elsa fornero marina calderone

“MARINA CALDERONE È UNA BUONA SCELTA” – PER LA SERIE “ENDORSEMENT CHE NON TI ASPETTI”, ELSA FORNERO PROMUOVE LA MINISTRA DEL LAVORO SCELTA DA GIORGIA MELONI: “IN ATTESA DI CONOSCERE LE PROPOSTE, DAREI UN GIUDIZIO MODERATAMENTE POSITIVO” – DA “ZARINA” DEI CONSULENTI DEL LAVORO, CALDERONE SI È INIMICATA I SINDACATI, MA ALMENO SA DI QUELLO CHE PARLA, E HA OTTIMI RAPPORTI TRASVERSALI CON LA POLITICA: RENZI LA NOMINÒ NEL CDA DI LEONARDO, ED ERA TRA I CANDIDATI DI CONTE ALLA PRESIDENZA DELL’INPS

Estratto dell’articolo di Luciano Capone per www.ilfoglio.it

 

Marina Calderone

[…] Per i critici il nuovo ministro del Lavoro, Marina Elvira Calderone, si porta dietro un conflitto d’interessi per il ruolo di zarina dell’Ordine dei consulenti del lavoro, che ha presieduto dal 2005 fino alla chiamata di Giorgia Meloni.

 

Ma tutti le riconoscono una certa conoscenza della materia, in particolare una competenza giuridica. Per questa ragione per Elsa Fornero, non certo una personalità vicina alla destra, “è complessivamente una buona scelta. In attesa di conoscere le proposte, darei un giudizio moderatamente positivo”, dice al Foglio.

 

Giorgia Meloni Marina Calderone

Quella di Marina Calderone non è stata comunque una scelta semplice […] proprio perché nel corso dei suoi numerosi mandati al vertice dei consulenti del lavoro è riuscita a valorizzare una professione che prima godeva di minore spazio e considerazione, nel tempo è spesso entrata in contrapposizione con altri mondi professionali come gli avvocati giuslavoristi e, soprattutto, le organizzazioni datoriali, in particolare quelle che fanno assistenza alle pmi nel commercio e nell’artigianato a cui i consulenti “rubano il lavoro”.

 

ELSA FORNERO

In questo senso, proprio per l’audacia e la determinazione mostrata negli anni a favore della sua categoria, ci sono state rassicurazioni da parte dei vertici politici di FdI per rasserenare gli animi e tranquillizzare le organizzazioni datoriali che il ministro del Lavoro avrà un atteggiamento neutro e non aggressivo.

 

L’altra nota critica riguarda il rapporto con i sindacati, sempre per la funzione di “disintermediazione” svolta spesso dai consulenti del lavoro rispetto alle parti sociali.

 

LE LACRIME DI ELSA FORNERO

[…] Come si diceva all’inizio, chi si occupa del settore, anche i più critici, riconoscono che sul lavoro “sa di cosa parla”. Un’innovazione rispetto agli ultimi ministri del Lavoro – Andrea Orlando, Nunzia Catalfo e Luigi Di Maio, per stare ai più recenti – che non avevano una grande esperienza tecnica, ma di cui si conosceva l’indirizzo politico.

 

Nel caso di Calderone è un po’ l’inverso. Che non vuol dire distanza dalla politica, anzi. Nel corso degli anni, soprattutto attraverso il Festival di consulenti del lavoro, Calderone ha costruito fitte relazioni con la politica, riuscendo a strappare risultati per la sua categoria, e anche a costruire rapporti trasversali.

marina calderone

 

Ad esempio, fu nominata nel cda di Finmeccanica-Leonardo dal governo Renzi e durante il primo governo Conte era candidata a diventare presidente dell’Inps. Alla fine fu scelto Pasquale Tridico, ma nel cda dell’Inps fu nominato Rosario De Luca, marito di Calderone, che si è dimesso dal cda dell’Istituto appena prima che la moglie diventasse ministro. Dopo Renzi, Conte e Salvini, si è avvicinata sempre più a Meloni e FdI.

