camillo ruini

“HO AVUTO MOLTE TENTAZIONI. SONO STATO MOLTO ATTRATTO DA ALCUNE MIE AMICHE. CON L’AIUTO DI DIO PERÒ NON HO MAI CEDUTO” – IL CARDINAL CAMILLO RUINI FESTEGGIA I 70 ANNI DI SACERDOZIO E APRE LE VALVOLE CON ALDO CAZZULLO - "PAPA FRANCESCO? HO MENO CONSONANZA RISPETTO A WOJTYLA E RATZINGER MA NON CONCORDO CON CHI NON VEDE NIENTE DI BUONO IN LUI. NON SONO MAI STATO UN PROGRESSISTA. SEMMAI, UN CONSERVATORE. ERO AMICO DI PRODI E HO CELEBRATO IL SUO MATRIMONIO. BERLUSCONI? NEMMENO KENNEDY ERA UN MODELLO DI VITA FAMILIARE. MELONI? CON MATTARELLA È L'ARCHITRAVE SU CUI SI REGGE LA POLITICA ITALIANA - ELLY SCHLEIN? LE NOSTRE VEDUTE SONO MOLTO DISTANTI – “RESUSCITARE UN MORTO È UN’OPERA AL DI FUORI DI OGNI NOSTRA POSSIBILITÀ”. NON CI RIUSCIRÀ NEPPURE MUSK? “SOLTANTO DIO”

Aldo Cazzullo per corriere.it - Estratti

 

camillo ruini

Cardinale Ruini, come mai settant’anni fa decise di diventare sacerdote?

«Lo decisi rapidamente, quando frequentavo l’ultimo anno di liceo. Pensavo così di servire Dio, in cui avevo sempre creduto, e di dedicargli tutta la mia vita».

In questi settant’anni non ha mai dubitato dell’esistenza di Dio, della vita eterna, della resurrezione della carne?

«No, per un dono del Signore. Ho avuto molte tentazioni contro la fede; ma ho sempre resistito».

 

(...)

«Dio non può fare ciò che è contraddittorio, quindi il nulla. Il niente. Tutto il resto, Dio lo può fare. Converrà con me che, pure senza la cremazione, resuscitare un morto è un’opera al di fuori di ogni nostra possibilità, non solo attuale ma anche futura».

Non ci riuscirà neppure Musk.

«Soltanto Dio».

camillo ruini 1

 

Com’era fare il prete nell’Emilia rossa?

«Era bello. Ho un ottimo ricordo dei miei ventinove anni di sacerdozio a Reggio Emilia».

La terra di don Camillo e Peppone. E anche del triangolo della morte.

«Certo, c’era da lottare, ma, direi, nel rispetto reciproco. Erano ormai passati gli anni in cui non pochi sacerdoti furono uccisi».

C’è qualche episodio che ricorda in particolare?

«Quello che più mi colpì fu la risposta che mi diede una madre, a cui dovetti comunicare la notizia della morte del figlio in un incidente stradale. Entrai in una casa molto modesta, vidi questa donna del popolo. Disse soltanto: “La Madonna ha sofferto di più”».

 

Con Romano Prodi in una chiesa di Roma (Ansa)

camillo ruini silvio berlusconi

È vero che lei era un sacerdote progressista, che celebrò il matrimonio di Prodi? In seguito ha cambiato idea, sul progressismo e su Prodi?

«Non sono mai stato un progressista. Semmai, se vogliamo usare queste categorie, un conservatore. Ero molto amico di Romano Prodi e ho celebrato il suo matrimonio. Nei nostri rapporti c’è stato un equivoco, almeno da parte mia: ritenevo che lui la pensasse come me. A ogni modo per Prodi provo amicizia e stima, che so ricambiate».

 

 

Lei guidò la Chiesa italiana dopo la fine dell’unità politica dei cattolici, insomma della Dc. La rimproverano di avere appoggiato Berlusconi. Lo rifarebbe?

«Ho appoggiato Berlusconi nel senso che non l’ho demonizzato. E ho cercato di collaborare con lui per il bene del Paese. Nella sostanza, terrei anche adesso questa linea».

camillo ruini romano prodi

Una volta lei mi disse: «Non potevamo sperare di avere Berlusconi, senza i difetti di Berlusconi».

