNICUSANO, A CUI SI AGGIUNGE UNA CATTEDRA, A CONTRATTO, ALLA LINK, L’ILLUSTRISSIMA UNIVERSITÀ DI VINCENZO SCOTTI? - ALL’ANNUNCIO DELLA NUOVA CARICA DI BARCHIESI, LO SCONCERTO (EUFEMISMO) È PIOMBATO NELLE STANZE DEL MEF, PRIMO AZIONISTA DI CDP, MENTRE PER LE FONDAZIONI BANCARIE L’ULTIMA PRESA DI POTERE DEL DUPLEX FAZZO-BARCHIESI, IN SOLDONI, E' “IL PIÙ GROSSO SCANDALO POLITICO-FINANZIARIO MAI VISTO NEL BELPAESE...”

maurizio landini giorgia meloni

IL SESSISMO È NELLA CONVENIENZA DI CHI GUARDA – LA SINISTRA DIFENDE LANDINI CHE HA DEFINITO “CORTIGIANA” GIORGIA MELONI: PENSATE COSA SAREBBE SUCCESSO NEL "CAMPO LARGO" E NEI GIORNALI D'AREA SE L’AVESSE DETTO SALVINI DI UNA BOLDRINI QUALSIASI. AVREMMO AVUTO PAGINATE SUL SESSISMO DEL BIFOLCO PADANO. MA IL SEGRETARIO DELLA CGIL È "UN COMPAGNO CHE SBAGLIA", E ALLORA VA DIFESO: “È SOLO UN EQUIVOCO” – NON CHE LA DESTRA DIFETTI DI IPOCRISIA: GIORGIA MELONI SI INDIGNA PER "CORTIGIANA" EPPURE E' LA MIGLIORE ALLEATA DI TRUMP, UNO CHE SI VANTAVA DI "AFFERRARE TUTTE LE DONNE PER LA FICA”

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO