carlo alberto e rita dalla chiesa

“IL GENERALE CARLO ALBERTO, MIO PADRE” – AGGUER-RITA DALLA CHIESA: "PAPA’ E' MORTO PERCHE' E' STATO LASCIATO SOLO. NON È STATO MAI AMATO NÉ DAI MILITARI NÉ DAI POLITICI. AD ANDREOTTI DISSE CHIARO CHE NON AVREBBE AVUTO PIETÀ SE AVESSE TROVATO COLLUSIONI NELLA DC SICILIANA. LA RISPOSTA: "STIA ATTENTO, CHI SI METTE CONTRO QUELLE CORRENTI NORMALMENTE SI TROVA CON I PIEDI STESI". SPADOLINI, ROGNONI E DE MITA NON GLI RISPONDEVANO AL TELEFONO - L’HO VISTO POCHISSIME VOLTE PIANGERE. L' HA FATTO QUANDO LE BR…"

Maria Berlinguer per la Stampa

 

rita dalla chiesa cover

«Rita, mi diceva, se una macchina ti segue per due isolati volta all' improvviso e vai in una delle caserme più vicine. Giravo con una mappa di Montesacro, il quartiere dove abitavo allora e due volte ho avuto davvero paura. Mia sorella invece dovette essere trasferita nella notte da Torino a Catanzaro con il marito e la bambina, l' amica che la ospitava ricevette una telefonata minatoria da un brigatista, "sappiamo che la Dalla Chiesa è lì da lei, le consigliamo di allontanarla, sappiamo dove va a scuola sua figlia".

 

Papà ha sempre cercato di proteggerci ma certo non ho avuto una gioventù spensierata e mi fa ancora rabbia ripensare al clima di connivenza e simpatia di certi ambienti intorno ai brigatisti. Mio padre, che pure aveva fatto la Resistenza, veniva dipinto come fascista».

rita e carlo alberto dalla chiesa

 

Il 3 settembre cade l' anniversario della strage del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e della giovane seconda moglie, Emanuela Setti Carraro, assassinati dalla mafia a Palermo nel 1982, una strage per certi versi annunciata dal silenzio che vertici militari e politici avevano fatto intorno al prefetto di Palermo. A cento anni dalla nascita del padre, Rita Dalla Chiesa ci regala un ritratto familiare del generale che ha combattuto in prima linea terrorismo e mafia con Il mio valzer con papà (Rai libri).

 

Cosa l' ha spinta a scrivere proprio ora?

rita dalla chiesa

«Mi è stato chiesto di farlo. Di libri su papà ne sono usciti tanti. Volevano il ritratto di una famiglia cresciuta in caserma, spesso costretta a cambiare città. I ricordi di una ragazza adolescente e ribelle come sono stata. Ho accettato a patto di ricostruire insieme alla storia famigliare anche il clima di quei terribili anni. Chi non li ha vissuti non può sapere cosa sono stati. Anni nei quali potevi perdere la vita solo facendo la fila alla posta. Sparavano a un simbolo, una divisa, non a un uomo. Anni cupi, di piombo. E non solo per la mia famiglia».

carlo alberto dalla chiesa

 

Qual è il ricordo più forte?

«Ho visto pochissime volte piangere mio padre. L' ha fatto quando le Br hanno giustiziato Roberto Peci per punire il fratello che stava collaborando. Papà con Patrizio aveva costruito una relazione di affetto, in carcere gli portava dei libri, lo considerava un ragazzo che aveva sbagliato ma recuperabile.

 

nando dalla chiesa

L' esecuzione di Roberto, che con le Br non c' entrava niente, è stata una vera vigliaccata. Quando è morta mia madre il vescovo di Torino ha detto "Dora Dalla Chiesa è solo l' ultima silenziosa vittima del terrorismo". E pure c' era chi aveva atteggiamenti ambigui, in certi salotti intellettuali si pensava che i terroristi fossero solo ragazzi, non assassini».