«Questo è vero. Noi cattolici ci entusiasmammo per Kennedy; ma neppure lui era un modello di vita familiare. Ricordo che, appena ricevuto l’incarico di primo ministro, Berlusconi venne da me, a chiedermi cosa poteva fare per la Chiesa».

E lei?

«Ero in imbarazzo. Era il primo a farlo: nessun democristiano era mai venuto. Non mi aspettavo un approccio del genere».

 

Berlusconi credeva in Dio?

«Avendoci parlato credo che sì, fosse credente. Di sicuro aveva avuto una formazione cattolica, ad Arcore aveva una cappella dove faceva dire messa».

 

 

Come ricorda il primo incontro con Papa Wojtyla?

camillo ruini 3

«Era l’autunno del 1984. Mi invitò a cena, con mia grande sorpresa, e mi pose parecchie domande sulla Conferenza episcopale italiana e sul convegno di Loreto, che era in preparazione».

Cosa disse al Papa?

«Risposi con molta franchezza, non nascondendo i problemi. Così è nato un rapporto profondo, che è durato sino alla sua morte».

Quali problemi?

«L’orientamento del vertice della Cei, di cui non facevo parte, non era esattamente quello di Giovanni Paolo II. E non lo era neppure quello dei vertici del convegno di Loreto, ai quali invece appartenevo. Questo permise al Papa di arrivare al convegno preparato, sapendo cosa dire e cosa rispondere».

 

È vero che Wojtyla ragionava in termini di «noi» e di «loro», con riferimento ai cattolici e ai comunisti? Montini e Moro avevano una visione diversa.

«Giovanni Paolo II conosceva bene il comunismo reale. E pensava che non fosse possibile un’intesa con loro. Devo aggiungere però che aveva un’autentica venerazione per Paolo VI, il Papa del Concilio, e non riteneva, opponendosi al comunismo, di allontanarsi da lui. Paolo VI non è da confondere con Moro».

 

In che senso?

camillo ruini 2

«Quando era arcivescovo di Milano si oppose a Granelli, che a Milano rappresentava la linea dell’apertura. E dopo il referendum sul divorzio il Papa si espresse in maniera durissima contro i cattolici del dissenso. Paolo VI non era certo un uomo di sinistra».

E Wojtyla era un uomo di destra?

«No. Pur essendo duro con i comunisti, non era un conservatore. Accolse il Concilio con gioia. Per lui il Concilio era la più grande grazia del ventesimo secolo».

 

 

marcello pera camillo ruini

Ratzinger era un finissimo teologo. Ma sapeva fare il Papa?

«Benedetto XVI non era a suo agio con il governo pratico della Chiesa, e riconosceva per primo questo suo limite. Però con l’insegnamento e con la preghiera ha fatto tanto bene, alla Chiesa e alla società».

Dica la verità: lei rispetta Bergoglio, ma non si è mai «preso» con lui. O sbaglio?

«Non ho avuto con Papa Francesco un rapporto analogo a quello che avevo con i due Pontefici precedenti. Quando Bergoglio è stato eletto avevo già ottantadue anni, ero già in pensione. Inoltre non c’era con lui la consonanza spontanea che mi legava a Giovanni Paolo II e a Benedetto XVI. Però...».

 

Però?

«Non sono in alcun modo ostile a Papa Francesco. E non concordo con coloro che non riconoscono niente di buono nel suo pontificato, o addirittura ne contestano la legittimità».

 

Come immagina la Chiesa del futuro?

camillo ruini massimo dalema

«Sono sempre stato un fautore della Chiesa di popolo; ma ormai devo constatare che sta rapidamente tramontando. Spero che si avveri l’intuizione di Benedetto XVI sulle minoranze creative che fanno lievitare la società in senso cristiano».

 

Davvero i cattolici sono una minoranza che si deve difendere? O hanno un grande avvenire?

«Ci sono motivi per essere fiduciosi. In ogni caso, un atteggiamento solo difensivo è perdente e sbagliato. Bisogna proporre. E testimoniare. Questo è il nostro compito. In Italia, in Europa c’è ampio spazio per farlo. Pensi a quel piccolo gruppo di cattolici che in Scandinavia, sotto la guida di ottimi vescovi, sta facendo passi avanti notevoli, in un mondo dove la Chiesa luterana è in totale crisi».