 

Eppure, nonostante la prossimità alla politica non è chiara la sua visione d’insieme e su alcune questioni cruciali. Ad esempio, non si conosce la sua posizione sulle pensioni, anche se difficilmente avallerà il superamento della legge Fornero con la Quota 41 voluta da Salvini e Landini, non fosse altro che per mancanza di soldi. Sul Reddito di cittadinanza Calderone si è espressa a favore del sussidio alle famiglie povere, ma ha proposto di modificare la parte di politiche attive per rendere il sistema più “fluido” dando un ruolo maggiore alle agenzie private e riducendo la possibilità di rifiutare un’offerta di lavoro da parte dei beneficiari.

 

MARINA CALDERONE

Calderone ha fatto della “sburocratizzazione” una bandiera, quindi è probabile che interverrà per introdurre flessibilità (precarietà dicono i critici) e facilitare le assunzioni (una delle prime misure candidate a essere riviste è il “decreto dignità”). Rispetto ai suoi ultimi tre predecessori è contraria al salario minimo (“Non ci serve, abbiamo bisogno di sostenere la contrattazione decentrata”), e probabilmente non toccare questa materia, come pure il tema della rappresentanza, non dispiacerà ai sindacati.

MARINA CALDERONE RAFFAELE FITTO

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)

giusi bartolozzi almasri giorgia meloni carlo nordio

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA TRA LE MANI IL CAPRO ESPIATORIO PERFETTO PER LA FIGURACCIA SU ALMASRI: GIUSI BARTOLOZZI, CAPO DI GABINETTO DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, NORDIO. DEL RESTO, È UNA MAIL DELLA “ZARINA” A DIMOSTRARE CHE A VIA ARENULA SAPESSERO DELL’ARRESTO DEL TORTURATORE LIBICO GIÀ DOMENICA 19 GIUGNO, E NON LUNEDÌ 20, COME SEMPRE SOSTENUTO DA NORDIO – DI FRONTE ALL’IPOTETICA CACCIATA DELLA BIONDISSIMA GIUSI, PERÒ, NORDIO S’È SUBITO OPPOSTO: GIAMMAI! D'ALTRONDE LA DECISIONE, SECONDO IL MINISTRO, È STATA PRESA DIRETTAMENTE A PALAZZO CHIGI…

mantovano belloni almasri ursula von der leyen bjoern seibert gianni caravelli

BELLONI, UN ERRORE DOPO L’ALTRO. QUANDO SBATTÈ LA PORTA DEL DIS, ESSENDO ENTRATA IN CONFLITTO CON IL CAPO DELL’AISE, GIANNI CARAVELLI, COLPEVOLE DI NON FARE RIFERIMENTO A LEI MA AL SOTTOSEGRETARIO ALFREDO MANTOVANO, SCELSE IL MOMENTO MENO OPPORTUNO: L’ESPLOSIONE DEL CASO ALMASRI - DOPO LO SCHIAFFO A MANTOVANO, ORA HA MOLLATO UNA SBERLA A URSULA, DECIDENDO DI FARE LE VALIGIE ANZITEMPO NEL MOMENTO DI DEBOLEZZA MASSIMA DI VON DER LEYEN: LA QUESTIONE DEI DAZI E LA MOZIONE DI SFIDUCIA DEGLI EUROPARLAMENTARI DI ULTRA-DESTRA - E OGGI BELLONI SI RITROVA, COME DICONO IN CERTI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ‘’SENZA I CRISMI’’ DI AFFIDABILITÀ PER ASPIRARE A UNA PRESIDENZA IN QUALCHE PARTECIPATA DI STATO, DOVE URGE UNA PRESENZA FEMMINILE, COME L’ENI...

giorgia meloni ursula von der leyen elly schlein

FLASH! - AVVISATE MELONI: IL VOTO DI FRATELLI D'ITALIA NON DOVREBBE SERVIRE NEL VOTO DI SFIDUCIA PRESENTATA DA 76 EURODEPUTATI DI ESTREMA DESTRA NEI CONFRONTI DELLA COMMISSIONE E DI URSULA VON DER LEYEN - LA TAFAZZIANA MINACCIA DI ASTENSIONE DEL GRUPPO PSE DEI SOCIALISTI EUROPEI (PD COMPRESO) SAREBBE RIENTRATA: IL LORO VOTO A FAVORE DELLA SFIDUCIA A URSULA SAREBBE STATO COPERTO DALLA CAMALEONTE MELONI, IN MANOVRA PER "DEMOCRISTIANIZZARSI" COL PPE, SPOSTANDO COSI' A DESTRA LA MAGGIORANZA DELLA COMMISSIONE...