 

Come si erano conosciuti i suoi genitori?

rita dalla chiesa

«A Bari in caserma, erano entrambi figli di carabinieri, uno generale, l' altro colonnello. Papà aveva 18 anni, mamma 15. Dopo l' armistizio papà, che era un liberale si è unito alla Resistenza. Si sono sposati dopo la guerra.

 

riina con carlo alberto dalla chiesa

Il loro è stato un grandissimo amore. Mamma era tutto per papà, la sua roccia, la sua cassaforte. L' unica a cui confidava i segreti, ha continuato a scriverle tutte le sere una lettera, anche dopo la sua morte. Nei diari che poi mio fratello Nando ha consegnato a Giovanni Falcone emerge la solitudine di papà. Non è stato mai amato né dai militari né dai politici. Era troppo libero.

 

toto riina con carlo alberto dalla chiesa

Non guardava in faccia nessuno. Quando tornò a Palermo Giulio Andreotti lo mandò a chiamare. Papà gli disse chiaro che non avrebbe avuto pietà se avesse trovato collusioni nella dc siciliana. Andreotti, scrive papà nei diari, gli disse "stia attento, chi si mette contro quelle correnti normalmente si trova con i piedi stesi". Ma non gli rispondevano al telefono neanche Spadolini, Rognoni e De Mita. Quando arrivò a Punta Raisi non c' era nessuno ad aspettarlo. Per la prima volta lo vidi preoccupato».

 

Che tipo di padre era?

«Molto affettuoso, quando entrava a casa cambiava sguardo. In un ultimo biglietto, quasi premonitore, ci ha scritto "Voletevi bene sempre, come ora". Amava la musica, adorava Mina e Celentano, Azzurro era la sua canzone.

 

rita nando e simona dalla chiesa

Era un appassionato di Renata Tebaldi e cercava di convincermi che fosse da preferire alla Callas. Ascoltava anche i cantautori. E' stato il primo uomo a regalarmi delle rose, l' ha fatto ogni anno il 22 giugno, il giorno del mio onomastico. Credeva molto nella famiglia.

 

DALLA CHIESA GIOVANE

Quando mi sono separata dal padre di Giulia non mi ha parlato a lungo. Si è come spento quando è morta mamma. Viveva in una stanza blindata sulla Salaria. Finiva tardi di lavorare e spesso trovava chiusa la mensa dei carabinieri. I suoi uomini gli lasciavano un po' di latte e della frutta in camera. Poi è arrivata Emanuela, un raggio di sole nella sua vita, anche se io ne sono stata gelosa, lo confesso».

 

Cioè?

nando dalla chiesa con rita

«Ero innamorata di mio padre, quando è comparsa questa bella ragazza che aveva la mia età mi sembrava impossibile. Ma fui la prima a dirgli che non poteva vivere una relazione clandestina, "se vuoi sposala, parlo io ai fratelli". Papà non voleva che Emanuela andasse subito a Palermo con lui perché percepiva il pericolo. Povera Emanuela, assassinata a neanche due mesi dal matrimonio».

nando dalla chiesa con rita e fabrizio nel 1984carlo alberto dalla chiesaandreottirita dalla chiesa 3rita dalla chiesa 4rita dalla chiesa 6TUTTI GLI UOMINI DEL GENERALE - CARLO ALBERTO DALLA CHIESACARLO ALBERTO DALLA CHIESA OMICIDIO DI DALLA CHIESAOMICIDIO DI CARLO ALBERTO DALLA CHIESA carlo alberto dalla chiesarita dalla chiesaA 12 DALLA CHIESAron mara venier barbara d urso rita dalla chiesaron mara venier rita dalla chiesa barbara d urso e katia ricciarelliRITA DALLA CHIESArita dalla chiesa foto di baccoCARLO ALBERTO DALLA CHIESASERGIO DE CAPRIO ULTIMO - RITA DALLA CHIESArita dalla chiesa al mareDalla Chiesa Librovenier dalla chiesarita dalla chiesa frizzirita dalla chiesa amicirita dalla chiesa amicirita dalla chiesa da ragazzarita dalla chiesa

Ultimi Dagoreport

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")