Perché lo è?

silvio berlusconi camillo ruini

«Insieme a Giovanni Paolo II ero convinto che la crisi del protestantesimo, e anche di un certo cattolicesimo, fosse dovuta a errori pastorali. Ma il fatto che si insinui ora in un Paese come l’Italia significa che la crisi è più profonda. Perché da noi errori pastorali non se ne sono fatti, se non marginali».

 

(...)

E il suo pensiero, cardinal Ruini, qual è?

«Più invecchio, più ci penso, più leggo il Vangelo, più vedo con quale forza Gesù parla dell’inferno e di coloro che ci vanno: “Lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno!”. Sono parole molto forti. Mi pare strano che possiamo dire che l’inferno non c’è o che è vuoto. Speriamo che vi siano meno persone possibile».

Esiste oggi in Italia e nel mondo un sentimento anticattolico?

«Certo che esiste. Basti vedere nel mondo il numero attuale di martiri, davvero molto grande. In Italia, basti vedere l’ostilità diffusa a insegnamenti irrinunciabili della Chiesa. Certo, ci sono anche tanti che invece apprezzano la parola e l’azione della Chiesa».

 

 

Quali sono gli insegnamenti irrinunciabili?

camillo ruini 4

«Innanzitutto, l’esistenza di Dio. Una vasta parte non ci crede più. Penso anche ai grandi temi etico-politici, divorzio aborto eutanasia, sui quali c’è un’opposizione radicale. La società va per una strada molto diversa da quella della Chiesa».

Se gli omosessuali desiderano sposarsi, non è forse un riconoscimento della forza vitale del matrimonio? Perché impedirlo?

«No. Questo non è un riconoscimento della forza vitale del matrimonio, ma la negazione del concetto stesso di matrimonio. Sul piano personale ciascuno è libero di comportarsi come vuole. Altra cosa sono la forma giuridica e il riconoscimento pubblico del matrimonio omosessuale. Il matrimonio deve essere tra un uomo e una donna. Se si toglie questo, si toglie l’essenza del matrimonio».

 

Avremo mai i preti sposati e le donne sacerdote?

«Sui preti sposati, non ci sono ostacoli dogmatici; anche se spero si mantenga la regola del celibato per i sacerdoti di rito latino. Diverso è il discorso del sacerdozio alle donne. Nella Chiesa cattolica non è mai esistito. Giovanni Paolo II ha inteso escluderlo in via definitiva. E Papa Francesco mantiene la stessa posizione».

Perché?

camillo ruini

«Per due motivi. La nostra costante tradizione e il fatto che Cristo era celibe. Poi c’è un motivo pratico per me molto importante. I comportamenti concreti nel matrimonio oggi sono molto cambiati. Il prete che si sposa si troverebbe in grandi difficoltà. Se poi il suo matrimonio fallisce, è messo a dura prova anche come prete».

 

Ma in molte culture è la donna il tramite tra l’uomo e Dio. Nel mondo classico, in Grecia e nell’antica Roma, c’erano le sacerdotesse.

«Ma non nell’ebraismo. Non nella Bibbia».

I seminari sono vuoti. Come fare per rispondere alla crisi delle vocazioni?

«Non ho ricette. La crisi delle vocazioni è un aspetto, o una conseguenza, della crisi generale della fede e della vita cristiana, oltre che della famiglia. Per avere un numero sufficiente di nuove e autentiche vocazioni bisogna superare questa crisi generale. Decisiva è in ogni caso la grazia del Signore».

Ma qual è la causa di questa crisi del nostro tempo?

«La perdita, o la diminuzione, della fede nella rivelazione divina. Si è perso il concetto stesso di rivelazione. Per i nostri padri era certo che Dio aveva parlato e che l’autorità della Chiesa si basava su questo, sulla parola di Dio, in concreto su Gesù Cristo. Oggi non ci si pensa più. Magari si crede che Dio esista. Ma che Dio abbia parlato, e che la Chiesa parli a suo nome, sono molti di meno quelli che lo credono».

Oggi è l’Immacolata Concezione. Lei ha presieduto la commissione internazionale d’inchiesta su Medjugorje. Che idea si è fatto?

karol wojtyla camillo ruini

«Che le prime apparizioni siano autentiche. Era davvero la Madonna a parlare. Sulle altre sospendo il giudizio».

