giorgia meloni

“IO NON STO ATTACCATA ALLA POLTRONA, PORTO TUTTI AL VOTO IN PRIMAVERA, PRENDO IL 30% E TORNO ALL’OPPOSIZIONE” – GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI STANNO BALLANDO IL SAMBA, TRA DOSSIER VERI O PRESUNTI, LE CHAT PIENE DI “INFAMI”, I LITIGI TRA SALVINI E TAJANI E LE DIFFICOLTA’ A PREPARARE LA FINANZIARIA – IL “FATTO”: “MELONI HA SPESSO USATO LA STRATEGIA DELLA ‘DRAMMATIZZAZIONE’ DI FRONTE ALLE DIFFICOLTÀ. MA IL SUO SFOGO È IL SINTOMO DI UN CLIMA DI NERVOSISMO, SOSPETTI E SFIDUCIA CHE ALEGGIA NELLE STANZE DI PALAZZO CHIGI. E ANCHE DI UNA ‘STANCHEZZA’ DELLA PREMIER, CHE RIGUARDA LA SUA VITA PRIVATA…” - IL GELO CON LOLLOBRIGIDA, LE TENSIONI CON CROSETTO E L'INSOFFERENZA VERSO I FRATELLI BERLUSCONI...

antonio tajani giorgia meloni matteo salvini.

Estratto dell’articolo di Giacomo Salvini per il “Fatto quotidiano”

 

I dossier, veri o presunti. Le chat e la ricerca delle “talpe” nel suo partito. I litigi, continui, tra Matteo Salvini e Antonio Tajani. Errori di comunicazione, in serie, sulla legge di Bilancio che possono farle perdere consensi. Ministri che lei ritiene apertamente “incapaci” e che stanno “danneggiando il governo”.

 

GIORGIA E ARIANNA MELONI

Una serie di fatti che, anche se non collegati tra loro, fanno pensare alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni che così il suo governo non può andare avanti ancora a lungo: “Io non sto attaccata alla poltrona, porto tutti al voto in primavera, prendo il 30% e torno all’opposizione”, è stato lo sfogo che la premier ha rivolto ad alcuni dirigenti di primo piano del suo partito e del governo negli ultimi giorni, secondo quanto risulta al Fatto da due fonti accreditate a conoscenza dei colloqui.

antonio tajani giorgia meloni matteo salvini

 

È bene precisare che più che una minaccia reale questo sia una sorta di “avviso ai naviganti”, dentro e fuori al governo. Anche perché Meloni ha spesso usato la strategia della “drammatizzazione” di fronte alle difficoltà. Ma il suo sfogo è il sintomo di un clima di nervosismo, sospetti e sfiducia che aleggia nelle stanze di Palazzo Chigi. E anche di una “stanchezza” della premier, che riguarda la sua vita privata.

 

meloni lollobrigida

L’ultimo episodio che ha alimentato il clima di complotto a Palazzo Chigi è stata l’inchiesta di Bari su un dipendente di Intesa che spiava i conti correnti di Giorgia e Arianna Meloni, dell’ex compagno Andrea Giambruno e di mezzo governo. “Vogliono sovvertire il risultato del voto”, ha detto ieri la premier a La Stampa. Meloni da settimane pensa che ci sia un assalto, da parte anche di organi istituzionali, per colpirla.

 

Il clima di paranoia è aumentato dopo la pubblicazione, sul Fatto, delle chat interne a Fratelli d’Italia in cui la premier si sfogava per la fuga di notizie sull’elezione del giudice della Consulta minacciando apertamente di “mollare” per le “infamie” di chi passa le informazioni ai giornali.

 

crosetto giorgia meloni

Da quel momento è partita una caccia alla talpa della chat che ha coinvolto direttamente i vertici del governo e del partito: la stessa premier, il responsabile della comunicazione Giovanbattista Fazzolari fino ai capigruppo di Camera e Senato di Fratelli d’Italia. Si sono messi a studiare i colori dei messaggi, come sono stati salvati i partecipanti, paragonandoli a fughe di notizie passate. Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha minacciato un esposto in procura. A questo si aggiunge la rottura tra Meloni e alcuni suoi ministri. La premier ce l’ha con i colleghi di governo uomini.

 

giorgia meloni e giancarlo giorgetti 8

Tra questi c’è Francesco Lollobrigida, ex cognato che si è separato da Arianna Meloni a fine agosto, che ha rapporti sempre più freddi con lei: i due si parlano solo per le questioni strettamente istituzionali. Anche con Guido Crosetto è quasi lo stesso: la notizia sulla sua assenza ai Consigli dei ministri sarebbe uscita proprio da Palazzo Chigi e i due si sono scontrati sul dossieraggio su cui indaga la Procura di Perugia e il ruolo dei Servizi segreti.

 

Crosetto mercoledì sera è stato convocato da Meloni e durante il colloquio la premier gli ha fatto capire due cose: in primo luogo che deve tornare a occuparsi anche dell’attività di governo e poi che non può non coordinarsi con Chigi su questioni politiche così spinose. Anche il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ci ha messo del suo: con due dichiarazioni in una settimana, il titolare del Tesoro prima ha ipotizzato “sacrifici” per tutti, poi ha fatto capire che nella legge di Bilancio ci sarà un aumento delle tasse sulla casa.

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

 

La premier però teme proprio di perdere consensi dopo la manovra. E quindi gli errori di comunicazione vanno evitati a tutti i costi. Così mercoledì è dovuta intervenire personalmente con un video-selfie – con faccia piuttosto furiosa – spiegando che non ci sarà alcun aumento di tasse.

 

Per non parlare degli alleati Matteo Salvini e Antonio Tajani che a Palazzo Chigi ormai vedono come bambini litigiosi. […] Meloni ce l’ha soprattutto con il vicepremier forzista che non coglie occasione per distinguersi dal governo. […] la premier […] tiene d’occhio sempre ogni mossa dei Berlusconi, ormai i veri padroni di Forza Italia: il 23 ottobre Marina sarà a Roma per inaugurare la nuova Mondadori. E chissà che non deciderà di mandare qualche messaggio a Meloni.

antonio tajani e giorgia meloni al senato

Ultimi Dagoreport

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...