 

A lei è mai mancata una famiglia? Una moglie, dei figli?

«No. Avevo mia sorella Donata, professoressa di italiano, latino e greco, cui ero legatissimo. E ho avuto sempre persone molto vicine a me. Pierina è con me da 38 anni. Con lei, con Mara la mia segretaria e con altre due persone che mi aiutano, Raffaella e Sergio, siamo molto amici, al di là del rapporto di lavoro. Sono la mia famiglia».

Si è mai innamorato?

«Innamorato propriamente forse no. Ma di sicuro sono stato molto attratto da alcune mie amiche. Con l’aiuto di Dio però non ho mai ceduto a questa attrazione».

Lei ha difeso Salvini quando ostentava il crocefisso e il rosario. Oggi però Salvini appare ridimensionato. Dove ha sbagliato? Questo abbraccio con il generale Vannacci non rischia di soffocarlo?

«Forse si è allontanato troppo dalle istanze originarie della Lega. Ma non mi sento di dare giudizi al riguardo».

giulio andreotti camillo ruini

 

Giorgia Meloni come la trova?

«Insieme al presidente Mattarella, e nella diversità dei rispettivi ruoli, Giorgia Meloni mi sembra l’architrave su cui si regge oggi la politica italiana. Le auguro di proseguire con coraggio, per il bene dell’Italia».

La conosce personalmente?

«Sì. La conosco, e la stimo molto».

Ed Elly Schlein?

«Le nostre vedute sono molto distanti, in particolare sui grandi temi etico-politici. Ciò premesso, come personaggio politico mi pare vivace».

 

Lei ha scritto un libro sull’aldilà. Come lo immagina?

«Propriamente l’aldilà non lo possiamo immaginare. Questo non significa che non possiamo saperne nulla, alla luce della fede».

Rivedremo le persone care? E anche gli animali che abbiamo amato?

«Certo rivedremo le persone care. Per gli animali il discorso è diverso. Se tutto l’universo ha un futuro eterno intorno a Cristo, in questo universo vi sarà posto anche per gli animali».

Lei ne ha avuto uno?

camillo ruini carlo azeglio ciampi

«Da ragazzo ho avuto due cani: Bill, un cocker bretone, e Tell, un setter irlandese, nero con il pelo rosso davanti. Erano cani da caccia, perché andavo a caccia con mio padre. Presi la licenza a sedici anni, ma a diciotto entrai in seminario e smisi».

 

Qual è la persona che per prima vorrebbe rivedere?

«Nell’aldilà non c’è un prima e un dopo. Ma Gesù Cristo è senza paragoni colui che più desidero incontrare».

E tra le persone che ha conosciuto?

«Non ci ho mai pensato. Mi vengono in mente papà, mamma, mia sorella, Papa Wojtyla. Non mi sento di rispondere a questa domanda».

Lei diffida delle esperienze pre-morte proprio perché, ha scritto, chi le ha vissute non era morto.

aldo cazzullo una giornata particolare 1

«Non si può fare un reportage dell’aldilà, perché nessuno ci è mai stato. Di là il tempo non c’è. E non credo che Cristo risorto sia nel nostro spazio. Cosa possiamo immaginare fuori dal tempo e fuori dallo spazio? Il centro dell’aldilà è Dio. E come si fa a immaginare Dio?».

 

Se non lo sa lei...

«È un problema che mi pongo spesso, quando prego. Mi dico: “Tu sei il mistero assoluto, sei l’assoluto. Tanta è la sproporzione tra me e te che rinuncio a immaginarti”. San Tommaso diceva che di Dio possiamo sapere solo cosa non è, non cosa è. Questo lo conosceremo soltanto nella vita eterna, con l’intuizione dell’essenza divina, che per Tommaso è il fulcro dell’eternità».

camillo ruini romano prodi camillo ruini silvio berlusconi angelo sodano camillo ruini 2 camillo ruini karol wojtyla camillo ruini CAMILLO RUINI 43CAMILLO RUINI 41CAMILLO RUINI PAPA FRANCESCOcamillo ruini e silvio berlusconi CAMILLO RUINICAMILLO RUINI 1

 

Ultimi Dagoreport

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)